Intervista a Tatò Carla

ORMT-10d

00:00:00-00:03:49 Da dove partire: la condizione di vecchiezza  Preliminari. DO. I temi: la voce, l’attorialità, la corporeità. La scoperta come “attore” di un corpo attoriale molto particolare a partire dall’incontro con Carlo Quartucci. CT. Il viaggio “a scoprire una possibilità ultima”. La condizione di “vecchiezza” beckettiana. Lo stato che permette essere ascoltati. Per avere una autorevolezza dell’accaduto. “La condizione che io vivo oggi è una condizione che chiamo di vecchiezza beckettianamente perché è l’unico stato che permette a una figura beckettiana in scena di essere ascoltata. Primo: di aprire la voce (dare alla parola un corpo); e poi di avere un’autorevolezza dell’accaduto che rende il corpo parlante, in scena, oltre alla voce e alla parole… è l’intero corpo, è la figura….” (00:02:39). Primo amore del 1989: tutte le figure in scena con i capelli bianchi e lunghi (figure beckettiane che hanno più di ottanta anni eccetto Bocca che ne ha settanta).
00:03:50-00:08:19 Cosa guardare: l’inizio del percorso in Camion. Il Narratore CT. La condizione di vecchiezza permette di ri-volgere lo sguardo a ciò che è successo. “Come”, “Cosa”, “Quando”. Riferimento a “Cariatide”: la condizione di sostegno dell’edificio teatrale che l’attore-cariatide esercita. Il viaggio fatto a partire da Camion (Histoire du Soldat) a Rovereto nel 1973 comporta la scoperta del “Narratore”. La conquista della libertà. Il superamento del “personaggio”. L’eliminazione del maschile e del femminile. Il ricordo della madre direttore d’orchestra, Erminia Romano.
00:08:20-00:13:01 Il Narratore in  Histoire du soldat DO chiede di rimanere ancora  sul “Narratore”. Il costume del Narratore in Histoire du soldat. CT. La cadenza, il suono, la libertà di quella scoperta. Marcello Panni, direttore concertatore. La traduzione di Savinio. Camion a Rovereto a Piazza delle Fosse. Il senso di forza e di libertà in quella condizione particolare.
00:13:02- 00:14:59 Il costume del Narratore Il costume del Narratore che cancella la forma individuale del corpo. Il narratore di Benjamin.
00:14:00-00:20:51 La solitudine in scena. La solitudine in scena e la dialettica con la moltitudine. Il confronto con Carmelo Bene. Desiderio di essere protagonista. Una solitudine che è l’autorevolezza del protagonista che però non è un personaggio connotato nel genere: è una figura. La voce epica. La recita che somiglia a una jam session.
00:20:52-00:24:09 Dialogo scenico con la luce, il microfono. DO. Quale il rapporto con Perla Peragallo. CT. Perla Peragallo, l’estremismo assoluto: la sua azione performativa che si concludeva alla fine della performance. Per Carla Tatò invece il rapporto è con la luce più che con gli altri attori. Dialogo scenico. Le prove e il dialogo con la luce, con il microfono. L’immobilità e la voce.
00:24:10-00:30:39 Nora Helmer: genesi. La genesi di Nora Helmer. Libertà e inquietudine come molle per andare avanti. I cambiamenti della società negli anni Settanta. La scelta di Casa di bambola. Carla Tatò porta in scena una contraddizione. Inizia a fare Torvald. Prove al Capannone con Luigi Mezzanotte. Alberto Gozzi scrittore. Giornate di studio e di lettura. Lettura in presenza del pubblico. Le didascalie di Casa di bambola. Memoria epica e non memoria a ‘pappagallo’. Nascita dell’ “Attrice-narratore”.
00:30:40- 00:40:50 L’ultimo atto di Casa di bambola. L’influenza della ‘realtà’ sulla ricerca artistica dell’attore-Narratore. L’ultimo atto di Nora Helmer. Lo sguardo a posteriori. La sequenza in Borgatacamion del monologo di Nora Helmer. DO: “Come la realtà entra in cortocircuito con la recitazione del Narratore?” La vita di Camion e il rapporto con le borgate (1974-1975). Il Centro Culturale Polivalente (CCP) di Camion. La lettura di Ibsen nelle borgate, l’incontro con le donne, lo sviluppo di una coscienza critica nelle donne dei quartieri. Il rapporto reale con la società civile. “Azione utopistica toccata in qualche concretezza”.Il film del 1978 che contiene tutti i momenti precedenti del viaggio, un magma vivo. L’idea del cambiamento sociale che si riflette nell’arte.
00:40:51-00:46:13 L’assolo di Nora. L’abbandono. Didone. Nora-assolo accanto ad altri tre-assoli (i tre Torvald: Amodio, Branciaroli, Mezzanotte). L’assolo dell’abbandono. Didone a Genazzano: la figura dell’abbandono. La jam session nel Tamerlano. Il tema è la condizione di dialogo: l’invito a un viaggio scenico insieme, compresi i tecnici.  Un DNA scenico che oggi non ha alfabeto nel sistema.
00:46:14-00:52:17 Dialettica fra ricerca vocale e corpo scenico DO. Quale rapporto con Carmelo Bene. CT. Carmelo Bene e la ricerca sulla phonè. Contiguità e differenze. Quale dialettica fra ricerca vocale e corpo scenico. I piedi nudi. La libertà di l’Histoire du Soldat permane poi nel percorso di ricerca di Tatò: descrizione del Narratore e del suo corpo scenico. Scelta l’immagine del Narratore, Tatò si concentra sulla voce: la libertà di cercare piano piano una nuova possibilità scenica di espressione.
00:52:18- 00:55:34 Il Narratore e l’artigianalità del pensiero Il Narratore. L’artigianalità del pensiero. Memoria epica che mette in moto il movimento della mente, del cuore, del braccio. L’artigianalità nella voce. Trilogia in palcoscenico (Trilogia): artigianalità umana. Il rapporto con gli altri artisti: Giovanna Marini, Luigi Cinque, Han Bennink.
00:55:35-00:58:04 Arrivo a Genazzano Periodo di amicizia e fratellanza con gli artisti a Genazzano. Partire da uno spazio fu traumatico. Regia di Carlo fu una regia che coinvolgeva la vita delle persone. Scommessa che quel paese di 5000 persone potesse vivere un’utopia di sogno nel momento in cui si stava costruendo. Tutto è iniziato col silenzio di Tatò. Apertura delle attività a Genazzano con Il fuoco che genera fumo, il fumo che genera ballerina, la ballerina che genera Galli e Carla Tatò non c’era.
00:58:05-01:00:40 Sala Martino V a Genazzano Sala Martino V a Genazzano divisa in due come un teatro elisabettiano. Kounellis immagina la Sala come uno spicchio del teatro di Epidauro: spazio immaginativo. Didone. A Palestrina c’è il mosaico che narra l’approdo di Enea in Italia. Anni dopo Pina Bausch fece Oh-dido. La spinta creativa è rinata con Didone dopo il trauma dell’impossibilità di parlare.
01:00:41-01:02:27 Genazzano. La ricerca del senso del tragico A Genazzano: il gruppo si amplia. Arrivano oltre a Quartucci, Tatò, Kounellis, Paolini, chiamati da loro, Rudi Fuchs, Germano Celant, Ida Gianelli, Maria Gloria Bicocchi. Carla Tatò ha iniziato a lavorare sulla “necessità di comporre la possibilità del tragico in teatro” oggi. La tragedia è troppo grande. Ma il senso del tragico sì. Inizia una ricerca enorme per scoprire il senso del tragico, a iniziare da Didone.
01:02:28-01:05:49 Didone a Genazzano Didone, riscrittura di Roberto Lerici a partire da Virgilio e Marlowe. Lerici ha messo dei passaggi in latino. Tatò scopre nell’articolare la parola nella lingua italiana e nel dare corpo alla lingua latina originaria qualcosa di “deflagrante”. Posizione a sei metri di altezza nella Sala Martino V. Come un’immagine archetipica. Vestita con raso di seta color bronzo, come una colonna dorica. Con venti lingue di fuoco. Sotto il biliardo del paese. Quattro musicisti che si alternavano: Luigi Cinque, Giancarlo Schiaffini, Eugenio Colombo, Massimo Coen. La parola sommersa che cerca interstizi.
01:05:50-01:10:21 Il verso originario. L’epica come artigianato. Nel verso originario c’è tutto: il ritmo, la cadenza, il suono. Il senso del tragico nel verso. Quale possibilità nella prosa? Il verso non lo puoi ghermire. Lo puoi solo evocare. La lirica è un abbandono al verso di un altro. L’epica è un artigianato. Per questo l’attore ha una autorialità entro questo procedimento. Antico: messo davanti.
01:10:22-01:17:36 Il senso del tragico e i dettagli del corpo. Il respiro Il senso del tragico di Carla Tatò: i piedi nudi (rorati, rossi, di tutti i colori); mani e braccia come segni in movimento e la postura devono essere in relazione all’emissione della parola; il respiro. Racconto di Meroe in Pentesilea. Il senso del tragico in scena: emissione delle parole sia durante l’inspirazione sia durante l’espirazione.
01:17:35-01:21:48 Polifonia, elemento agonico, senso del tragico Scoperta di una voce con profondità e polifonie non previste. Uno stato di guerra. Quale senso del tragico: riferimento al teatro tragico. La catarsi anche nel Terzo millennio. Il grottesco di Bene. Il triplo salto mortale dell’acrobata e quello con la voce.
01:21:49-01:27:38 La prosa, la filosofia e il senso del tragico  Interesse per il filosofo nel contemporaneo. Immissione di un ragionamento in teatro sul passato per comprendere l’oggi. Ricordo di Dario Fo. Il senso del tragico che non si conosce e che ci nutre per vivere. La tragedia che si sfugge.  Lettura a voce alta
01:27:39-01:34:41 L’ascolto e il “rammendo artistico” L’ascolto e il teatro. La struttura pubblica: l’ascolto non lo può determinare l’attore. L’ascolto è una deficienza spaventosa della struttura pubblica. La società tecnologia ha ingigantito la incapacità di ascolto. Nella struttura del cittadino dovrebbe essere creata la condizione della pietas. Nelle nostre città ci ignoriamo. Necessità di un rammendo artistico delle città da fare. Il filosofo di oggi dentro a questa società pone domande e fa ragionamenti che sono l’emblema del teatro: il teatro con le parole dei filosofi può aiutare a quel rammendo.
01:34:42-01:38:49 Riscoprire il libro Necessità di riscoprire  il libro come oggetto. Mette in moto l’immaginazione. La forza di un libro è la sua rilettura. Il progetto al Bookstore di Roma.
01:38:50 Anna Magnani  DO. Quale rapporto con attrici del passato. La Magnani per esempio? CT. La storia degli attori del passato. Anna Magnani: attrice italiana e romana e donna travolgente. La sua traccia inquieta. Medea di Anouilh. I suoi silenzi. Figura antica di consonanza. Conclusioni.(Roma, dicembre 2020)
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Interview Duration:
  • 02:30:00 circa
  • Registration Duration:
  • 01:44:24
  • Format: Mp3
    Type: Audio
    Language: Italiano
    Subjects:
    Original Document Placement:
  • ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma
  • Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova
  • Usage and Rights:

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    Intervista a Tatò Carla di Orecchia Donatella, Roma, il 04/06/2019, Progetto “Carlo Quartucci. Vent’anni di memoria.”, Collezione ORMETE (ORMT-10d) – consultata in URL:<https://patrimoniorale.ormete.net/en/interview/intervista-a-tato-carla/>, (data di accesso).

    Relation:
  • Giulio Paolini per Opera / Scene di teatro. Parte terza: Il mito di Nora Helmer da “Casa di bambola” di Ibsen, 1980: scheda della Fondazione Paolini
  • D. Orecchia, Nora da Camion a Opera, in «Nuovo teatro Made in Italy»
  • Appunti Intervista Carla Tatò
  • Casa di bambola – mappa
  • Bibliography:

    Bibliografia critica su Carla Tatò

    • E. Fadini, C. Quartucci, Viaggio nel Camion dentro l’avanguardia, Cooperativa Editoriale Studio forma, Torino 1976
    • R. H. Fuchs (a cura di), La favola dell’usignolo, (Catalogo realizzato per il progetto di Carlo Quartucci, La Zattera di Babele, Roma ’85, “La favola dell’usignolo” presentato a Roma dal 13 febbraio al 17 marzo 1985), Camion, Roma 1985.
    • la Zattera di Babele 1981-1991. 10 anni di parola, immagine, musica, teatro, La Zattera di Babele ed., Roma 1991.
    • C. Quartucci (a cura di), Primo amore Beckett, La Zattera di Babele, Erice 1989.
    • C. Quartucci, C. Tatò et al. (a cura di), Progetto Genazzano, La Zattera di Babele ed., Roma 1986.
    • C. Quartucci et al. (a cura di),Verso Temiscira: viaggio intorno alla Pentesilea di Heinrich von Kleist, La Zattera di Babele e Ubu libri, Milano stampa 1988.
    • La Zattera di Babele (a cura di), Towards Macbeth – a prologue, La Zattera di Babele ed., Roma 1988
    • C. Quartucci, C. Tatò, Nach Themyscira (project von Carlo Quartucci und Carla Tatò in einem Kontext von Lawrence Weiner), Wien 1986.
    • C. Quartucci(a cura di), La montagna gialla: appunti per un progetto scenico immaginato da Carlo Quartucci sulle coste della Sicilia occidentale, Camion, Roma 1985.
    • D. Orecchia, Fra ieri e oggi. Appunti per un discorso ininterrotto con Carlo Quartucci e Carla Tatò, in “Il Castello di Elsinore”, vol21, 2010, pp. 85-106, pp. 85-106
    • C. Quartucci, C. Tatò, J. Kounellis, G. Paolini, R. Lerici, G. Marini, Le radeau de Babel. Opera suite,
    • R. Block (a cura di), Rosenfest Berlin, Druckhaus Hentrich, Berlin 1984.
    • Cataloghi tra Camion e La Zattera di Babele

      • C. Quartucci, C. Tatò, J. Kounellis, G. Paolini, R. Lerici, G. Marini, Aria. Opera-Suite, Documenta, Kassel 1982.
      • Ead., Stravedere la scena. Carlo Quartucci. Il viaggio nei primi venti anni 1959-1979, Milano, Mimesis, 2020
    • G. Pititu, Carla Tatò. Dell’attore, del corpo scenico, della parola e della voce, Zona, Lavagna (Ge) 2016
    • Ead., L’attore e le “tradizioni” del Nuovo Teatro, in V. Valentini, Nuovo Teatro Made in Italy 1963-2013 (con saggi di A. Barsotti, C. Grazioli, D. Orecchia), Bulzoni, Roma 2015, pp. 291-324
    • R. H. Fuchs, C. Quartucci, La Zattera di Babele. Boccascena, Stampa Eindhoven, Lecturis 2000.