Marini Giorgio
Roma – 25/02/1945
- Professione: Regista
- Attualmente: Regista
Giorgio Marini inizia il suo percorso artistico negli anni Sessanta nell’ambito del teatro sperimentale romano. Nato a Roma, ma vissuto per venti anni a Udine, al suo ritorno nella capitale incontra presto Giancarlo Celli e Simone Carella, collabora con il Dionisio Teatro e, nel 1969, esordisce al Beat 72 come regista, con i Teologi, da un racconto di Borges. Sempre al Beat e sempre con la Compagnia “I segni”, porta in scena nel 1973 L’angelo custode di Fleur Jaeggy (con le musiche di Antonello Neri), cui seguirà, del medesimo autore, nel 1975, Un tram chiamato Thallulah.
In seguito, al lavoro nel teatro di prosa, si accompagnano le direzioni di opere liriche classiche e contemporanee. Ricordiamo brevemente, nella prosa: Doppio sogno di Schnitzler, Diluvio a Nordernej su testi di Blixen, I fanatici di Musil, Zoo o lettere di non amore da V. Sklovskij, Il bagno di Diana di Klossowski, Il gran teatro del mondo di Calderón de la Barca, La coltivazione degli alberi di Natale e Riunione di famiglia di Eliot. Vasto l’impegno nella lirica contemporanea: Clementi (Carillon), Sciarrino (Aspern Papers e Cailles en Sarcophage, delle quali è autore anche del libretto), Britten (The Turn of the Screw), Stravinsky (Oedipus Rex, Rake’s Progress), Bartok, Berg (Wozzeck, Lulù), Schönberg, Schreker, Petrassi e Kurt Weill (Lady in the Dark). Nel campo del repertorio classico realizza opere di Mozart (Don Giovanni, Così fan Tutte), di Bellini (Capuleti e Montecchi e I Puritani), Purcell, Puccini, Monteverdi, R. Strauss, Vivaldi, Čajkovskij. Dal 1989 tiene corsi di Drammaturgia e Tecnica d’Attore all’Università Cattolica di Milano. Cura programmi radiofonici per la RAI e qui realizza Freshwater Woolf (2003), Le cicale di Bachmann (2005) Il brasile di Wilcock (2006), Il desiderio preso per la coda di Picasso (2007) e Tre donne alte di Albee (2008).
Dopo molti anni di assenza dal teatro di prosa, ritorna con il progetto teatrale “Ombre”, di cui il primo movimento è Occhi felici di Bachmann, il secondo I gemelli Fleur Jaeggy, con il quale ritorna al giovanile primo incontro con la drammaturga svizzera.