Intervista a Macchia Giuliano

ORMT-14c

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Gli abitanti di Spoleto aprono le porte delle loro case al Festival.

Alla domanda di E.L. e R.S. su come il Festival dei Due Mondi ha cambiato la morfologia della città, l’intervistato si sofferma sull’abitudine di molte famiglie di Spoleto, soprattutto nei primi anni del Festival, di affittare camere della loro abitazione agli artisti e agli spettatori durante i giorni della manifestazione e il lungo periodo delle produzioni.

 

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Zone di disagio abitativo nella Spoleto degli anni Settanta

 

Sollecitato dai due intervistatori, Macchia prende spunto da due manifesti appesi nello studio (Vietato calpestare i centri storici, 1973; Spoleto. Criteri di intervento nella città, 1976), per raccontare la situazione di maggior disagio abitativo nel centro di Spoleto durante gli anni Settanta. Soprannominata in senso dispregiativo la “Kasba”, l’area dell’ex monastero delle monache, di proprietà del Comune, costruito sui resti dell’Anfiteatro Romano, nel complesso di San Gregorio Minore, era stato occupato e abitato in maniera impropria da molte famiglie in forte situazione di indigenza. Il Convegno e la mostra furono l’occasione – in polemica con l’allora Sindaco – per denunciare l’indecente situazione e il mancato intervento del Comune. Il complesso di San Gregorio Minore fu a lungo utilizzato anche come deposito, per nulla adeguato, dei materiali del Festival. Macchia ricorda i numerosi colloqui avuti con Francis Menotti per risolvere la situazione della conservazione delle scenografie.

 

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Situazione dell’Anfiteatro Romano

 

Situazione di grave deterioramento dell’Anfiteatro Romano di proprietà delle autorità militari. Articolo recente su “Il Sole 24 ore” per informare il Ministero della Cultura delle attuali condizioni. Accenni alla storia di tutta l’area, che ha un’importante rilevanza artistica e archeologica.

 

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Alicia Spaulding Paolozzi

 

L’intervistato ricorda il rapporto personale avuto con Gian Carlo Menotti e Francis Menotti, in occasione della ristrutturazione del loro appartamento privato, poi divenuto Casa Menotti, e in particolare della costruzione dell’ascensore. Ricorda inoltre i lavori di ristrutturazione compiuti per la casa spoletina di Alicia Spaulding Paolozzi, figura assai importante nelle dinamiche del Festival. Sua figlia inoltre è stata la modella del primo topless pubblicato su rivista negli Stati Uniti. Lunga digressione sulle vicende private di Alicia Spaulding Paolozzi in relazione a un uomo spoletino, soprannominato “Pacchiarotto”, comunista e scaricatore di frutta. Rievocazione di una serata che i due passarono al Circolo della Città di Spoleto, allora luogo mondano, oggi Museo del Tessuto. Il lungo racconto indugia su numerosi episodi della vita di Pacchiarotto, narrati come vere e proprie avventure: a Roma, al Cinema Flora di Spoleto, alle prese con i giovani militari, a bere al distributore dell’Api, a cazzotti con il campione di pesi medi di Terni, a cena con undici kg di lumache.

 

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Cenni di ’68 a Spoleto

 

Macchia ricorda il ’68 passato come studente di architettura a Roma. Dopo la perdita della borsa di studio per aver sostenuto solo due esami, viene contattato dall’Istituto Tecnico per Geometri di Spoleto e comincia a insegnare. Adesione a movimenti di contestazione fortemente politicizzati. Carabinieri sotto casa. Colloqui con le forze dell’ordine.

 

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Rapporti con Francis e Gian Carlo Menotti

 

Amicizia stretta con Francis Menotti, quando comincia a occuparsi di antiquariato, sostenuto dal padre putativo, il M° Menotti, che gli aveva comprato un fondo in Piazza del Duomo. Macchia si occupa dei lavori di ristrutturazione. Rievocazione del periodo in cui l’intervistato è responsabile della mobilità alternativa e dei parcheggi di Spoleto. Macchia è l’architetto di riferimento del Comune e uomo di fiducia dei vari Sindaci. Per questo motivo spesso gli capita di assistere agli spettacoli in programma nei teatri di Spoleto in rappresentanza del Sindaco. Ha modo così di frequentare la famiglia Menotti.

 

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Spettacoli memorabili

 

Alle sollecitazioni di E.L. e R.S. sugli spettacoli che ricorda con maggior piacere, Macchia risponde citando Lucia di Lammermoor con la regia di Luchino Visconti (ndr. si sta riferendo in realtà a Duca d’Alba) allestita per due volte al Festival. I mobili utilizzati come scenografia erano di sua suocera che aveva un negozio di antiquariato. Visconti volle che fossero inserite anche delle lenzuola d’epoca nei cassetti degli armadi. Ha visto anche lo spettacolo Bella Ciao, ma lo considera un lavoro sopravvalutato. Cenni agli attacchi da parte dei fascisti presenti in sala durante la rappresentazione.

 

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Orlando furioso di Ronconi e il Complesso di San Nicolò

 

Tra i lavori artistici a cui si sente più legato l’intervistato sceglie l’Orlando furioso con la regia di Luca Ronconi, avendo lui personalmente ristrutturato il Complesso di San Nicolò, dove viene allestito lo spettacolo. Riepiloga le fasi del restauro, analizzando anche le soluzioni che vengono adottate per il ripristino degli interni. Scoperta di una fornace romana. Grande passione dimostrata da tutto il personale della Provincia impegnata nei lavori di recupero dello spazio.

 

01:09:00

MobilitĂ  alternativa di Spoleto e conclusioni.

Ultimo racconto dedicato al restauro della casa-museo di Bruno Toscano. Si sofferma sulla Fondazione Marignoli. Racconto di come è nata la mobilità alternativa a Spoleto, in particolare della cosiddetta “macchina da guerra”, che permette il passaggio delle scale mobili. Conclusioni.
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Interview Duration: 1:46:00
Registration Duration: 1:24:14
Format: wav
Type: Audio
Language: Italiano
Subjects:
Original Document Placement:
Usage and Rights:
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Intervista a Macchia Giuliano, di Luciani Eleonora e Sacchettini Rodolfo, Spoleto, il 04/07/2024,

Progetto “Festival fra locale e globale. Ripensare la scena italiana fra gli anni ’50 e gli anni ’70 (PRIN 2022)”

Collezione Ormete (ORMT-00x),

consultata in URL:< https://www.patrimoniorale.ormete.net/../..>, (data di accesso).

Relation:
Bibliography:
  • Giuliano Macchia, Antonio Pendenza, CittĂ  aperta all’uomo: il progetto del sistema di mobilitĂ  alternativa del centro storico di Spoleto, in “Spoletium. Rivista di arte, storia, cultura”, 2011, 48.
  • Giuliano Macchia, Spoleto: vedere il Novecento. Urbanistica e architettura dal 1940 al 1964, in “Spoletium. Rivista di arte, storia, cultura”, 2015-2016, 52-53.