Intervista a Noble Tanith

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DESCRIPTION
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Presentazioni e introduzione

 

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Il primo atelier presso l’università di Vincennes e dopo due anni con il Bread and Puppet theatre

Tommaso Zaccheo (TZ): Chiediamo all’intervistata di condividere con noi la sua esperienza in qualità di fondatrice e di membro del collettivo teatrale l’Atelier du Chaudron.

Tanith Noble (TN): il gruppo, all’inizio, si chiamava Atelier du Chaudron, al singolare, poi nel 1992, a seguito di una rottura in seno al gruppo, è stato necessario modificare lo statuto della troupe, separando il Théâtre du Chaudron dagli Ateliers (al plurale) du Chaudron.

L’Atelier du Chaudron nasce, dunque, nel 1972 in uno degli spazi abbandonati della Cartoucherie de Vincennes. TN si forma dal 1969 al 1971 presso il Bread and Puppet Theatre, fondato da Peter Schumann. Al momento del rientro a Parigi, in qualità di studentessa della facoltà di Vincennes (attuale Paris 8) TN apre un atelier di teatro autogestito, l’Atelier Neuf. È questa l’occasione di incontrare molti altri artisti, alcuni dei quali avevano già lavorato con Robert (Bob) Wilson, come Christiane Michel, oppure con lo stesso Bread and Puppet, come TN stessa, o ancora con il Living Theatre. Questo primo gruppo universitario, una ventina di persone, prepara uno spettacolo sul Natale al modo del Bread and Puppet che produce uno scandalo per il quale il gruppo è cacciato dall’Università.

 

00:04:30

L’Atelier diventa Atelier du Chaudron grazie all’incontro con  Jean-Marie Serreau e si installa presso la Cartoucherie de Vincennes

TN spiega che in un primo tempo è Jean Mermet, regista e direttore del Théâtre du Chariot, che accoglie il gruppo. Il rapporto con questo regista non va però nei migliore dei modi, così il gruppo lascia lo spazio concesso da Mermet. In questo stesso frangente, Peter Schumann riprende contatto con TN per chiederle di trovare degli artisti francesi per realizzare una tournée a Parigi. Tutto il collettivo di cui TN è membro partecipa, allora, ad uno spettacolo Bread and Puppet allestito presso il Théâtre de la Tempête, diretto da Jean-Marie Serreau. TN e il suo gruppo fanno così la conoscenza di questo regista ma anche di Ariane Mnouchkine, direttrice e fondatrice della Société coopérative ouvrière de production Théâtre du Soleil, ed è Serreau che offre loro la possibilità di occupare uno degli spazi degli spazi in disuso della Cartoucherie. Si trattava dello spazio dall’ex forgia dove venivano fabbricate le cartucce dei proiettili (in francese cartouches).

 

00:08:23

Fare teatro intorno al ’68  come pratica totalizzante: intrecci e incroci fra arte e vita

 

TZ chiede di ritornare brevemente sugli inizi della sua carriera, in particolare sui primissimi contatti col Bread and Puppet theatre.

TN  li incontra dopo la loro prima tournée europea, nel 1968 al festival di Nancy, e grazie ad una sua ex compagna di scuola di Milano, la regista Andrée Ruth Shammah, che le chiede ospitalità a Parigi per uno di loro, William (Bill) Dalrymple,  un militante e  obiettore di coscienza inglese. In seguito  gli attori del gruppo americano partono in tournée in Europa per due mesi, e in un successivo rendez-vous a Parigi, ritrovano alcuni degli amici conosciuti durante il viaggio come la regista irachena Maysoon Pachachi e l’attore, marionettista e regista italiano Massimo Schuster. Preparano allora una seconda tournée nel sud della Francia alla quale si aggiunge anche TN. La scelta di vivere la tournée come un’esperienza di vita radicale era  tipica e costitutiva dei membri del collettivo americano. Alla Cartoucherie e con i membri del suo Atelier du Chaudron, TN pratica dunque il teatro come un modo di vita collettivo e di impegno quotidiano nel corso del quale preparare degli spettacoli concepiti come scritture collettive e allestire delle parate da realizzare a Parigi o nei quartieri delle città visitate in tournée.

 

00:16:30

Dalla Cartoucherie a Parma.

 

TZ: quale l’incontro con il Festival internazionale del teatro universitario (FITU) e con Parma?

TN spiega di non avere ricordi precisi dei primi contatti con il festival parmense, probabilmente avvenne tramite Huguette Faget o altri membri del Théâtre de la Tempête, o ancora del Théâtre du Soleil. Il collettivo di TN era del resto trattato con benevolenza, come fossero dei fratelli minori, dagli altri gruppi presenti alla Cartoucherie. Purtroppo, TN ha pochi ricordi di quegli anni lontani e la rottura tra i membri dell’Atelier nel 1999, ha incluso la perdita di una parte degli archivi amministrativi del gruppo originario. La testimone non può dunque né escludere né affermare che il legame col FITU sia merito anche di una personalità come Jacques Nichet, suo professore all’Università di Vincennes e fondatore del Théâtre de l’Aquarium, oppure di Ariane Mnouchkine.

 

00:21:19

Gli spettacoli presentati al FITU

TZ si domanda quali fossero la forma e il contenuto degli spettacoli presentati a Parma nel 1973.

TN ricorda che in questo primissimo periodo il gruppo lavorava su delle scene corte, pensate e scritte collettivamente e che daranno luogo alla creazione della pièce Courtes scènes de la vie quotidienne (Momenti della vita quotidiana). A partire dalla fabbricazione di grandi maschere indossate dalle attrici e dagli attori, la troupe raccontava la loro vita in scena. Traversées, (Traversate), invece, era una parata che proponeva un attraversamento della città insieme  con la troupe, invitando il pubblico a partecipare ad una sorta di gioiosa processione teatrale, festiva e politica. I membri della troupe indossavano delle maschere fabbricate da loro stessi, tranne coloro che avevano il compito di guidare il gruppo.

 

00:23:03

Frammenti di memorie di opere teatrali del passato

A partire dalla consultazione di alcune fotografie scattate alla Cartoucherie poco prima della partenza per Parma, è possibile individuare alcuni personaggi dello spettacolo presentato in Italia. Inoltre, TN ricorda che Courtes scènes era un spettacolo per il quale era previsto un vero e proprio calderone (in francese chaudron) accesso sul palco del Teatro Regio. La presenza in scena di un pompiere era dunque necessaria ma questa misura di scurezza creava problemi allo spettacolo. Del resto, questa al FITU fu la prima volta che l’Atelier du Chaudron poté esibirsi in un teatro all’italiana e istituzionalizzato.

 

00:28:20

La relazione col pubblico di Parma e la condivisione della propria pratica di vita con altre culture teatrali

 

TZ vorrebbe sapere qual fu la reazione del pubblico al loro spettacolo ma anche la relazione che la troupe intratteneva abitualmente con esso.

TN racconta come il protocollo di rappresentazione del suo gruppo implicasse sempre un narratore, incaricato di introdurre ogni scena e di spiegare la struttura drammaturgica dello spettacolo. TN non ricorda alcuna reazione negativa da parte del pubblico di Parma, anzi le reazioni erano piuttosto positive. TN sottolinea anche come il festival sia stato un momento di condivisione della loro modalità di vivere il teatro come una pratica di vita comunitaria. L’Atelier du Chaudron stesso era composto da persone che provenivano da percorsi artistici e di vita molto eterogenei.

 

00:33:45

L’impegno sociale come elemento caratterizzante la storia dell’Atelier du Chaudron e del percorso dell’intervistata

 

Oltre ad uno stile di vita e di creazione collettivo,  l’Atelier praticava una forma di radicalità politica presentando le sue creazioni in luoghi non deputati allo spettacolo dal vivo, come dei parchi pubblici o altri luoghi della città. Più in generale, poi, una delle caratteristiche del gruppo è sempre stata quella di declinare l’impegno artistico anche e soprattutto in campo sociale. TN ricorda come, dal 1985, abbia partecipato al Magdalena Project, un progetto di rete internazionale di artiste, entrando anche in contatto nel 1988 con Julia Varley dell’Odin Teatret, fondatrice del progetto The Transit Festivals, in Perù. Lo specifico impegno sociale porterà anche la Municipalità di Parigi ad imporre al gruppo di lasciare i locali della Cartoucherie in favore della coreografa Carolyn Carlson. Il gruppo si sposta allora prima in uno spazio concesso dal comune presso il municipio undicesimo, poi aprendo uno spazio anche nel ventesimo municipio.

 

00:39:15

I processi di creazione e il funzionamento del collettivo

 

Intervistato e intervistatrice ritornano sui primi anni della troupe per approfondire l’esperienza fatta a  Parma. La parata Traversées, per esempio, permette a TN di ricordare che lei recitava coperta da una maschera africana, fabbricata da lei stessa e diretta da altri membri della troupe. In questa condizione non ricorda affatto le reazioni del pubblico ma nemmeno dei luoghi della città che deve avere attraversato. Per ciò che riguarda, invece, il funzionamento della compagnia, sebbene questa diventi alla fine degli anni Ottanta un teatro, con un bureau, una direttrice e un presidente, il gruppo resta oggi, come alla metà-fine degli anni Settanta, un gruppo riconosciuto secondo il modello Association Loi 1901.

 

00:49:57

Una rete di relazioni e una serie di inviti nate in modo spontaneo

 

L’Atelier du Chaudron ha avuto molti contatti con l’Italia in parte per ragioni legate alla biografia di TN ma i contatti e gli scambi con gruppi o con altre realtà sono da sempre avvenuti in modo spontaneo e fanno parte della natura di questo gruppo, oggi come ieri. La partecipazione al FITU può aver innescato questa dinamiche di inviti e di scambi, TN non ha tuttavia né ricordi precisi né ha trovato documenti in tal senso. All’epoca, lei era molto concentrata sulla sua pratica, che fosse legata alla preparazione di uno spettacolo o alla fabbricazione di oggetti per la creazione o per la vita quotidiana. Le proposte di presentarsi in vari luoghi arrivavano in modo non sistematico e non previsto. Decidendo, per esempio, di rappresentare dei testi del poeta Henri Michaux, l’Atelier entra in contatto proprio con questo letterato, che poi chiede al gruppo di presentare altri suoi testi.

 

00:54:57

Un modo di produzione informale

 

Nel 1973, il modo di produzione del gruppo non era affatto professionale, anche perché non c’erano modelli da seguire in modo rigido per poter sopravvivere nel mondo del teatro. I materiali stessi coi quali gli spettacoli erano allestiti erano materiali riciclati, recuperati. La necessità di professionalizzarsi, di imparare a gestire il fondo cassa della troupe in modo sistematico non tarda però a manifestarsi dopo il 1973, TN e i suoi compagni imparando, ad esempio, a fare della gestione contabile da autodidatti.

 

00:58:05

Conclusione

 

TN vuole concludere ribadendo il ricordo positivo del FITU. Viene inoltre riaffermata la giovane età di TN e degli altri membri dell’Atelier du Chaudron nel 1973. TN specifica anche come il collettivo praticasse un teatro fisico, di gesti, di poesia, non di prosa, e che le azioni politiche nelle quali si impegnavano erano azioni spontanee. Detto questo, TN sottolinea come gli insegnamenti di Tzvetan Todorov, suo professore di semiotica a Vincennes, l’abbiano marcata al punto da poter definire la concezione dei suoi spettacoli come strutturalista. Inoltre, TN ribadisce che la sua formazione teatrale sia stata assolutamente autonoma rispetto ad ogni scuola o metodo, con Schumann e il Bread and Puppet gli attori della troupe erano tanto liberi nelle pratiche individuali quanto molto sollecitati per le creazioni del gruppo. Infine, TN insiste sul fatto che una buona parte degli esercizi che l’Atelier praticava negli anni Settanta in quanto autodidatti li ha poi ritrovati presso altri gruppi, praticati per esempio dai membri dell’Odin, poiché a quest’epoca le pratiche teatrali circolavano molto liberamente, come le idee.

 

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Interview Duration: 01:06:10
Registration Duration: 01:06:10
Format: mp3
Type: audio
Language: francese italiano
Subjects:
Original Document Placement:
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Relation:
Bibliography:
  • Cramesnil Joël, La Cartoucherie, une aventure théâtrale à la marge de l’institution, Parigi, les Éditions de l’Amandier, 2004