| 00:00:12 Presentazione del testimone e primi ricordi legato al CUT di Palermo | A.I. chiede al testimone di raccontare il primo ricordo legato al Centro Universitario Teatrale di Palermo.B.M. racconta che il primo contatto con il CUT avvenne durante gli anni del liceo, in veste di semplice spettatore. Scoprì il teatro dei 172 CUT, allora situato in via Emerico Amari, a Palermo, e cominciò a frequentarlo con interesse durante gli anni del liceo, assistendo agli spettacoli in programma: ricorda Uomini e topi di John Steinbeck e un recital dedicato al presidente Kennedy, curato da Antonio Marsala, andato in scena nel 1963. |
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00:02:17 Una pausa forzata: la crisi del CUT nel 1964 |
Nel proseguire il racconto, il testimone riferisce che verso la fine del 1964 l’attività del Centro Universitario Teatrale di Palermo si interruppe. La decisione fu conseguenza di divergenze emerse tra alcune delle figure centrali del gruppo, che portarono a una frattura interna e alla sospensione delle attività teatrali. Vengono citati alcuni dei protagonisti di quella stagione creativa, definita dallo stesso testimone come la «parte vitale» del CUT palermitano: Antonio Marsala, Gabriello Montemagno, Michele Perriera, Gaetano Testa, Luigi Montalbano e Pigi Maravigna. |
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00:03:36 La sfida di Perriera e la rinascita del Teatro dei 172 |
Dopo il periodo di interruzione del Centro Universitario Teatrale, il testimone racconta di essere stato sollecitato da Michele Perriera a farsi carico del rilancio dell’attività teatrale. Fu una vera e propria provocazione, lanciata a un giovane appena uscito dal liceo, ma già sensibile al linguaggio del teatro, che aveva conosciuto e frequentato durante gli anni scolastici, partecipando a diverse iniziative culturali. Accettò la sfida con entusiasmo ed ebbe così l’idea di riprendere Dialogo di amore e morte, uno spettacolo realizzato durante il liceo, ispirato a liriche greche, e di rielaborarlo in una nuova veste scenica. La nuova versione debuttò nella primavera del 1965, collaborarono il macchinista e scenotecnico Italo Americani, noto come “Mister Jo”, e il pittore Gaetano Lomanto per la scenografia. Il debutto dello spettacolo non fu solo un ritorno alla scena, ma anche un pretesto per attirare nuovamente l’attenzione della città sull’esistenza e sul valore del Teatro dei 172. |
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00:06:14 Lo sfratto dal Teatro dei 172 |
Il testimone ricorda quel momento come un vero e proprio «grido di dolore». La situazione era critica: l’ORUP, l’organismo rappresentativo degli universitari di Palermo, aveva deciso di disdire il contratto d’affitto del Teatro dei 172, con una scadenza precisa per lasciare libero lo spazio, e il gruppo si trovò costretto a cercare in fretta una soluzione. In un estremo tentativo di salvare il teatro, B.M. cercò il coinvolgimento dell’Azienda di Turismo. Il vicepresidente dell’ente, l’avvocato Diego Gurlo, organizzatore della rassegna di spettacoli al Teatro Biondo, si dimostrò favorevole all’idea, ma l’obiettivo principale di B.M. era riuscire a ottenere un contributo economico sufficiente a coprire l’affitto annuale dello spazio teatrale. Nonostante i contatti e gli sforzi, non fu possibile reperire i fondi necessari. Così, nel luglio del 1964, il teatro fu definitivamente sgomberato. |
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00:08:55 Rinascita del CUT in altra veste, come Officina Teatrale dei 172; i rapporti con ORUP riprendono nel 67/68 |
Dopo la chiusura del Teatro dei 172 e lo sfratto dai locali di via Emerico Amari, B.M. racconta la scelta fatta insieme a un gruppo di amici: affittare una ex stalla all’interno di un palazzo borghese in via Venti Settembre n. 65, trasformandola in una piccola «cantina teatrale». Nacque così, tra il 1965 e il 1967, l’Officina Teatrale dei 172, un’esperienza completamente indipendente e autofinanziata, priva del sostegno dell’ORUP, che segnava di fatto la fine ufficiale del Centro Universitario Teatrale come era stato fino a quel momento. Ciononostante, coi vertici dell’ORUP — allora guidata da Franco Arcuti (presidente) e Gianni Pugliese (vicepresidente) — si mantennero dei contatti. Fu così che tra il 1967 e il 1968 vennero ripresi i rapporti, e venne stipulata una convenzione che permise all’Officina di riacquisire il nome di Centro Universitario Teatrale (CUT), pur restando formalmente indipendente dall’organizzazione universitaria. Il testimone riferisce anche di aver sollecitato Michele Perriera a riprendere la direzione artistica. Nel frattempo, l’Officina Teatrale continuò a operare in via Venti Settembre, ma venne aperta anche una nuova sede in via Niccolò Garzilli, dove fu trasferita ufficialmente l’attività del Teatro dei 172 CUT. Il testimone inizialmente contribuì ad entrambi, poi scelse il Teatro dei 172 CUT e il Teatro Officina passò in altre mani. |
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00:14:30 Il terremoto a Palermo nel gennaio 68 e la riapertura del CUT in aprile con Non toccare il gallo bianco |
Durante i lavori di sistemazione della nuova sede del Teatro dei 172 CUT, nel gennaio del 1968, la città fu colpita dal terremoto e i lavori furono bruscamente interrotti. Fu solo qualche mese dopo, nell’aprile del 1968, che il Centro Universitario Teatrale poté finalmente riprendere le sue attività. La riapertura fu segnata dallo spettacolo Non toccare il gallo bianco, diretto da Michele Perriera, con musiche di scena composte da Salvatore Sciarrino. La nuova sala teatrale, con una capienza di circa 70 posti, accolse il pubblico per diverse repliche dello spettacolo, segnando la rinascita del CUT. |
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00:16:53 Il ’68 travolge il CUT: fine di un’epoca |
B.M. prosegue il racconto ricordando un secondo evento drammatico che segnò il destino del Teatro dei 172 CUT e che si verificò nel maggio del 1968: il movimento studentesco, esploso in Francia, ebbe ripercussioni anche in Italia. Il clima di contestazione si diffuse rapidamente, investendo anche l’ambiente universitario palermitano. Il CUT, che nel frattempo si era arricchito della partecipazione di nuovi e giovani membri, fu attraversato internamente da tensioni e critiche radicali, riflesso diretto della più ampia contestazione studentesca. Verso il mese di giugno, la situazione divenne insostenibile: il teatro fu chiuso. Da quel momento in poi, il CUT non riprese più la propria attività. «La contestazione studentesca aveva spazzato via tutti gli organismi rappresentativi universitari». |
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00:18:59 Il Teatro Libero, da formazione universitaria a gruppo professionale, e le tournée all’estero nei festival dei Teatri Universitari |
Nell’autunno del 1968, il testimone fondò il Teatro Libero, inizialmente chiamato Formazione Universitaria. Nel 1977 il gruppo diventò professionale, assumendo il nome di Gruppo Teatro Libero, con un rapporto ufficiale con il Ministero. Tra il 1970 e il 1971 ricevettero un piccolo finanziamento ministeriale. Fin dal 1969 avevano l’obiettivo di uscire da Palermo, partecipando a festival internazionali come quello del Teatro Studentesco di Zagabria e in Polonia, al “festival dei festival” di Wroklaw. Il primo spettacolo fu Insulti al pubblico di Peter Handke, presentato a Palermo nel 1968 presso la Biblioteca del Goethe Institute e poi a Zagabria. |
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00.21:44 Insulti al pubblico al Festival di Zagabria |
Il testimone racconta che la partecipazione al Festival di Zagabria fu una bellissima esperienza. Lo spettacolo di Handke, molto provocatorio, prevedeva l’uso di manichini con la scritta “attore”. Suoni preregistrati diffondevano le battute del testo, mentre immagini e fotografie venivano proiettate sui manichini. Alla fine, il manichino veniva avvolto in plastica, e anche il pubblico veniva coperto da un velo di cellophane, costretto a interagire per liberarsi. |
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00:23:59 Assistente alla cattedra di Edoardo Bruno, e in tournée a Parma, all’Aquila e ancora a Zagabria; poi la professionalizzazione del Teatro Libero |
Il testimone ricorda che la prima partecipazione al Festival di Zagabria avvenne nel 1969, seguita da altre due partecipazioni successive. Riguardo al Festival FITU di Parma, il testimone spiega di aver partecipato nel 1965 con il Gruppo Teatro Libero, ancora prima che diventasse una compagnia professionale. Durante quel periodo, all’interno dell’Università, tenne un laboratorio su Bertolt Brecht, mentre frequentava la cattedra di storia del teatro sotto la guida di Edoardo Bruno. Al termine del laboratorio realizzarono la messa in scena di Le nozze piccolo borghesi di Brecht. Con questo spettacolo parteciparono a un festival all’Aquila, organizzato da Antonio Centofanti, e successivamente al Festival di Parma, nel ridotto del Teatro Regio, e di nuovo a Zagabria. Questa produzione segnò la conclusione dell’esperienza universitaria del CUT e del Teatro Libero. Nel 1976-77, la compagnia fondante del Teatro Libero decise di costituirsi come gruppo professionale. |
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00:28:54 Il non-festival Incontro Azione
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A.I. domanda al testimone se il Festival Incontro Azione, si può definire figlio di quelle esperienze, dal Festival di Zagabria al FITU di Parma. B.M. spiega che il Festival Incontro Azione nacque dall’esigenza di creare un momento di confronto tra il lavoro del Teatro Libero e altre realtà teatrali, ma anche dalla volontà di portare a Palermo, dove esisteva solo il teatro commerciale o istituzionale importato dall’Azienda del Turismo, anche spettacoli del teatro di ricerca, visti in altri contesti culturali. Così, nel 1970, fu inventato un «non-festival» chiamato Incontro Azione. La sua forza stava nel fatto che, come a Parma e a Zagabria, le compagnie non si limitavano a partecipare per una sola serata, ma restavano a Palermo per diversi giorni, incontrandosi, confrontandosi e lavorando insieme. Il progetto trovò sostegno nell’Azienda di Turismo, che finanziò l’affitto di un tendone da circo collocato in un giardino, mentre l’Opera Universitaria offrì ospitalità presso la Casa del Goliardo — l’ex Hotel de France — allora in stato di abbandono. Successivamente, le attività si svolgevano sia nel tendone sia nella Casa dello Studente. Nel 1973, durante l’inizio dei lavori di ristrutturazione della Casa dello Studente, progetto poi bloccato per oltre 25 anni, il gruppo riuscì a trasformare l’ex salone di rappresentanza dell’ex Hotel de France nella nuova sede del Teatro Libero e a farne, da allora, la propria base stabile. Dal 1977 divenne anche la sede del laboratorio teatrale della Facoltà di Lettere, diretto dallo stesso testimone. |
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00:34:33 Il laboratorio teatrale universitario dal 1977 Le sedi in Piazza Marina a Palermo |
Il laboratorio teatrale universitario nacque dall’intenzione del testimone di «istituzionalizzare, all’interno dell’università, il lavoro del Teatro Universitario e del Teatro Libero come formazione universitaria». Con il supporto di alcuni docenti, Mazzone riuscì a fondare il laboratorio presso la Facoltà di Lettere: il Preside ricopriva il ruolo di presidente e il testimone ne era il direttore. La sede operativa fu quella del Teatro Libero, ubicato nell’ex mensa universitaria, che divenne un punto di riferimento stabile per l’attività teatrale universitaria. |
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00:37:00 Dal 1999 il Teatro Libero è in Salita Partanna
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Nel 1999, racconta il testimone, iniziarono i lavori di ristrutturazione dell’immobile che per oltre 25 anni aveva ospitato il Teatro Libero e il laboratorio teatrale universitario. Di conseguenza, fu chiesto al teatro e al laboratorio di lasciare la sede. La nuova collocazione fu individuata nella sala di Salita Partanna 4, in Piazza Marina, a Palermo — sede che è tuttora in uso. Curiosamente, si tratta di uno spazio esattamente speculare rispetto alla sede storica del 1973, situata in Vicolo Sant’Uffizio, sull’altro lato della stessa piazza, dove all’epoca erano state trasformate le sale di rappresentanza dell’ex Hotel de France per ospitare le attività teatrali. |
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00:38:22 Ricordi di spettacoli ospitati a Incontro Azione: dalla Polonia Grotowski e il gruppo STAU, dall’Italia il Patagruppo |
Parlando del festival Incontro Azione, il testimone conferma che uno degli obiettivi principali era proprio quello di creare un dialogo con le compagnie teatrali straniere. Ricorda uno spettacolo di una compagnia tedesca proveniente da Monaco, che fu ospite a Palermo nel 1970. Negli anni successivi, molti altri gruppi stranieri presero parte al festival, soprattutto provenienti dalla Polonia, paese in cui Mazzone si recava regolarmente ogni due anni. In particolare, ricorda con emozione la partecipazione a Apocalypsis cum figuris di Jerzy Grotowski, uno degli spettacoli simbolo del teatro contemporaneo, e l’incontro personale con lo stesso regista. Sempre dalla Polonia, diversi gruppi vennero a Palermo: tra tutti, il testimone menziona lo Stary di Cracovia, che nel 1971 presentò due lavori: Sogno polacco e Spadane. In quegli anni, racconta, furono più numerosi i gruppi stranieri rispetto a quelli italiani. Le compagnie partecipavano senza cachet, ma venivano accolte con ospitalità e soggiorno garantiti a Palermo. Tra le compagnie italiane che aderirono all’iniziativa, il testimone ricorda in particolare il Patagruppo, con Rosa de Lucia e Bruno Mazzali. |
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00:42:11 I Festival del Teatro Universitario esperienza post-CUT, come Teatro Libero |
Alla domanda se avesse ricordi, come spettatore, di spettacoli o festival risalenti al periodo del CUT, il testimone risponde che la sua partecipazione ai festival teatrali fu successiva a quell’esperienza. Infatti, i festival divennero parte integrante del suo percorso con la nascita del Teatro Libero, che gli permise di entrare in contatto diretto con circuiti nazionali e internazionali. |
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00:43:03 I 25 anni del laboratorio teatrale universitario: spazio di ricerca e maestri. Un convegno sulla ricerca teatrale e i laboratori di Barba e Grotowski nei primi anni ’80, poi altri artisti, italiani e stranieri |
Il testimone racconta del laboratorio teatrale universitario, attivo dal 1977 al 1999, nato con l’intento di proseguire in modo istituzionale il lavoro svolto fino a quel momento dal Teatro Libero. Per B.M., il laboratorio aveva una funzione fondamentale: essere spazio di ricerca all’interno dell’università. Accanto all’attività di informazione e formazione, venivano organizzati seminari, laboratori e incontri con maestri di rilievo internazionale. Tra gli eventi più significativi, ricorda un convegno del 1980 su “Ricerca Teatrale e diverso culturale” con Eugenio Barba e l’Odin Teatret, che presentarono Il Milione, La Prima Internazionale, Ceneri di Brecht. Quest’ultimo fu messo in scena presso il centro di Danilo Dolci. Nel 1981, fu invece Jerzy Grotowski a tenere un incontro al laboratorio. Il testimone sottolinea come questi siano stati momenti decisivi, poiché il gruppo teatrale universitario poteva confrontarsi direttamente con maestri riconosciuti a livello internazionale. In questo senso, aggiunge, il teatro laboratorio si distingueva da Incontro Azione. Tra gli altri artisti e insegnanti e spettacoli ospitati, ricorda altri spettacoli del Teatro Stary di Cracovia: Delitto e castigo, presentato a Incontro Azione, e Nastasja Filippofna per la regia di A. Wajda presentato all’interno del Laboratorio Teatrale Universitario; poi i workshop teatrali condotti da Jerzy Stuhr e Ludwik Flaszen; anche Marisa Fabbri fu ospite del Laboratorio con un gruppo di attrici professioniste, portando un lavoro su Hölderlin. |
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00:49:52 1999: la fine forzata del laboratorio, la destinazione della sede al Museo delle Marionette, e la ricerca di una nuova casa |
Nel 1999, con l’avvio dei lavori di ristrutturazione dell’immobile in Vicolo Sant’Uffizio, il Teatro Libero fu costretto ad abbandonare la sede storica. Il ruolo del Rettore e le pressioni politiche. Con questo trasferimento forzato venne meno anche il laboratorio teatrale universitario, che fino a quel momento aveva operato in sinergia con lo spazio teatrale. L’edificio fu successivamente ceduto al Museo delle Marionette, segnando così la fine di un’esperienza durata più di vent’anni. Il testimone ricorda anche le numerose vicissitudini affrontate per trovare e acquistare una nuova sede, che richiesero impegno, trattative e un lungo lavoro di ricollocamento, fino all’individuazione della sede attuale in Salita Partanna 4, a pochi passi dalla precedente, sull’altro lato di Piazza Marina. |
Interview Duration: 01:00:26
Registration Duration: 01:00:26
Format: mp3
Type: Audio
Language: Italiano
Subjects:
Original Document Placement:
- ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma
- Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova
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Citation
Intervista a Mazzone Beno, di Inglese Alice, Palermo, il 02/04/2025, Progetto “La memoria dei teatri universitari in Italia (PRIN 2015. Per-formare il sociale)”, Collezione Ormete (ORMT-07PAg), consultata in URL:< https://www.patrimoniorale.ormete.net/./.>, (data di accesso).
Relation:
Bibliography:
- Alice Inglese, “QUANDO A PALERMO NON C’ERA NIENTE”: storia del Centro Universitario Teatrale negli anni ‘60, tesi di laurea magistrale, inedita, a.a. 2024/25, Università degli Studi di Parma.
