00:00:00- 00:10:23 Punto di partenza: il teatro di parola, il ruolo del testo e la sua riproducibilità sulla scena. Ronconi “conoscitore” della realtà. | MM. “Immersione” nel mondo di Ronconi, straordinario e fantastico. I copioni considerati come un diario di bordo, una “mappa”. (L’attrice mostra alcune pagine di copioni non identificati) Indicazioni specifiche su movimenti, spostamenti, sottotesti. Quello di Ronconi era un teatro di parola, restituito sulla scena mediante uno specifico lavoro con il corpo: spazializzazione del testo. Sulle pagine bianche, Manuela Mandracchia annotava degli appunti personali e significati indicati da Ronconi. In riferimento a Ronconi, impossibilità di parlare di un metodo certificato. Esplorazione testuale e attenzione alla lingua: genialità ronconiana di lettura del testo. La conoscenza della realtà, cogliere le possibilità infinite della lingua, riproducibili con le intonazioni. Una vita vissuta in teatro. “Quando ti parlava dei personaggi sembrava che passasse la sua esistenza a passeggiare nelle borgate, a parlare con le persone, a conoscere, a curiosare e a osservare i tic, le manie e le caratteristiche, anche linguistiche, di tutte le persone, che poi ci ripresentava” (00:05:38). Riprodurre la vita, non l’immagine della vita, senza passare per codici mediatici. Chiave di lettura. |
00:10:24- 00:20:26 Ricordi di spettacoli sparsi. L’emozione nel teatro di Luca Ronconi. Il teatro di parola. | MM. Ricordo: primo spettacolo con Luca Ronconi, piccola sostituzione in Verso Peer Gynt ⦏Prima rappresentazione: Teatro Centrale, Roma, 13 aprile 1995⦐. Lavoro sull’intonazione così da riprodurre la realtà e la varia umanità. La comunicazione non avveniva in maniera “orizzontale, lineare”. Manuela Mandracchia interpreta Lucia nel Candelaio ⦍Prima rappresentazione: Teatro Bellini, Palermo, 23 maggio 2001⦎: Ronconi sembrava aver osservato da sempre le portinaie. Legame speciale con Roma. La romanità: modo di parlare il dialetto, di riproporre la sonorità romana. Capacità di attraversare la linea dei testi con una grande cultura, conoscenza dell’autore e del testo stesso, dell’essere umano, del linguaggio e di come veniva parlata la lingua. Dieci spettacoli assieme, “Ronconi era molto corpo, molta emozione, sottopelle. Non ne parlava mai ⦏in riferimento all’emozione⦐, però era profonda; se riuscivi a cogliere quella, allora come attore avevi capito anche la chiave della tua interpretazione” (00:16:46). “Un viaggio complicatissimo”. Il coraggio di “giocare” con il linguaggio. |
00:20:27-00:24:43 Lo strumento dell’ironia. Il ruolo dello spettatore nel gioco scenico. | MM. L’ironia intesa come “mezzo per aprire” le battute, per comprendere meglio i personaggi, per rivelare la sua parte “nera”.Considerare ogni testo come una sovrapposizione di più stili. “Rifuggire” dall’intensità generica. Ruolo attivo e partecipe dello spettatore, spiazzato dalle dinamiche di gioco e ironia anche nei testi tragici. L’idea di una fruizione diversa: concepibile l’idea della disattenzione, della noia. |
00:24:44-00:44:37 Questa sera si recita a soggetto: regia, panoptismo, improvvisazione. Il rapporto Pirandello – Ronconi. | MM. Riferimenti a Questa sera si recita a soggetto ⦍Prima rappresentazione: Teatro Nacional Dona Maria II, Lisbona: 7 maggio 1998⦎, Mandracchia nella parte della Chanteuse (scena recuperata). Spettacolo non “riuscitissimo”. Complessità: la presenza di finti spettatori, la scenografia con sedie sospese, il Dottor Hinkfuss rappresentato come fosse un “demiurgo, creatore di vite”. Tanta analisi del concetto di regia. Il concetto di panoptismo: recitare senza sapere dove fosse l’osservatore. Il concetto di improvvisazione. Aneddoto della rappresentazione pirandelliana a Milano. Riproposizione nel tempo dei testi di Pirandello: il livello di analisi dello spettatore muta. Il monologo di Mommina, un “depliant di presentazione del teatro” (Elisabetta Pozzi e Galatea Ranzi): il rapporto che l’attrice instaura con quel personaggio. Da profonda nostalgia, pensata da Pirandello per la parte, all’odio per il teatro, sensazione tirata fuori da Ronconi. |
00:44:38-00:52:54 Il lavoro con gli attori. | BB. Quale il punto di vista di Manuela Mandracchia. Ronconi aveva sin dall’inizio lo spettacolo in mente? MM. Proposta precisa e strutturata dello spettacolo. L’incontro con gli attori aggiungeva nuovi stimoli e intuizioni. Una vita “abbastanza tranquilla” con Ronconi: margini di libertà. Per attori e attrici giovani, il lavoro era reso più complicato. Molte dinamiche che cambiavano spesso. Esempio: Amor nello specchio ⦍Prima rappresentazione: Corso Ercole I d’Este, Ferrara, 6 luglio 2002⦎, Mariangela Melato che prende le “difese” dei colleghi più giovani. Figura a volte “ingombrante”. Secondo la Mandracchia: importanza della gestione in autonomia, da parte degli attori, della vita sul palcoscenico. La libertà creativa dell’attore: il padre-regista deve imparare a lasciare andare. |
00:52:55-01:01:18 Razionalità ed emotività. | FF. Ronconi considerato spesso regista razionale. Esistenza o meno di una parte lasciata all’istinto. MM. Ronconi uomo e regista razionale. Era compito dell’attore cogliere quelle emozioni di cui non parlava mai. Riferimenti emotivamente toccanti a Lolita ⦍Prima rappresentazione: Teatro Strehler, Milano, 22 gennaio 2001⦎. Romanzo complesso per l’idea della pedofilia. Connubio, nello spettacolo, di due amori: quello di Nabokov per la lingua inglese (analisi metaletteraria) e quello di Humbert Humbert (Franco Branciaroli) per la bambina. Verso Peer Gynt: Massimo Popolizio e Annamaria Guarnieri “magnifici”. Racconto tutto razionale. L’emozione dell’artificio |
01:01:19-01:10:08 Roma e Milano a confronto. | BB. Quali le differenze di Ronconi nel dirigere spettacoli a Roma e Milano. MM. Due mondi diversi, due modi di organizzazione teatrale. Concetto di economia teatrale, di teatro stabile (a Milano). Grande tradizione milanese di portare i cittadini al teatro, creando un’abitudine. Nel momento in cui Ronconi si trasferisce al Piccolo Teatro di Milano, il mito di Strehler era “ingombrante”. Roma patisce tutta la sua complessità: il rapporto con le istituzioni. |
01:10:09-01:21:03 Il lavoro di squadra: dietro le quinte e in palcoscenico. | BB. Complessità del lavoro sugli spettacoli. MM. Fondamentale per la buona riuscita degli spettacoli, era la collaborazione tra attori e tecnici. “Una cittadella che si muoveva”. Ronconi aveva la capacità di coinvolgere tutti, in egual misura. Tutti e tutte fondamentali. Esempio: Verso Peer Gynt, spettacolo in trasferta. Altra cosa incredibile di Ronconi: lui lavorava col “pop”. Divertimento anche nel panico: la caduta della parete in Quer pasticciaccio brutto de via Merulana ⦍Prima rappresentazione: Teatro Argentina, Roma, 20 febbraio 1996⦎. Per la Mandracchia sembrava entrare in un mondo fantastico. Ora difficoltà a riprodurre spettacoli di quel calibro per ragioni economiche. |
01:21:04-01:27:40 Il momento delle prove: flessibilità e prontezza di attori e tecnici alle esigenze di Ronconi. | FF. Come Ronconi strutturava il lavoro con la compagnia. MM. Lettura a tavolino con gli attori: analisi del testo e movimenti. Si procedeva, poi, al montaggio di uno spazio similare al palcoscenico. Riferimenti a Il Panico [Prima rappresentazione: Piccolo Teatro Strehler, Milano, 15 gennaio 2013⦎, una piccola stanza. Al centro del testo, il tema del denaro: rapporto con la situazione dell’Argentina, che stava attraversando una profonda crisi economica. Prontezza degli attori e dei tecnici nel rispettare le richieste di Ronconi in caso di ripensamenti e modifiche. |
01:27:41-01:35:37 Ronconi-uomo. La solitudine dei maestri. | FF. Ronconi dal punto di vista umano. MM. Il destino dei registi: la solitudine. La Mandracchia non sente mai l’esigenza di conoscere/vedere l’intimità di un regista. Esistenza di un certo tipo di femminilità che lo disturbava. Ricordo di una “distanza amorevole” con il regista. Il timore di avvicinarsi troppo. |
01:35:38-01:46:03 Ronconi: il rapporto con le donne. | BB. Quale il rapporto con le attrici. MM. Discorso complicato: minoranza dei ruoli femminili rispetto a quelli maschili. Negli spettacoli di Ronconi, donne “mostrificate”, caratteri duri, volitivi, cupi. Tutto passava attraverso il corpo di Ronconi. In Amor nello specchio: non comprensione della Mandracchia della sua parte: recitare con ironia o con serietà, rappresentando il giudizio del regista nei confronti del personaggio. Misoginia generale, da aggiungere al rapporto che le donne hanno con la rappresentazione del femminile. |
01:46:04-01:50:09 La lezione ronconiana e la sua influenza su Manuela Mandracchia. | FF. Il lascito di Ronconi sulla Mandracchia. MM. Fondazione della compagnia MitiPretese, quattro donne che hanno lavorato con Ronconi. Alla base: la volontà di raccontare un femminile diverso. La lezioni di Ronconi: desiderio di continuare a lavorare con il testo e con il linguaggio, giocare, sperimentare, entrare dentro. Il primo spettacolo: Roma ore 11 di Elio Petri, non un testo teatrale. |
01:50:10-01:54:00 La compagnia MitiPretese a Centro Teatrale Santacristina. | BB. Centro Teatrale Santacristina. MM. Ha lavorato molto affianco di Ronconi, nonostante ci sia stato un allontanamento. Allestimento di Roma ore 11 a Santacristina, sotto gli occhi di Ronconi. |
01:54:01-02:07:41 Riflessioni finali. Fine dell’intervista. | BB. Chiede di ritornare sui copioni. Un ricordo in particolare. MM. Immersione nel teatro di Ronconi: il ritrovo di parole, di testi e annotazioni. Ringraziamenti finali e lettura formula di chiusura dell’intervista. |
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Interview Duration: 02:30:00 circaRegistration Duration: 02:07:41Format: Mp3Type: AudioLanguage: ItalianoSubjects: Original Document Placement: – ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma (www.icbsa.it) – Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova (www.museoattore.it) – Archivio Teatro di RomaUsage and Rights:
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Citation Intervista a Mandracchia Manuela, di Berardi Barbara, Ferraro Federica, il 20/05/2021 Progetto “Ronconi a Roma”, Collezione ORMT-11, consultata in URL:< http://www.patrimoniorale.ormete.net/../.. >, (data di accesso).
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