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00:00:00 Il FITU edizione 1968, l’happening di Lebel. Significato di rottura per Parma; internazionalità |
Il FITU edizione marzo 1968, la frattura teatrale più forte nella Parma di allora. Mascolo 15enne è presente all’happening di Jean-Jacques Lebel, che invita tutti a uscire dalla sede prestigiosa del Teatro Regio e invadere la città, Piazza Garibaldi. Effetto forte sui giovani di Parma, che iniziano a frequentare la sede del FITU; più in generale da lì si inizia a uscire dai teatri, si aprono pratiche innovative quali il teatro nei quartieri della città (Orazi e Curiazi al quartiere Montanara). A Parma l’internazionalità era parte integrante del teatro, non era così per altre pratiche culturali. Spettacoli da ogni parte d’Europa si vedevano anche in luoghi non deputati come l’ANPS (Azienda Municipalizzata Energia Elettrica). |
00:04:48 FITU come porto franco, privilegio, università parallela; esterofilia e voglia di conoscere dei giovani parmensi intorno al ’68. |
IL FITU era anche un porto franco, era facile conoscere persone e artisti, una sorta di università parallela. Mascolo studente alle superiori, FITU decisivo per le strade da lui poi intraprese. Ragazzo, per lui il cambiamento del ’68 furono i viaggi (“viaggiavo in autostop, era il nostro Erasmus”), e il teatro universitario (da qui in poi abbreviato in TU). Il TU fioriva in parallelo a un desiderio fortissimo di ‘estero’, di diverso, di complementare… voglia di Europa. Il ’68 per i giovani di Parma: trovarsi in agosto in Piazza Garibaldi, partire coi Ford Transit per l’Afghanistan, per Capo Nord… voglia di conoscere. Il FITU a Parma come privilegio, le giornate spese insieme con gli attori stranieri, rete di conoscenze dove ci si frequentava tutti. |
00:08:10 Uomini di cultura straordinaria: Carrozzino, Bogdanovic, Neumann |
Jorge Carrozzino incontrato a Wroclaw personaggio commovente, una cultura spaventosa, capiente, tanti stimoli. E Bogdan Jerkovic… e Andres Neumann… portavano un bagaglio di cose, di conoscenze letterarie e culturali che tu proprio non conoscevi. |
00:09:39 Rassegna FITU 1968, il manifesto |
Ricordo dello straordinario manifesto del FITU edizione 1968, quello dell’Amleto. |
00:10:10 Grazie al FITU amore per il teatro e formazione come critico teatrale. |
Avvicinamento al teatro e al mestiere di critico teatrale grazie al FITU: giovanissimo, aiuto critico teatrale alla «Gazzetta di Parma», presto subentra al titolare; prima di lui Pierparide Tedeschi e Nicola Pressburger, fratello gemello di Giorgio, grandissimo amico. Esperienza particolare perché di fatto Mascolo era critico residente, seguiva la Compagnia del Collettivo, faceva cose inusuali allora, la cronaca delle prove, poi ha seguito da vicino la nascita del Teatro Due, che è stato propaggine del Teatro Universitario |
00:12:00 Attori del CUT. FITU preparatorio ai grandi spettacoli degli anni ‘70 |
Gli attori del CUT: Giancarlo Ilari, detto Lallo, l’unico che ha recitato veramente in tutte le compagnie di Parma, poi però non è entrato nel Collettivo; Tania Rocchetta vicina di casa, solo nel ’68 la scopre come attrice. Il FITU tsunami positivo: fu preparatorio, sia come critico che come spettatore, a quegli anni ’70 che non torneranno mia più: Barba, Mnouchkine, Grotowski… Certi spettacoli faticavi a capirli, nel senso che si cercava di superare il palcoscenico in tutti i sensi… |
00:14:12 Il lavoro di critico teatrale alla «Gazzetta di Parma» negli anni Settanta. Ricordi di uno straordinario decennio teatrale. |
Per 4/5 anni ha solo assorbito, poi ha cominciato i primi pezzi firmandoli ‘vice’, allora se non eri il titolare non avresti potuto firmare; firma propria a partire dal ’72 fino all’88. Critico teatrale negli anni ’70: recensioni, interviste e anche approfondimenti, due ad esempio su Franco Parenti e Dario Fo, nonostante la «Gazzetta di Parma» fosse giornale assolutamente borghese. L’intuizione di Baldassare Molossi, direttore della «Gazzetta»; assumere 4 giornalisti di 21 anni (Mascolo uno di questi) e chieder loro di raccontare con i propri occhi… Ruolo importante della critica teatrale ai tempi, non c’era la concorrenza di altri media, si scriveva in diretta di notte dopo lo spettacolo, l’attore leggeva la recensione il mattino dopo, si creava un rapporto molto interessante. Non si dava spazio solo ai famosi: la fame di teatro, di curiosità, di cultura, arrivava nei giornali…. Con Gianpaolo Pioli, allievo di Cesare Molinari che insegnava in Ateneo, critico teatrale del «Resto del Carlino», Mascolo andava ovunque, la «Gazzetta» lo mandava al Festival di Avignone, a Spoleto, a Polverigi… L’alloggio a volte lo offriva l’organizzazione. Ricordi dei grandi festival e dei grandissimi spettacoli: la Biennale di Venezia, lo spettacolo di 24 ore di Grotowski, il teatro galleggiante di Aldo Rossi…. |
00:18:55 Il modello teatrale di Parma: la produzione |
Il modello teatrale di cui poi ha goduto Parma è stato caratterizzato dal puntare sulla produzione. L’idea era nata negli anni del FITU e del CUT: se vuoi ospitare i tuoi amici devi avere una casa, devi fare teatro tu stesso. Così già negli anni ’70 Parma aveva tanti teatri, compagnie che producevano, anche se lo Stabile come formula è venuta dopo. |
00:21:30 TU e FITU porto franco, capacità di cooptazione, clima magmatico |
Grande capacità di cooptazione di TU e FITU negli anni Sessanta: gli studenti che venivano da mondi extra-europei, come gli studenti iraniani alla facoltà di Medicina: il Teatro Universitario e il Festival coinvolgevano anche loro. Nei secondi anni Sessanta fra compagnia teatrale e festival non c’era iato, erano circa le stesse persone. Funzionava a cerchi concentrici, poi c’era tutto un mondo che gravitava attorno, capacità di cooptazione, un enorme porto franco… Era tutto magmatico, fra viaggi e teatro non c’era confine… In quegli anni citavamo una frase di Nietzsche: “appassionati fino all’intelligenza”, si era davvero così…. |
00:23:35 I festival e il terreno ideale della provincia |
In Italia non ci sono mai stati grandi festival di teatro in grandi città, e in particolare quelli del teatro universitario: perché? Perché in provincia tutto era risolvibile più velocemente, le soluzioni a portata di mano… |
00:24:50 La critica teatrale prima e dopo il ’68: cambia l’attenzione verso la prosa. Confronto con l’oggi |
La critica teatrale, prima e dopo il ’68: il teatro di prosa in Italia si è preso molto più spazio, questo a Parma succedette prima, già negli anni Cinquanta grazie al Festival. E si formavano studenti e una classe dirigente attenti e interessati al teatro. Prima la lirica era considerata popolare, la prosa decisamente borghese, ma TU e FITU aiutarono a cambiare la percezione del teatro… La critica teatrale, non solo a Parma, aveva allora un ruolo sociale, verso la città, non solo verso gli artisti. Oggi è rimasto solo il secondo livello di dialogo… La critica di oggi su Internet non modifica più niente a livello sociale, parla solo in direzione di chi ha fatto lo spettacolo. Dimensione egotista della critica su Internet. |
00:28:20 I decenni successivi |
Dopo la critica teatrale Mascolo a livello giornalistico ha fatto tante altre cose; va ancora a teatro ma gli manca il FITU… Passaggio dagli anni Ottanta, quando ancora negli spettacoli “una scossa c’era”, agli anni Novanta, periodo di noia mortale a teatro. |
00:29:25 Bogdan Jerkovic e l’eredità lasciata in dote alla città |
Bogdan Jerkovic era un gemello di Parma, Parma città gemellata con Zagabria, attenzione reciproca fra le due città ai tempi. Impressionante capacità maieutica di Jerkovic, a Parma ha dato tantissimo, un’impronta professionale a un gruppo che non l’aveva ancora. La sua vera lezione è stata poi portata avanti dalle varie anime del Collettivo… Grandi rapporti con Paolo Bocelli, con Gigi Dall’Aglio: Jerkovic è l’unico esterno che ha modificato il Collettivo. Ha seminato teatro. Come regista era in fondo tradizionale, eppure fece anche un Gargantua e Pantagruele con tutta la platea coperta (ndr. Compagnia del Collettivo). Come Strehler, i suoi spettacoli avevano un tratto forte di armonia stilistica, erano spesso perfetti. Eppure la Compagnia CUT/Collettivo negli anni a ridosso del ’68 era tutt’altro che facile! |
00:33:46 Brecht e il decentramento teatrale |
La politica era molto presente, overdosi di Brecht, il sociale in tutto, la voglia di declassificare il teatro, portarlo nelle periferie… Il teatro, l’attore, gli attori volevano essere popolari, teatro decentrato ovunque in Italia. Gli anni successivi, dal ’72 in poi, in tournée con Jerkovic. |
00:35:30 Uccellacci Uccellini e le due anime del CUT/Collettivo |
Uccellacci uccellini come spettacolo snodo del Collettivo. Da li forse sono emerse le due anime, Gigi Dall’Aglio e Walter Le Moli: da un lato sorta di commedia dell’arte politicizzata, dall’altro una ricerca più musicale ripetitiva e asciugata. Altri che poi sono andati via, come Flavio Ambrosini (ex marito di Tania Rochetta), allora era il più politico, poi è diventato responsabile eventi di Berlusconi, ne faceva le regie |
00:38:21
Grazie al FITU Parma città di teatro |
Col FITU la prosa ha conquistato il Regio. Così sono nati innesti non esistenti in altre città. È testimoniato da un libro che Mascolo mostra all’intervistatrice. Esempio di Carmelo Bene: è sempre venuto a Parma senza problemi (anche per regie liriche, ad esempio I Masnadieri), perché la riconosceva come città di teatro. Quando poi (anni Novanta) il teatro è andato in crisi, i grandi teatri hanno scoperto i grandi nomi, che erano solo tre, Gassman, Bene e fine, e le stagioni divennero tutte uguali…. |
00:40:38 Pratiche editrice e altre imprese culturali parmensi figlie del FITU | Altra eredità/conseguenza del FITU a Parma: la nascita di Pratiche Editrice, fondata da intellettuali che frequentavano il Festival, il primo gruppo editoriale a pubblicare Derrida… Ne sa molto Enrico Chierici, oggi critico gastronomico, persona estremamente colta, e Massimo Giuffredi e altri… Ai tempi del FITU tante spinte, non solo teatrali, c’era anche chi seguiva il cinema, c’era intellettualità. E per il FITU (non per la lirica!) venivano i critici teatrali internazionali. In seguito passi indietro: errore quando gli assessori alla cultura non hanno capito che bisognava insistere sulla produzione… |
00:42:55 Internazionalità a Parma: Pina Bausch |
Internazionalità tratto davvero qualificante del FITU. Credibilità del FITU anche a distanza di anni, Pina Bausch venne proprio su quest’onda… Ai tempi del FITU Giorgio Gennari andava in giro per l’Europa a vedere gli spettacoli da invitare, cosa che oggi molti teatri non fanno. Gennari amicissimo di Andres Neumann. L’internazionalità tratto fondamentale, e in un’epoca storica in cui c’era ancora un muro… Le rassegne di Teatri Stabili fatte dopo (anni Novanta, a Firenze, altrove) non avevano una base, un tessuto di relazioni, come invece accade a Parma. Un privilegio, negli anni Cinquanta e Sessanta, poter vedere qui a Parma teatro europeo… |
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Citation:
Relation: Bibliography:Intervista a Antonio Mascolo di Chernetich Gaia Clotilde, Parma, il 16/07/2018, Progetto “La memoria dei teatri universitari in Italia (PRIN 2015. Per-formare il sociale)”, Collezione Ormete (ORMT-07PRe) – consultata in URL:<https://patrimoniorale.ormete.net/interview/intervista-a-mascolo-antonio/>, (data di accesso).