Intervista a Perriera Gianfranco

ORMT-07PAc

 

00:00:00

Richieste preliminari

Presentazione del testimone e introduzione.

00:00: 31

Nascere nel teatro

Sin da bambino sempre vicino al teatro, anche se forse avrebbe voluto fare altro. Entrambi i genitori facevano teatro, fino a 20 anni cerca di resistere a quello che sembrava un destino obbligato. Poi fa la scuola del padre, Teatès, e dal 1985 in poi vi collabora, fino al 2005.

00:02:47

Il padre Michele, passione per la trasmissione e l’insegnamento

Grande passione di Michele Perriera era insegnare teatro, fino alla fine della sua vita, insegnando per gli ultimi 9 anni ai Cantieri culturali alla Zisa.

00:04:17

Eredità paterne

Prima Michele  è stato per il testimone un padre, poi  un maestro, che gli ha passato soprattutto l’amore per la letteratura; ricorda di aver vissuto con lui molte esperienze, positive e negative. Un modo di praticare il teatro e di rispettare quest’arte è, sostiene, non cedere mai, non essere accondiscendenti, non essere faciloni.

00:07:10

Visioni culturali differenti fra padre e figlio

Il padre aveva un modo appassionato di guardare al mondo, mentre il suo lo definisce più distaccato, gli criticava una certa tendenza al decostruzionismo, ma sulla maggior parte delle questioni importanti erano d’accordo: amore per la complessità, non usufruibile immediatamente. Poi certo c’erano delle differenze di tifo calcistico e di orientamento politico.

00:12:53 Autori preferiti

 

Considerazioni a partire dal riferimento del volume Teatro uno, per Einaudi, considerato fondamentale: i testi che amava M. Perriera in quel periodo erano di Pinter, Ionesco, La sabbiera di Albee, e Beckett, Sartre, Cechov. Per sé aggiunge Maeterlinck, Jean Tardieu. Ricorda diverse messe in scena di Pinter che “lo accendeva”, ne caricava le tinte, in quanto non amava riprodurre il rigore quasi asettico.

00:17:31

Cantatrice calva,  pochi ricordi del CUT, la nascita della Cooperativa Teatès

 

 

 

 

Chiede se la regia della Cantatrice calva fosse del padre Michele, Gianfranco ricorda che la mise in scena dopo essersene andato dal CUT, fa riferimento al volume autobiografico, Romanzo d’amore, dove in modo esteso vi sono riferimenti di Michele agli anni del CUT. In seguito, dice, non  ne parlava tanto più del CUT, se non ricordando il suo esordio avvenuto grazie a Montemagno: “è lui che mi ha fatto entrare in quella porticina, nel buco!” (18.41). Riprende il discorso sulla Cantatrice calva: Michele la mise in scena con una classe di ragazzi di Colle val d’Elsa dove era andato a insegnare. Lo spettacolo ebbe un grande successo tanto che gli vollero offrire teatro ma rifiutò, ritornando a Palermo. Cantatrice calva fu a lungo un suo cavallo di battaglia, esperienza seminale anche per Aziz, che poi dal 74 diventa Cooperativa Teatès. Il suo teatro rimandava a certi concetti di sinistra e permetteva l’accesso a finanziamenti.

00:22:30

Michele Perriera, e l’incontro col CUT

Riprendendo a parlare dell’incontro con Gabriello Montemagno, Michele attribuiva a lui l’avvicinamento al teatro praticato, si avvicinò al CUT perché voleva presentare un suo testo a Marsala, Atto unico, probabilmente.

00:23:39

L’allontamento di Perriera dal CUT e da Palermo per ragioni politiche

Pur dirigendo il CUT un anno, Michele si allontanò per 4 anni per lavoro, a Colle Val d’Elsa. Tornò solo nel ’68. Fu un allontamento in parte forzato per la sua militanza nel PCI (il racconto esteso è nel suo Romanzo d’amore): la Palermo democristiana non lo voleva alla guida del CUT. Piero Carriglio, direttore del Biondo, benché suo “nemico storico”, andò a rivelargli l’episodio.

00:27:20

Cut come iniziazione

Gianfranco  racconta la valenza dell’esperienza del CUT per Michele come iniziazione:  un incontro con “scapestrati” (non professionisti) che hanno avuto la voglia di stare sul palcoscenico, rapportarsi con la finzione, con l’essere altro da sé, rapportandosi con i problemi tecnici, con i soldi, con il pubblico che può annoiarsi. Tuttavia sente molto più suo Teatès.

00:28:39

Rapporto tra Michele Perriera e Montemagno

Rapporto amicale, ma anche di regista e attore, in quanto Montemagno fu attore assieme a Beppe Randazzo del suo Morte per vanto; entrambi giornalisti, entrambi vicini alla scrittura. Montemagno poi si allontana dall’esercizio attorico, ma per il trentennale di Teatès Perriera vuole richiamare l’amico per la parte di protagonista, Dietro la rosata foschia.

00: 30:04

Montemagno attore

Gianfranco ricorda molto bene Montemagno in Morte per vanto, spettacolo da cui fu “sbalestrato”, perché molto piccolo, ma ricorda come tutti gridavano, entravano di lato, succedeva di tutto, si gettavano a terra, si percuotevano. “Era così nella vita, aveva una sua leggerezza, una sua classe, un suo delicato distacco”. Montemagno è stato un attore cerebrale, brechtiano, straordinario ne La leggenda del soldato morto. Molto attento, disponibile ad ascoltare le direttive del regista. Rimarca il concetto di leggerezza, un “disincanto attivo”.

00: 32.30

Altri protagonisti

Non si guadagnava molto facendo teatro, anche se tanti vi rimasero vicini, restarono amici, pur facendo altro. Anche Michele per 7 anni smise di fare teatro, preferiva la scrittura, riteneva che richiedesse di troppi compromessi, si arrestò dopo Le sedie al Teatro Biondo con Beppe Randazzo; quest’ultimo invece prosegui, fece poi conoscere a Michele Vetrano e Randisi, che frequentarono la scuola. Gabriella Savoja fece qualcosa alla RAI, ma poco dopo poco smise. Giuseppe Barbera ora è professore in agraria; tutti insomma “da grandi fecero altro”.

00: 35: 07

Valenza e orgoglio del fare teatro per i giovani negli anni ’60 e ‘70

Considerazione relativa al secondo Novecento, quando “si considerava rivoluzionario e importante essere fuori dai posti codificati”.. Ci si vantava di non chiedere sovvenzioni, “non si pensava al soldo”, per esempio Morte per vanto  richiedette 4 mesi e mezzo di prove. Faceva una parte anche Letizia Battaglia…  Michele amava divertirsi in modo straordinariamente intenso. Teatès , che Gianfranco diresse a lungo, fu invece esperienza più professionista, riuscì a garantire più autonomia..

00:38:25

Prosecuzione percorso teatrale di Gianfranco dopo Teatès

Perriera figlio fonda associazione. Al mansur assieme a Roberto Burgio, continua collaborazione con Teatès insegnando, nella scuola, Teoria della scena, e a volte recitando. Al momento dell’intervista ancora insegna alla scuola di Emma Dante, la scuola del Biondo, la stessa cosa, interesse sui testi. Bella esperienza di scuola di teatro a Marsala, anche se per un periodo limitato.

00:40:35

Amore intenso e disgusto per il teatro.

 

Passione di Perriera padre per la diffusione del sapere. Anche se ogni tanto il teatro gli andava a nausea. Lo devi fare con altri… problema del denaro molto ingombrante e necessità del “rapporto forte col materiale”. Passione della scrittura mai abbandonata. Ma anche il teatro, non lo mollò mai.

 

00:42:51

Beno Mazzone e il festival Incontroazione

Pochi rapporti con Mazzone, spesso distanti. Consorzio di teatri durante i primi Duemila assieme al Teatro Garibaldi Scaldati in cui ciascuno produceva per conto proprio però. Importanza di Incontroazione che portò a Palermo il teatro internazionale.

00:44:42

Salvo Licata e Michele Perriera: vicinanza forte negli anni Sessanta, differenze

Contatti forti di Michele Perriera con Salvo Licata, sopratutto da giovani, si incontrarono grazie al CUT, poi facevano i giornalisti a «l’Ora». Poi rottura dell’amicizia, separate strade. Differenze di orizzonte espressivo, rapporto con il popolaresco, vocazione estroversa, ridanciana e grottesca di Licata molto forte, per Perriera invece è praticamente è assente. Anche se in fase tarda Michele mette in scena a Teatès un testo di Licata, A parte, dedicato all’AIDS, che gli commissiona apposta.

00:47:00

Salvo Licata e Piero Violante, lunga frequentazione

 

Amicizia lunga, Violante ha composto musiche per alcuni spettacoli di Perriera, ha parlato di lui in vari articoli. Agli inizi ha anche recitato in un radiodramma di Perriera,  il Signor X. Passioni Musicali, letterarie e filosofiche li univano, la letteratura austro-ungarica, la Scuola di Francoforte, citato Swinging Palermo.

00:49:55

Palermo nel secondo Novecento. Forte trasporto ideale

Riflessioni su quell’epoca, ormai alle spalle, quando si pensava che il mondo potesse cambiare davvero, che si potesse investire a trasformare il reale, quando dietro le azioni c’era sempre una forte impronta ideologica, un retroterra di pensiero. Si parla di Palermo come città morta, città della lamentela, della mafia…Ma al contempo c’è la Palermo del forte trasporto ideale.

00:51:45

Gruppo 63: adesione e distacco di Perriera

 

Michele è co-fondatore del Gruppo 63 ma lo abbandona abbastanza presto… si fondava sullo sgretolamento e dissonanza del verbale, Michele Perriera nel tempo invece decide di dare forma affabulatoria più comunicativa alla sua scrittura, non amava il settarismo ideologico, il dichiararsi prepotentemente all’avanguardia. Ma fu Nanni Balestrini a spingerlo a pubblicare il suo primo libro, fortemente sentito dalla Scuola di Palermo, Testa e Di Marco.

00:54.01

L’epoca dei dibattiti

La voglia di fare dibattiti, molto rigorosi, con una carica di aggressività eccessiva, ma grande spessore culturale. Il tempo dei dibattiti post-film e post spettacolo. Confronto con l’oggi, tempo di cagnara e insulto reciproco, mentre riconosce al passato una capacità analitica discorsiva, raziocinante.
00:57:27 Conclusione dell’intervista principale. Il testimone mostra alcuni libri del padre.
01:13:25 Fine della registrazione.



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Interview Duration: 01:13:25

Registration Duration: 01:13:25

Format: mp3

Type: Audio

Language: Italiano

Subjects:

Original Document Placement:



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Citation

Intervista a Perriera Gianfranco, di Raciti Viviana, Palermo, il 26-10-2019, Progetto “La memoria dei teatri universitari in Italia (PRIN 2015. Per-formare il sociale)”, Collezione Ormete (ORMT-07PAc), consultata in URL:< http://www.patrimoniorale.ormete.net/../.. >, (data di accesso)



Relation:


Bibliography:

  • Michele Perriera, Uno scrittore in redazione. Articoli, cronache, critiche, commenti di vita culturale. «L’Ora» 1961-1992, Palermo, Sellerio, 2020