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00:01:23 Il provino come primo ricordo |
È del 1959 il primo ricordo legato al CUT, subito dopo aver frequentato il liceo, il testimone fa una specie di provino su invito di Antonio Marsala ed Enzo Zappulla, allora direttori. In quel periodo non c’era ancora una sede fisica, gli spettacoli erano fatti al Politeama Garibaldi. Il testimone racconta di una scalata improvvisa diventa dirigente dopo poco. Tra gli altri nomi ricorda quello di Aldo Aiello |
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00:02:49 Inquadramento storico della Palermo teatrale |
Il testimone fa un riquadro storico della situazione palermitana dell’epoca, ritorna più volte l’espressione “a Palermo non c’era niente”. L’unico teatro di prosa della città era un Piccolo teatro diretto dalla signora molto religiosa che era solita censurare anche i testi classici, le attrici. L’intervistatrice chiede conferma se tale piccolo teatro fosse o meno lo stesso fondato da Nino Drago, il testimone risponde negativamente, si trattava di due esperienze e luoghi diversi. Nel 1961, grazie a un piccolo finanziamento dell’ORUP di cui era rappresentante Montemagno, riescono ad affittare un piccolo spazio in piazza Politeama, chiamato poi Teatro dei 172, proprio perché aveva soltanto 172 posti, dove lavorano fino al 1968. In quest’anno il testimone lascia l’esperienza, rimane Beno Mazzone per un anno, poi sposta le sue attività in piazza Marina. al Teatro Libero. |
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00:05:07 L’esperienza del teatro dei cantieri navali |
Racconta che dopo il ’68 inizia con Piero Violante l’esperienza del Teatro dei cantieri navali, con gli operai, per una durata di circa due anni. Gli spettacoli fatti da loro erano “politicamente non graditi”, tanto che vengono buttati fuori dai Piaggio che allora detenevano quelli spazi. Su richiesta dell’intervistatrice, Montemagno dichiara che questa esperienza era separata da quelle legate al CUT, che dichiara non esistere più dopo il 1968-69. |
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00:06:08 Elementi di forza e gli obiettivi del CUT |
Lo svecchiamento del teatro (rispetto alla situazione palermitana e anche rispetto a Catania più legata al teatro in dialetto, o al massimo i classici). l’intervistatrice richiama un’affermazione di un critico del luogo, Roberto Giambrone, che come CUT furono tra i primi a portare Beckett in Italia nel 1962-63. L’intervistato ricorda anche Ionesco. “Abbiamo cercato di portare questi autori modernissimi, avanguardia” (07:26) |
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00:07:35 Sul volume Il teatro di prosa in Sicilia |
L’intervistatrice fa riferimento a un testo critico del testimone del 1969, Il teatro di prosa in Sicilia, molto legato al rapporto questioni locali/questioni internazionali. L’autore se ne distacca in parte perché lo definisce troppo governativo, un sogno di poter fare certe cose ma troppo governativo. Idea di fare il teatro in Sicilia come siciliano, ma la loro posizione era in contrasto, rispetto alla volontà di svecchiamento. Inchiesta fatta dopo il CUT. Unica cosa utile è la situazione del teatro in quel tempo. |
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00:09:48 Importanza del CUT |
Si ritorna a parlare del CUT, reale importanza dell’esperienza per lui come fondativa di tante altre figure artistiche, nucleo che ha dato il via a molti artisti. Cantatrice calva diretta da Michele Perriera, Salvo Licata, Antonio Marsala, I Travaglini, Gigi Borruso. |
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00:11:42 Rapporti con l’università e all’estero |
Rapporti con l’università palermitana pochi, solo con l’organo rappresentativo, non con i docenti, alcuni venivano a vedere, ma no scambio tra materie. Tuttavia frequentano alcuni Festival universitari, sia in Italia, come quello di Parma, ma anche all’estero, vanno sia a Grenoble che a Zagabria. Anche in questo caso i rapporti non sono intermediati dall’istituzione o da professori, ma da altri componenti dell’organizzazione: il testimone fa il nome di Paolo Ursi, forse Aldo Aiello, non ricorda bene. L’intervistatrice prova a chiedere qualcosa di più su Zagabria, se ci fossero anche dei confronti tra i gruppi. Montemagno ricorda che il quotidiano di Zagabria fece un servizio su di loro, non molto altro. |
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00:13:46 Pino Caruso |
Divagazione sul’attore Pino Caruso, che aveva partecipato agli spettacoli del Cut, poi durante il ritorno da una trasferta verso uno di questi festival, per un imprevisto inizia a lavorare al Bagaglino a Roma. |
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00:15:11 Il volume Teatro Uno e gli autori scelti dal CUT |
Si parla di un altro volume, che raccoglieva i testi di molti autori allora contemporanei, Teatro uno. L’intervistatrice chiede degli autori a cui facevano riferimento e il testimone sostiene che a loro piacessero gli autori russi, definendola una “tendenza sinistrorsa”, parlando anche che andavano alla ricerca della “freschezza della modernità”. Ricorda a proposito di un reading di poesie di Evtušenko, in cui il poeta invitato leggeva in russo, mentre Rita Calapso e lui leggevano in italiano. A posteriori ricorda anche dell’interesse nei confronti di alcuni autori americani, ridimensiona il taglio, un po’ meno politico. |
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00:17:42 Il teatro e le messinscene |
I testi venivano messi in scena con semplicità, avendo a disposizione un teatro. Ricorda che nei locali del teatro ospitavano due italiani che dopo essere emigrati all’estero erano tornati e loro svolgevano funzioni di macchinisti, scenografi. il nome di uno dei due era Mister Joe, ricordato con affetto. |
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00:18:32 (Momento di pausa) alcuni commenti a margine |
Interruzione, con alcuni stralci di commento. Il testimone commenta a distanza sul fatto che quel teatro fosse bello, che avessero tutto, poi rientrando però aggiunge di aver dimenticato molto di quel periodo, sul suo aver fatto anche il drammaturgo. Nel frattempo, cerca un volume contenente alcuni suoi testi. |
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00:19:36 (Momento di pausa) i ruoli svolti dal testimone nel CUT |
In quell’esperienza il testimone ha svolto diversi ruoli: l’attore, il regista, successivamente anche il drammaturgo. L’intervistatrice ricorda un suo testo su Martin Luther King, fatto assieme a Piero Violante, il testimone specifica che avvenne successivamente, durante l’esperienza dei cantieri navali. Va a cercare alcuni testi in silenzio. |
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00:21:27 Sfogliando i testi di Montemagno |
Il testimone mostra alcuni suoi testi, auto-pubblicati su ilmiolibro.it.
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00:22.41 Sulla morte di Rita Atria, testo di Montemagno e regia di Perriera |
L’intervistatrice sfogliando il testo, legge ad alta voce il titolo di una lettera a lui inviata da Michele Perriera, regista di uno testo del testimone su Rita Atria, figura chiave nelle indagini di mafia, che si suicidò dopo la morte di Borsellino. Il testimone ricorda che il testo gli fu commissionato da Perriera in concomitanza con la morte. Il testimone ricorda i fatti e l’occasione della messinscena. |
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00:24:34 I Testi di Montemagno: teatro civile, te |
Sfogliando i testi del testimone, l’intervistatrice chiede di altre sue regie, che Montemagno affronta velocemente, dicendo di aver diretto a volte anche lui qualche suo testo, di aver rappresentato al Biondo qualche spettacolo. Tra i testi appare anche uno dedicato alle donne dei Viceré, e la conversazione si sposta su Luigi Natoli, di cui il testimone è biografo, in quanto tramite legami familiari ha potuto raccogliere moltissime notizie. Riprendono a sfogliare i testi del testimone, scritti spesso su commissione o legati a fatti di cronaca, e prende a esempio il suo Discorso sulla contrapposizione tra violenza e non violenza a proposito della morte violenta del non violento Martin Luther King, realizzato durante gli anni del teatro ai cantieri navali, immediatamente dopo la morte e sostiene che “ho fatto in teatro quello che ho fatto da giornalista” (27:28),. Tra i testi alcuni commissionati da Pietro Carriglio, direttore del Biondo, a tema vario, altri legati a tematiche antimafia, tra cui anche Fango, commissionato dal Centro Pio La Torre. Non mancano anche alcuni testi più legati al mondo teatrale, come il dialogo in cui un personaggio è fissato con Bertolt Brecht, Ciao Bert. |
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00:33:25 Sul lavoro al CUT al tempo del Teatro dei 172 |
Il testimone ricorda che al CUT si sono divertiti molto, presentavano spettacoli in una stagione, si sostentavano solo attraverso lo sbigliettamento, non avevano contributi da altri enti; solo l’affitto del luogo era sovvenzionato dall’ORUP, loro non venivano pagati. Sugli spettatori, ricorda che fossero di tutti i tipi. |
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00:34:37 Contesto palermitano |
Le istituzioni palermitane hanno provato a organizzare negli anni delle compagnie stabili ma senza continuità, nel tentativo di creare un teatro stabile. Un anno arriva Franco Parenti per creare una compagnia al Teatro Bellini, tuttavia durante delle prove in estate Nino Drago incendia il teatro per un proiettore troppo vicino al sipario (Parenti fonda il primo teatro stabile palermitano nel 1963, mentre l’incendio avviene nel marzo ’64, ndc ). Chi riesce, secondo il testimone, nell’impresa di creazione di un teatro stabile con delle stagioni interessanti è Carriglio a fine settanta al Teatro Biondo. Il CUT ricorda come esperienza seminale anche rispetto alle cantine. |
| 00:37:12 | Commenta sul presente teatrale, non va più molto spesso a teatro. |
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00:37:48 Altri attori del CUT |
L’intervistatrice chiede al testimone di poter vedere insieme alcuni documenti, il testimone le mostra e commenta un invito alle poesie di Evtušenko, leggendo ancora emerge il nome di Marisa Maraventano, attrice del CUT. Tra gli attori alcuni non hanno fatto più niente, altri come Rita Calapso ha lavorato alla rai, Loredana Martinez ha continuato a lavorare tutta la vita in teatro, così come anche Pippo Taranto, anche Antonio Marsala, di cui fornisce i contatti. |
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00:41:57 Sfogliando quotidiani |
Ritornano a parlare degli autori del Teatro uno citato dal critico teatrale Guido Valdini, critico teatrale ma più giovane, che ha frequentato soprattutto il periodo da Beno Mazzone in poi. Il testimone, anche lui giornalista, si è occupato di cronaca politica al giornale «L’Ora». Parlano un po’ del quotidiano e di come fu uno dei primi a parlare esplicitamente di mafia e per questo fu colpita con delle bombe. Nel frattempo continuano a sfogliare giornali, tra i giornalisti che avevano scritto sul CUT: Egle Maggio Palazzolo del «Giornale di Sicilia», Beppe Fazio de «L’Ora» altri non noti. I ritagli di giornale gli sono stati dati da un attore, Pippo Romeres, dalla voce eccezionale. |
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00:47:20 Ancora sul CUT, collaborazioni |
Al CUT lavorano tantissimo con un americano, da lui ricordato come Mr Svenneby, che fa fare loro diversi esercizi fisici e vocali. Collaborano con alcune istituzioni come l’USIS di Palermo, nel ‘59 in merito a spettacoli su Wilder, Lungo pranzo di natale e Piccola città al Politeama, e più tardi al Teatro dei 172 per Uomini e topi di Steinbeck, nel 1961 con l’associazione siciliana per l’amicizia tra i popoli delle letture da Majakovskij. Gor’kij, Beckett. Ancora sfogliano i ritagli di giornale commentandoli, ricorda anche dell’incontro con il Living Theatre, ma non la data precisa. |
| 00:57:42 | Conclusione dell’intervista e fine della registrazione |
Interview Duration: 00:57:42
Registration Duration: 00:57:42
Format: wav
Type: Audio
Language: Italiano
Subjects:
Original Document Placement:
- ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma
- Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova
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Citation
Intervista a Montemagno Gabriello, di Raciti Viviana, Palermo, il 25/10/2019, Progetto “La memoria dei teatri universitari in Italia (PRIN 2015. Per-formare il sociale)”, Collezione Ormete (ORMT-07PAb), consultata in URL:< http://www.patrimoniorale.ormete.net/../.. >, (data di accesso)
Relation:
Bibliography:
- Gabriello Montemagno, Teatro operaio ai cantieri navali, «Rivista di Storia delle Idee», a.7, n.1, 2018, pp. 233-235
