00:00:00 | Dichiarazione iniziale e cessazione diritti per Ormete. |
00:01:12 | Viene ammessa fuoricorso a 16 anni all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, frequenta il primo anno, poi viene scritturata da Fantasio Piccoli al Piccolo Teatro di Bolzano e interpreta a 17 anni Regana nel Re Lear di Shakespeare con Memo Benassi (prima fece la parte di un paggetto) (1956). Ha recitato anche con Giulio Brogi, Marco Mariani. |
00:05:01 | Vocazione di attrice a 10 anni richiede prende le prime lezioni di recitazione e di uso della voce da una insegnante di recitazione, la signora Lanzman. |
00:07:16 | Modelli di attrici/attori stimati Scalfi: Vittorio Gasmann, Giorgio Albertazzi, Franca Nuti, Glauco Mauri, Giorgio Strehler. |
00:08:50 | Incontro con Giorgio Strehler grazie a Massimo Sarchielli durante un’audizione. Il provino si tenne al teatro Quirino di Roma per lo spettacolo i Giganti della montagna di Luigi Pirandello. Strehler si entusiasmò e la segnalò al Piccolo Teatro, a Raffaele Maiello per la messa in scena di Unter den linden di Roberto Roversi (1967). Fu scritturata per la parte di Eva Braun, Hitler era interpretato da Gianrico Tedeschi (1967). L’anno dopo fu richiamata da Strehler per partecipare al gruppo Teatro Azione con cui lavorò per 3 anni: con Milva, Milena Milena Vukotic, Franco Graziosi, Renato De Carmine, Giustino Durano, Marisa Fabbri, Giancarlo Dettori. |
00:13:40 | Strehler non aveva un trattamento diverso tra attori e attrici, il problema era che non esistevano parti femminili. I personaggi femminili non avevano spessore, peso, i protagonisti erano sempre gli uomini. Così cominciò la sua esigenza di ricercare dei testi per donne: per primo lesse una raccolta di racconti al femminile Lasciami sola (tratto da racconti di Dacia Maraini, Luciana Di Lello, Patrizia Carrano). In seguito ci fu l’incontro e l’amicizia con Dacia Maraini, che conobbe attraverso Adele Cambria. |
00:16:30 | Il lavoro di regista fu spesso difficile perché non c’era l’abitudine a essere diretti da donne. Un’ esperienza positiva Scalfi la ricorda con Giorgio Tirabassi, che diresse in Insegnami tutto Celine di Maria Pacôme al Teatro Orologio (1989). Scalfi chiedeva consiglio a Lucia Poli che faceva la regista. Anche molte attrici avevano difficoltà a essere dirette da donne. |
00:20:15 | Nel 1973, dopo l’esperienza di Centocelle e lo spettacolo Viva l’Italia (1971) nasce il Teatro la Maddalena a Roma, fondato con Dacia Maraini, Adele Cambria, Lou Leone e un gruppo di poche altre artiste. Ricerca del luogo: ristrutturazione grazie al marito costruttore della sorella di Scalfi e apertura, nello stesso luogo, della Libreria delle donne diretta da Anna Schiboni e della rivista «Effe». Bisogno di fare teatro sociale, di cui aveva avuto esperienza con Maraini a Centocelle, e di confronto con il pubblico, attraverso il dibattito post-spettacolo. Storico il dibattito post-spettacolo al Teatro Officina di Viale Monza (Milano). Diverbio e abbandono del Teatro La Maddalena perché Maraini sosteneva che bisognava dare l’opportunità a tutte le donne di esprimersi in teatro indipendentemente dal fatto che fossero professioniste o no. Altre fondatrici invece, tra cui anche Scalfi, sostenevano invece che per diffondere una nuova ideologia e un nuovo modo di fare teatro bisognava usare delle professioniste e molto brave. Scalfi lavorò 3 anni esclusivamente per il Teatro della Maddalena, si facevano tre spettacoli al giorno, la Maddalena rinomata anche oltre i confini nazionali. |
00:29:12 | Due donne di provincia (1973) testo di Dacia Maraini con Renata Zamengo: sperimenta l’ironia e la comicità in un teatro al femminile. |
00:31:00 | Registe della Maddalena: Annabella Cerliani, che è anche autrice, anche i suoi testi molto belli. Esistono poche registrazioni video degli spettacoli della Maddalena, si ricorda uno registrato da Barbara Alberti. |
00:32:21 | Dopo la Maddalena Maricla Boggio, regista, la contatta per interpretare Antigone nella parte di Antigone con Teresa De Sio in quella di Ismene (1974). L’anno successivo al Teatro Argentina di Roma recita ne Il sipario ducale di Paolo Volponi (1975/6), grazie a Laura Betti e con Pina Cei, che apprezzò, come conobbe e apprezzò Valeria Moriconi anch’essa con fama di cattivo carattere. Commento sulla falsità dei pettegolezzi verso le attrici di cattivo carattere. Prima della Maddalena aveva fondato con Dacia Maraini, Bruno Cirino, Annabella Cerliani il primo teatro decentrato a Roma a Centocelle e aveva messo in scena Gli anni del fascismo, Viva l’Italia di Dacia Maraini e Il mutilato di Ernst Toller, con la regia di Bruno Cirino. |
00:37:11 | Genesi di Due donne di provincia di Dacia Maraini da un’idea di Scalfi e Lou Leone. Grande successo in Italia e all’estero, per più di quindici anni. Scalfi narra la trama, spiega il successo e l’esperienza innovativa del teatro comico delle donne alla fine del 1978. Pia Mancini, testimone di molte repliche, racconta i consensi ricevuti da questo lavoro. |
00:41:00 | Maria Stuarda da un’idea di Scalfi (1979) dopo aver visto il film omonimo con Glenda Jackson (e Vanessa Redgrave). |
00:43:33 | Nascita, sviluppi e vita del Collettivo Isabella Morra, compagnia teatrale che lavora fino al 2005, ai 65 anni di Scalfi. Il gruppo nacque dalla collaborazione fra Scalfi, Dacia Maraini e Rita Corradini, costumista e scenografa. Dopo un incontro con l’impresario Renato Campese si convinsero di formare un’associazione indipendente, dal momento che gli spettacoli già si producevano con le loro forze. Esigenza di proporre un teatro al femminile, con regia, testi scritti (o scelti) da donne. Isabella Morra era una poetessa vissuta nel Cinquecento uccisa a causa del suo amore per la cultura. Alla compagnia, che ebbe contributi ministeriali per circa vent’anni, parteciparono anche Renata Zamengo, Ornella Ghezzi, Marisol Gabrielli, Mariella Fenoglio, Giuliano Manetti, Lina Bernardi (Alessandra Casella, Enzo Saturni) e tanti altri. L’obbiettivo era produrre spettacoli al femminile: in media si producevano due spettacoli l’anno, spesso in scena al Teatro Spazio Uno di Manuela Morosini, il rapporto era libero, si poteva affittare senza raccomandazioni. Problemi e difficoltà furono nella produzione e ricerca degli spazi, il problema era non avere appoggi politici, quindi era difficile trovare piazze, spazi, luoghi dove replicare lo spettacolo. Fidelizzazione del pubblico: rapporto ottimo. Idea forte era di discutere dopo ogni replica. Racconto dei commenti dopo Casa Matriz (1993). |
00:55:15 | Ruolo di Pia Mancini nel Collettivo Isabella Morra. Mancini si racconta: ex insegnante, innamorata del teatro e femminista, organizza a Foggia, sua città natale, alcune rassegne sulle espressioni artistiche delle donne con un collettivo femminista. Per prima invitarono Franca Rame (con Tutta letto casa e chiesa) e poi il Collettivo Isabella Morra con Due donne di provincia rappresentato al Teatro Giordano di Foggia. Pia Mancini da quel momento cominciò a seguire il Collettivo Isabella Morra. Racconto del viaggio ad Amsterdam per la rappresentazione di Maria Stuarda al Publieks theater guidando da Roma un camioncino colmo di costumi e scenografie con Scalfi e Ornella Ghezzi. Mancini ricorda che le scene erano di Uberto Bertacca e i costumi cuciti da Bice Minori. |
01:01:15 | Elsa Merlini, allora già anziana, lavorò con il Collettivo Isabella Morra credendo molto nell’idea di quel gruppo e stimando Saviana Scalfi, che molti anni prima era stata sua attrice giovane (nello spettacolo Carne unica di Silvio Giovaninetti, che segnava, al Manzoni di Milano, il rientro in teatro della Merlini dopo tanti anni di assenza). |
01:04:40 | Posizioni sul teatro delle donne: parla Pia Mancini e cita l’intervento fatto da Saviana Scalfi al I Congresso internazionale di teatro a Barcellona nell’85 (cfr. link ai materiali) cui fa riferimento come idea del teatro al femminile. Il teatro scelto era un teatro di parola, con personaggi femminili artefici del proprio destino; l’esigenza era quella di rompere con i modelli imposti dalla cultura maschile. Per Scalfi e Mancini esiste uno specifico femminile, sia nella scrittura teatrale (Dacia Maraini) sia nella narrativa (Melania Mazzucco) che nella regia (Lucia Poli). Ricezione del pubblico e reazioni da parte delle spettatrici donne. |
1:11:43 | Riferimenti teorici nel pensiero e nella pratica femminista. Saviana Scalfi sostiene di non avere delle posizioni teoriche di riferimento, la sua forza e gli stimoli le sono sempre venuti dall’ attenzione e dall’interesse per gli altri, per la realtà, la società, dagli incontri e dalle relazioni, dalle esperienze, recitando per strada, nelle fabbriche, nelle scuole. Mancini conosceva il pensiero della differenza, le filosofe Muraro, Cavarero, ma, come per Scalfi, l’impegno primo per lei era pratico, concreto, spesso non c’era tempo di frequentare gruppi, si era troppo prese dal lavoro in teatro. |
1:14: 33 | Come Scalfi e Mancini si rapportano a quel passato e come lo vedono oggi. Scalfi esprime rammarico e fatica di non aver potuto fare di più, nonostante gli apprezzamenti e i meriti ricevuti. Il problema è sempre stato quello di non avere voluto un appoggio politico o partitico. Per la regina dei cartoni di Adele Cambria (1978), grazie a Giovanna Marinelli, ricevette dall’ Eti dieci piazze, ma ciò avvenne esclusivamente per la sostituzione di in monologo di Elisabetta Pozzi. Inoltre vi era la questione dei bassi premi ministeriali, quasi dieci volte minori a quelli ricevuti dalla sua compagnia, che comunque proponeva testi innovativi. Mancini si chiede come ha fatto a fare tutto quello che ha fatto, esprime la fatica di scegliere testi, organizzare e seguire le prove come aiuto regista, tenere l’ammirazione, montare lo spettacolo. Restano gli aspetti positivi: l’incontro con il pubblico e il suo entusiasmo, la conoscenza di tante persone interessanti e stimolanti, la stima ottenuta. Raccontano di un episodio in una replica Maria Stuarda nella provincia (a Torritta Tiberina) dove le anziane che si portavano le sedie da casa, o a Rocca di Papa, dove la replica (causa pioggia) avvenne in una cantina con le botti di vino divenute base per un palcoscenico improvvisato, o a Campagnano dove saltò la luce nel paese e illuminarono la scena con lampade da campeggio. |
1:24:30 | Dichiarazione di rito finale e liberatorie dell’intervista, accettate e rilasciate da parte di entrambe. |
1:26:35 | Ultimo aneddoto: Due donne di Provincia rappresentato al Festival di Manizales in Colombia, senza scene né luci fino all’ultimo giorno e poi grande successo finale. |
Vai alla Scheda Biografica
Interview Duration: 1:30:16Registration Duration: 1:30:16Format: mp3Type: AudioLanguage: ItalianoSubjects: Original Document Placement: ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova Usage and Rights: Materiale L’espressione femminile dal punto di vista delle donne , testo a stampa di Scalfi Saviana (I Congresso Internazionale di Teatro della Catalogna a Barcellona, 1985) Video di Barbara Alberti su uno spettacolo della Maddalena (di proprietà di Alberti) Bibliography: Dacia Maraini, Eugenio Murrali, 2013. Il sogno del teatro: Cronaca di una passione, Bur, Milano Maricla Boggio, 2002. Le Isabelle. Dal teatro della Maddalena alla Isabella Andreini, Besa edizioni, Bari
Tutti i materiali audio presenti nel Portale di Patrimonio orale sono proprietà esclusiva di Ormete e dell’intervistato.
Per ogni uso del materiale diverso dall’ascolto (al di là di citazione limitata) deve essere richiesta l’autorizzazione a ECAD/Ormete. Vedi le norme generali in “Uso e Diritti” in home page.
Citation:
Relation:Intervista a Scalfi Saviana, Roma, 28/05/2014, Progetto “Donne di teatro a Roma ai tempi della mobilitazione femminista (1965-1985)”, Collezione Ormete (ORMT-04a) – consultata in URL:<https://patrimoniorale.ormete.net/intervista-a-scalfi-saviana/>, (data di accesso).