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Rappresentanza studentesca e CUT |
Rusconi entra nel parlamentino universitario grazie a Max Magi, membro dell’AGI (Associazione Goliardica Italiana): esiste un forte legame tra Consiglio d’Ateneo, rappresentanza politica e direzione dei CUT e TU. Nel 1962 tutti i membri del parlamentino, eccetto l’intervistato e un paio di amici, vengono cacciati perché alcuni rappresentanti, dopo aver ritirato i finanziamenti del Ministero, non stanziano il denaro per attività culturali, bensì organizzano una vacanza in Sicilia. | |
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Legame con Pattini e Valentini |
Ricordo di Oddone Pattini e Chiara Valentini: grazie a loro si organizzano importanti convegni come quello dedicato ad Artaud durante il XIV FITU. | |
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La governance del FITU all’altezza del 1962 e la sua reputazione |
Fino al decimo festival, al 1962, le persone che facevano parte del comitato organizzatore del FITU venivano dagli ambienti della politica universitaria, non da quelli della cultura universitaria. Di teatro sapevano ben poco. Alcuni di loro godevano in città di pessima fama (Mario Maglietti, Paolo Battistini, Giorgio Vozza) sia a causa del loro orientamento di sinistra, sia a causa di processi a loro carico, forse intentati per ragioni politiche; vi fu una denuncia di stupro che ebbe molto risalto sui giornali, da cui vennero poi scagionati e che vide implicato anche il regista croato Bogdan Jerkovic. | |
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L’evoluzione teatrale del CUT di Parma LISTEN AUDIO |
Il repertorio del CUT di Parma legato alla drammaturgia classica non riscuote successo: al Regio dopo la messa in scena de La secchia rapita il pubblico lancia i pomodori. La compagnia universitaria di Ca’ Foscari ha maggior credibilità: il suo è un teatro “più serio”. Le regie di Jerkovic e attori come Giancarlo Ilari, Sergio Reggi, Francesco Sciacco e Tito Livio Rossi permettono al CUT di Parma di fare il “salto di qualità”. Tra il 1966 e il 1969 il teatro universitario si politicizza e anche il FITU. | |
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Rapporti tra FITU e CUT LISTEN AUDIO |
Fino alla metà degli anni ’70 il CUT fornisce risorse umane al FITU. CUT e FITU sono indipendenti l’uno dall’altro: hanno diverse amministrazioni e godono di sovvenzioni differenti. | |
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FITU e organismi rappresentativi universitari LISTEN AUDIO |
Il FITU è da intendersi come una emanazione dell’Ateneo e grazie a tale legame il festival ottiene sovvenzioni e contributi da parte del Ministero. | |
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CUT: il cambio generazionale LISTEN AUDIO |
In Italia il numero dei TU è inferiore rispetto a Polonia, Inghilterra e Francia. Nel 1965 il FITU si slega progressivamente dal CUT che in quell’anno apre alla nuova generazione di attori: Gigi Dall’Aglio, Flavio Ambrosini, Walter LeMoli e Paolo Bocelli. | |
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Il cambio di rotta del FITU |
Nel 1965 gli organizzatori del FITU virano verso cartelloni teatralmente e culturalmente più ponderati; l’impulso per questa svolta è Valentini. Gli organizzatori del FITU abitualmente prendono parte ai festival europei: fanno esperienze di viaggio uniche per l’epoca. | |
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L’incontro casuale con il FITU |
Né Rusconi né Pattini conoscono il FITU per amore del teatro, bensì grazie alla politica. Pattini era nell’UGI (Unione goliardica italiana). | |
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Criteri di scelta per le ospitalità del festival |
Dal 1965 il FITU ricerca un filone estetico-culturale per ogni edizione (in sintonia con le istanze che girano nell’arcipelago dei TU europei) e compagnie adeguate: ad esempio, nel ’68 la rassegna ospita l’happening di Jean Jacques Lebel e spettacoli sulla contestazione. Nel caso di alcune compagnie, però, vigono reciproci “obblighi di scambio”. | |
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Marowitz al FITU |
Il FITU del 1966 decide di invitare la compagnia professionista di Charles Marowitz (Experimental Group in-stage). Nello stesso anno si tiene a Parma il convegno su Artaud. | |
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Politicizzazione e cambiamenti |
La politicizzazione è motivo di cambiamenti interni tanto nel CUT quanto nel FITU: molti aderenti defezionano poiché di destra. Tra questi Rusconi ricorda Giovanni Ottini e Giuseppe Ortalli. | |
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Il rinnovamento del FITU |
Il cambiamento di rotta del FITU, verso la metà degli anni Sessanta, è stato progressivo, per prima cosa era basato su un cambio di persone (Rusconi, Pattini, Valentini) unite dal rifiuto della goliardia, la volontà di superarla e di fare le cose più seriamente. Il comitato organizzatore si propone di rinnovare la rassegna: dall’individuazione di tematiche politico-culturali attuali – per cui si rivela cruciale l’esperienza di altri festival universitari europei – dipende la scelta delle ospitalità. Inoltre, è attorno a tali indirizzi che si organizzano dibattiti, convegni e momenti di confronto collaterali all’evento. Il comitato organizzatore del FITU ha non poco credito fra le istituzioni locali. | |
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Il FITU negli anni Settanta |
Rusconi dirige i FITU degli anni Settanta. I TU sono attivi politicamente, ma non teatralmente: non costituiscono più un’esigenza culturale e scompaiono. Il FITU, a differenza del CUT, otteneva fondi e contributi con facilità: nel 1975 la rassegna riprende senza che ci siano titubanze da parte del Ministero nell’elargire fondi. | |
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Il Festival Internazionale del Teatro Universitario di Pescara |
A Pescara, negli anni di interruzione del FITU, viene organizzato un Festival Internazionale del Teatro Universitario: è una manifestazione a carattere nazionale che ospita un piccolo numero di compagnie straniere. Rusconi lo reputa “un tentativo” ideato sulla scorta del FITU. | |
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Le ragioni dell’interruzione del FITU |
“Si è sciolto tutto” non per mancanza di interesse o volontà, bensì perché nessuno sentiva più il FITU come un bisogno. Chi persisteva nel frequentare il teatro, dopo il ’68, lo faceva con l’intento di diventare del mestiere. | |
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Le sedi del XIV FITU e i difficili rapporti con il Regio |
Il FITU del 1966 è il primo a svolgersi sia al Regio sia nei locali dell’Ex Enal (attuale Fondazione Teatro Due); la proposta “di rottura” è di Le Moli. I rapporti con il Regio sono scostanti e terminano definitivamente nel 1968, quando l’Assessore alla Cultura interrompe la fornitura elettrica durante un dopo festival all’insegna della musica elettronica. Rusconi rammenta anche uno sgombero coatto ad opera della polizia durante lo spettacolo del Neue Bühne di Francoforte nel 1967. | |
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1968: Lebel a Parma |
Ricordo dello stupore e dell’incredulità dei cittadini durante l’happening di Lebel (che si svolge nelle strade della città). L’uscita dal Regio e l’esibizione di Lebel indignano la compagnia del Jeune Théatre de l’Université Libre di Bruxelles con cui si sfiora la rissa. | |
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Rifiuto del teatro borghese e dei suoi simboli |
Dal 1966 per il FITU il Regio non significa più nulla: anche in Europa si prediligono teatri spogliati o sale – in alcuni casi addirittura senza palcoscenico – simili a quelle dell’ex-Enal. | |
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Il Living Theatre al XV FITU |
Nel 1967 il Living Theatre si esibisce al Regio. Rusconi li intercetta a Torino e li invita a Parma, concordando con loro l’Antigone. Lo spettacolo, fissato per le 21, comincia a mezzanotte inoltrata e nonostante questo riscuote un enorme successo. L’intervistatrice sottopone all’intervistato degli appunti descrittivi sullo spettacolo e i due ne discutono: Rusconi crede sia impossibile restituire a parole una simile esperienza. | |
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I dopo festival |
L’AUP, dapprima in via Cavestro e poi in Vicolo Grossardi, ospitava i dopo festival. Nel 1975, diventando Vicolo Grossardi una zona politicamente calda, ci si sposta all’AMPS di Borgo Parmigianino. Nel 1967, eccezionalmente, il dopo festival è alla sezione Longhi del PCI di Via d’Azeglio: questura e polizia cercano di sabotare l’evento, ma non riescono. | |
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Convegno su Artaud e la rivista Teatro Festival |
Gli atti del convegno su Artaud, tenutosi in occasione del XIV FITU, confluiscono nel doppio numero della rivista “Teatro Festival” fondata dallo stesso FITU. Rusconi riflette a posteriori sul prestigio dei relatori. | |
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Il caso Ante Rumora |
Ante Rumora, attore della compagnia di Belgrado, giunge a Parma nel 1968 e l’anno successivo si barrica dentro alla Salamini per supportare le proteste dei dipendenti. Il dopo festival del 1968 si tramuta in una assemblea sulla Salamini e si svolge a Monticelli. |
- ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma
- Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova
- Centro Studi Movimenti Parma – CSMP, Via Saragat 33/a, 43123, Parma
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Citation
Intervista a Rusconi Alberto, di Becchetti Margherita, Parma, Fondazione Teatro Due, il 15/10/1999, Progetto “La memoria dei teatri universitari in Italia (PRIN 2015. Per-formare il sociale)”, Collezione Ormete (ORMT-07PR-Ae), consultata in URL:< https://patrimoniorale.ormete.net/interview/intervista-a-rusconi-alberto/>, (data di accesso).
Relation:- Fondo Alberto Rusconi, Centro Studi Movimenti di Parma,
- Becchetti M., Il teatro del conflitto. La compagnia del Collettivo nella stagione dei movimenti. 1969-1976, Odradek Roma, 2003.
- Becchetti M. et alii, Parma dentro la rivolta. Tradizione e radicalità nelle lotte sociali e politiche di una città dell’Emilia “rossa”. 1968/1969, Edizioni Punto Rosso, Milano, 2000.