Intervista a Toscano Bruno

ORMT-14a

00:00:00

La nascita del Festival dei Due Mondi

Il Festival dei Due Mondi nasce dopo un momento particolarmente difficile per Spoleto, l’esplosione delle Miniere di Molignano nel 1854, la più importante fonte di economia locale in quegli anni. I motivi della scelta di Spoleto sono diversi, ma gli accordi presi dal sindaco comunista Gianni Toscano (fratello dell’intervistato Bruno Toscano) con Gian Carlo Menotti provocano una scissione all’interno partito a Roma. Gianni Toscano viene sostenuto da Giancarlo Pajetta ma ostacolato da Palmiro Togliatti.
00:02:10 Thomas Schippers nel Teatro Romano Da Liana Del Vecchio, tramite Francesco Corrias, arriva a Bruno Toscano un video di Thomas Schippers che accompagna al pianoforte una cantante (probabilmente Shirley Verrett in Pace mio dio, da La Forza del Destino, di Giuseppe Verdi ndr.) nel Teatro Romano di Spoleto ancora non ristrutturato. Durante l’intervista Bruno Toscano commenta il documento.
00:07:19 Guerra Fredda Culturale Secondo Bruno Toscano dietro la scelta di Spoleto c’è tutto quello che è stato raccontato da Frances Stonor Saunders, nel suo volume La guerra fredda culturale. Il libro di Stonor mette sotto una luce diversa i personaggi noti del tempo legati al Festival di Spoleto e a Menotti, a cominciare da Alicia Spaulding Paolozzi, erede del grande emporio United Fruit Company e legata per questo alla CIA. Spoleto, infatti, è solo uno dei nodi politico/culturali/economici all’origine di una svolta nella guerra fredda: dopo una prima fase punitiva e poliziesca con i processi al comunismo, l’amministrazione Eisenhower sceglie una tattica diversa, quella di invadere l’Europa con la migliore cultura americana.
00:15:23

L’arte come strumento d’invasione culturale

Due sono i campi principali di invasione culturale: la danza, con John Butler o con Jerome Robbins che fanno scoprire a Spoleto (e all’Europa) il balletto moderno americano. L’altro campo, ugualmente importante, è l’arte figurativa, in particolare la pittura, grazie ai legami di Menotti con il grande collezionista americano Leo Castelli. I borsisti pittori della Fulbright arrivano in città molto prima del Festival, abitavano e dipingevano a Spoleto già nel 1956.
00:18:06

Il “letto” di Rauschenberg

Nel 1958 a Spoleto c’è Robert Rauschenberg, sempre grazie a Leo Castelli. Bruno Toscano ricorda di aver aperto la cassa con una sua opera a Palazzo Collicola, insieme a Giovanni Urbani. Si trattava di uno dei primi esemplari della serie Beds, e l’impressione fu così forte che Urbani decise di non esporla insieme con le altre opere, ma in una sala a parte, visitabile su richiesta. Quell’esemplare, a detta di Toscano, è sparito. Più tardi molti hanno studiato un suo gemello.
00:24:21

Alica Spaulding Paolozzi e il controllo  dell’America sul Festival

Alicia Spaulding Paolozzi è un personaggio chiave per comprendere il ruolo della CIA, a lei era stato affidato il compito di controllare Gian Carlo Menotti. R.S.: Ha mai avuto il sospetto di una cosa del genere? B.T.: Non sospettavamo che ci fosse un vero e proprio apparato dell’intelligence americana a lavoro, ma era chiaro che l’America si stesse promuovendo. Nei primi anni i più grandi contributi economici del Festival provenivano dagli Stati Uniti, in particolare dalle prime due compagnie petrolifere americane che concedevano fondi quasi illimitati. Per capire il potere economico basti pensare alla ricchezza degli spettacoli di Luchino Visconti. E.L.: Uno spettacolo che ricorda più degli altri? B.T.: Il Duca D’Alba, ma anche il Macbeth.
00:27:10

1964 Bella Ciao e i Balletti Russi

Nel 1964 lo spettacolo Bella Ciao crea molti problemi all’entourage di Menotti. Non è ancora chiaro perché sia stato scelto, data la sua natura controversa nel contesto dell’epoca. Menotti ritrattò più tardi, Romolo Dominici espresse il suo dissenso. Bruno Toscano ricorda che in una delle serate, quando Michele Straniero cantò “Gorizia tu sia maledetta” al Caio Melisso, alcuni allievi della scuola di ufficiali di Spoleto lanciarono rotoli di carta igienica sul palcoscenico. R.S: E poi arrivano i Balletti Russi. B.T. Era spettacolare, le vesti lunghe e il passo scivolato delle ballerine facevano sembrare che volassero sul palco. È stato un grande successo di pubblico, ma molto probabilmente anche in quel caso si trattò di una scelta subita.
00:33:55

Dall’imitazione di modelli al cambiamento di paradigma

Dopo aver osservato i modelli festivalieri inglesi (Samuel Barber e altri secondo Toscano), l’Italia viene considerata da Menotti come il terreno più adatto a un fenomeno simile. I legami con la politica italiana però (in particolare con Egidio Ortona) si sviluppano più avanti. Nei primi anni sono soprattutto americani, tranne alcuni, i finanziatori del Festival (Toscano nomina tra gli altri: Bott Luce, Rockfeller, Ford, Gianni Agnelli). Ma la funzione politica di “invasione culturale” del Festival si esaurisce nei primi dieci anni, i fondi statunitensi diminuiscono, il governo americano è sempre meno interessato, ed è in quel momento che subentra quello italiano.
00:37:27

Il legame del Festival con il territorio

L’aspetto sociale del Festival è una questione forte nei primi dieci o quindici anni. Tutte le compagnie venivano a Spoleto già da aprile e il rapporto con la città era molto forte perché non c’erano alberghi, gli artisti e le artiste dormivano nelle case dei cittadini, familiarizzavano con famiglie più modeste. Per la questione lavorativa le cose sono più favorevoli. Nel primo periodo il personale specializzato di palcoscenico era al 100% importato, con il passare degli anni la manodopera si fa sempre più locale perché gli spoletini si formano. Gaetano Toscano, ad esempio, nipote di Bruno Toscano, è diventato direttore di scena del Teatro Sistina. Anche il primo palco di Piazza del Duomo è stato fatto da artigiani Spoletini. I muratori di Spoleto in quel periodo erano famosi, la ditta Astolfi (decoratore) era una ditta edile di alta qualità.
00:43:22

I rapporti di potere: Festival, chiesa e partiti

R.S: Quanto era forte il partito comunista a Spoleto? B.T.: Era fortissimo, il partito era Social Comunista, ma i socialisti erano pochi. Umanamente però i rapporti non erano complessi, persino l’Azienda del Turismo, democristiana, andava spesso d’accordo con il comune. E.L. E invece con la Chiesa com’erano i rapporti? B.T: La chiesa essenzialmente subiva, Piazza del Duomo era invasa molto prima degli spettacoli per le prove, ed era il centro di una società dello spettacolo internazionale, con nuovi modi di esprimersi. La chiesa da sempre è stata sensibile ai problemi economici, e Spoleto era una città che aveva bisogno di riprendersi.
00:57:29
Il 1968 e i grandi cambiamenti
R.S. Si è sentito il 1968 a Spoleto? Nel 1968 si crea una specie di malumore nei riguardi del Festival, soprattutto tra i giovani. Il rapporto tra arte e città viene percepito come artificiale, sempre meno saldo, soprattutto quando il carattere d’importazione Dopo alcuni interventi duri sulla stampa locale Menotti organizza al Teatro Nuovo un incontro con la cittadinanza di grande effetto: lui si trovava sul palcoscenico completamente svuotato, non illuminato, con un mobile antico e con un ritratto fotografico molto grande di Serafina Borgiani Forlivesi, la vicesindaca socialista di Spoleto, morta pochi giorni prima. I socialisti iniziavano a staccarsi dai comunisti, e Menotti voleva dimostrarsi vicino a quella parte, impietosirla.
01:00:00

La direzione artistica di Bruno Mantura e lo scontro con Menotti

Bruno Toscano rifiuta la direzione della parte delle mostre offertale da Menotti e consiglia al suo posto Bruno Mantura, molto legato alla Francia. Nonostante il successo dato dall’unica mostra in Italia dei paesaggi di Pierre-Henri de Valenciennes, Menotti non sembrava soddisfatto per la mancanza di grandi artisti e si arriva ad uno scontro tra i due.
01:05:30

Prima del Festival: il Premio Spoleto

Il premio Spoleto nasce nel 1953 ed è uno dei maggiori premi nazionali di arti figurative. Funzionava per invito o per accettazione, raccoglieva circa 300 opere e si arrivava ad un milione in premi acquisto. L’origine della galleria di arte moderna di Palazzo Collicola, una delle prime in Italia, viene proprio dal premio Spoleto. Artisti come Ennio Morlotti o Mattia Moreni si vedevano per la prima volta proprio a Spoleto.
01:07:50

Ancora sul partito comunista diviso

Giancarlo Pajetta è stato il grande salvatore del Festival spoletino. Togliatti si ricredette più tardi, e nel 1964 venne a Spoleto con Nilde Iotti. Pajetta era un intellettuale amante del teatro e aveva capito l’opportunità, probabilmente gli altri del partito, quelli che erano contro, immaginavano la portata dell’operazione americana. Menotti è stato scelto dalla CIA, messo sotto il controllo di Alicia Spaulding. E.L.: Cosa temevano gli americani? B.T. I doppi giochi, che Menotti non seguisse il piano principale.
Vai alla Scheda Biografica
Interview Duration: 01:50:00
Registration Duration: 01:10:43
Format: wav
Type: Audio
Language: italiano
Subjects:
Original Document Placement:
Usage and Rights:

Tutti i materiali audio presenti nel portale di Patrimonio orale sono proprietà esclusiva di Ormete e dell’intervistato. Any use of the material different from listening (except short quotation) is not possible without the prior written consent of ECAD/ORMETE.

Per ogni uso del materiale diverso dall’ascolto (al di là di citazione breve) deve essere richiesta l’autorizzazione a ECAD/ORMETE.

Interviews may only be reproduced with permission by ORMETE

Citation

Intervista a Toscano Bruno, di Luciani Eleonora e Sacchettini Rodolfo, casa di Bruno Toscano, il 03/07/2024, Progetto “Festival fra locale e globale. Ripensare la scena italiana fra gli anni ’50 e gli anni ’70 (PRIN 2022)”, Collezione Ormete (ORMT-14a), consultata in URL:< https://patrimoniorale.ormete.net/interview/intervista-a-toscano-bruno/>, (data di accesso).

Relation:
Bibliography: