| 00:00:00 Presentazione del testimone | S.F. chiede al testimone di presentarsi e raccontare brevemente la sua vita. Mauro Pozzi, abitante di Castellarano, nasce in Belgio. Nel 1962 rientra con la famiglia in Italia e si ferma a Torino, a vent’anni si trasferisce definitivamente in Emilia Romagna. | 
| 00:01:39 Gli inizi come musicista nella Compagnia di Romanoro | S.F. domanda degli inizi da maggiarino e dell’esperienza del Maggio. P.M. racconta che la tradizione del Maggio nella sua famiglia conta cinque generazioni di maggiarini, rendendo questa pratica un vero e proprio patrimonio familiare. La sua prima esperienza risale al 1974, quando assistette per la prima volta al Maggio della Compagnia di Romanoro. In quel periodo, P.M. suonava la fisarmonica, così quello stesso anno iniziò a suonare insieme a suo nonno per la Compagnia di Cerredolo. Nel 1975, dopo la morte di suo nonno, violinista della squadra di Romanoro, P.M. si trova a sostituirlo, assumendo il ruolo di solista per la compagnia. Confessa che fin da subito fu affascinato dal canto del Maggio e, in segreto, cominciò a cantare. Ci informa inoltre che, durante questo periodo, la Compagnia di Romanoro si fermò per un po’, per poi riprendere le attività nel 1979. Fu proprio in quell’anno che P.M. fece il suo debutto come cantante nel Maggio, interpretando una piccola parte. | 
| 00:04:00 Cantare il Maggio: problemi di voce | Nel 1979, in occasione del secondo Maggio dell’anno, il protagonista principale rinunciò al suo ruolo, e P.M. fu chiamato a prendere il suo posto. In quel periodo, la Compagnia di Romanoro eseguiva il Maggio in Do maggiore, una tonalità particolarmente alta per un maggiarino. Sebbene fosse un tenore, P.M. non aveva la potenza necessaria per raggiungere quelle note. Confessa che la difficoltà fu tale che dovette arrendersi, temendo anche per la sua voce, e sviluppò una paura psicologica di perderla. Un episodio simile si ripeté anche nel 1980. | 
| 00:05:34 La compagnia Gli Amici del Maggio | Nel 1980, la Compagnia di Romanoro si ferma. Nel 1985, Lorenzo Aravecchia, amico di Mauro Pozzi, fonda una nuova compagnia, che non era più legata a Romanoro, ma composta da maggiarini provenienti da diverse località, come Gova, Morsiano, Romanoro e altre, tra cui Arnaldo Fontanini. La nuova formazione prende il nome di “Gli Amici del Maggio”. P.M. riprende a cantare, inizialmente interpretando piccole parti. | 
| 00:06:50 La compagnia I Due Mulini e il personaggio della guerriera | Nel 1986, un altro amico di P.M. organizza una nuova compagnia e invita P.M. e suo padre a partecipare. “I Due Mulini” fa riferimento ai due mulini situati sulle sponde del fiume che separa Morsiano da Romanoro. P.M. interpreta una parte importante, quella della “guerriera”. Racconta che, tradizionalmente, questo ruolo veniva interpretato da un uomo, munito di un gonnellino e di una coda di capelli. Per questo personaggio, era necessaria una voce più aggraziata. | 
| 00:08:30 La Compagnia Val Dolo | P.M. nel frattempo continuava a cantare anche con Gli Amici del Maggio. Successivamente, le due compagnie, Gli Amici del Maggio e I Due Mulini, si fusero dando vita alla Compagnia Val Dolo. Il nome fu preso dalla storica Compagnia di Cerredolo, che ormai non era più attiva. P.M. sottolinea che una delle caratteristiche distintive della nuova compagnia era la presenza di sei o sette delle voci più belle dell’epoca, grandi maggiarini con una solida esperienza alle spalle, il che permetteva anche ai più giovani di imparare e crescere all’interno del gruppo. Menziona alcuni dei membri più noti, come Franco Sordi, che era un grande attore, più che un cantante, un interprete eccezionale. Nomina poi Lorenzo Aravecchia e Viviano Chesi, che scherzosamente P.M. definisce «regista e produttore», ma anche abilissimi suggeritori. Racconta anche della straordinaria capacità dei leader di improvvisare rime: se un maggiarino sbagliava una parola, Aravecchia e Chesi erano in grado di cambiare immediatamente la frase successiva per mantenere la rima. Un altro grande merito fu la scrittura di nuovi Maggi appositamente adattati per gli interpreti della compagnia, modellando i personaggi in base alle capacità vocali di ciascuno. Ad esempio, la parte del “cattivo” fu sempre riservata ad Arnaldo Fontanini. Per quanto riguarda lui stesso, P.M. rivela che Chesi e Aravecchia attribuivano a lui parti più “dolci”, che gli permettevano di prendere fiato tra una quartina e l’altra, facendogli superare definitivamente la vecchia paura di cantare. | 
| 00:12:58 La Val Dolo con il passare degli anni: perdite, sostituzioni e il cambiare del pubblico | La Compagnia Val Dolo prosegue la sua attività per molti anni, nonostante le perdite dei maggiarini più anziani. P.M. considera che le difficoltà principali sono proprio nelle sostituzioni. Riflette sul fatto che, al suo tempo, il Maggio rappresentava l’unico modo per ritrovarsi con gli amici, e osserva che questa tradizione sta cambiando: il Maggio sta diventando sempre più una pratica di nicchia. P.M. sottolinea che ciò che manca oggi più di ogni altra cosa è il pubblico. Il mondo moderno, infatti, offre svariate forme di intrattenimento, riducendo l’interesse per il Maggio. Nonostante ciò, la Compagnia Val Dolo continua a essere attiva, sebbene affronti le difficoltà legate alle perdite e alle sostituzioni necessarie. | 
| 00:15:29 L’incertezza sul futuro | P.M. si domanda per quanto andrà avanti la tradizione del Maggio, i giovani sono sempre meno, il pubblico sempre più difficile e dice essere il Maggio non più un’attrazione come una volta. Pertanto nelle sagre e nelle feste dei paesini, le Pro Loco non ti chiamano nemmeno più. «Ci si deve adattare», ammette. Anche il numero limitato dei Maggi e il fatto che non se ne scrivano più rappresenta una difficoltà e genera perdita di interesse da parte del pubblico. | 
| 00:18:17 Un Maggio inusuale, Il ritorno di Ulisse: scenografia, maschere, personaggi | F.S. chiede al testimone di condividere un ricordo legato al Maggio. P.M. racconta del Maggio intitolato Il ritorno di Ulisse, ricordando che, all’inizio, quando venne proposto, le persone non lo consideravano un Maggio tradizionale e molti erano contrari all’idea di metterlo in scena. Parla poi della scenografia: la barca di Ulisse era così piccola che ci si entrava a malapena con un piede, mentre il mare era rappresentato da un panno azzurro. Ricorda anche il personaggio di Polifemo: per lui venne costruita una grande testa in vetroresina, all’interno della quale venne inserito un sacchetto di vernice rossa, in modo che, durante il duello, quando gli fu conficcato un palo nell’occhio, il sangue finto fuoriuscì. P.M. prosegue raccontando della voce unica e profonda di Romualdo (Manini), che interpretava Polifemo, e di Guido Bondi, che recitava il ruolo di Ulisse, insieme al suo cane Argo (interpretato dal pastore tedesco del maggiarino). Descrive anche la scena dell’arco e delle pecore. Conclude dicendo che la bellezza di quel Maggio risiedeva nel fatto che fosse «ridicolo al massimo», divertente, ricco di invenzione e fantasia. Il Maggio Ulisse fu un gran successo e gli anni a seguire venne cantato varie volte. | 
| 00:27:43 Il valore dell’elmo | F.S. chiede al testimone quale sia il valore dell’elmo per un maggiarino. P.M. risponde che si tratta di un oggetto di inestimabile valore. Racconta di possedere l’elmo del suo bisnonno, un esemplare della guardia del Granducato di Toscana, realizzato in cuoio e adornato con uno stemma in ottone. Questo stesso elmo è stato poi utilizzato dal nonno, dal padre e dai figli del testimone, tramandandosi così di generazione in generazione. Racconta poi che da qualche anno usa l’elmo di Arnaldo Fontanini, preso in prestito. Si tratta di un elmo francese dell’Ottocento, in ottone (molto pesante) e molto bello. È un elmo dei pompieri. P.M. racconta che anni fa un componente della Compagnia d’Asta si mise a ricostruire gli elmi per le compagnie, su richiesta, in lamiera e rivestiti in finta pelle. L’elmo, dice P.M., è un cimelio di famiglia. L’elmo ha un grande valore, molto più della spada (poiché questa è più reperibile). | 
| 00:32:20 Aneddoto sui migranti emiliani negli Stati Uniti | M.P. racconta un aneddoto che risale al periodo della Seconda Guerra Mondiale, negli Stati Uniti. Un gruppo di migranti emiliani si ritrovano a cantare il Maggio. Uscendo di casa, iniziano a improvvisare una rappresentazione, utilizzando bastoni e coperchi per simulare un combattimento. Un passante americano, vedendo la scena, si allarma e chiama la polizia. La storia si conclude con questi poveri immigrati finiti in galera, mentre cercavano di spiegare che si trattava semplicemente di una tradizione legata al Maggio. | 
| 00:33:50 Aneddoto del cavallo a Villa Minozzo | M.P. racconta di quando furono invitati in un agriturismo chiamato Le Boccede, nel comune di Villa Minozzo. Il posto era dotato di un maneggio, quindi venne organizzata l’entrata a cavallo dei maggiarini. Durante l’evento, però, accadde un episodio imprevisto: un cavallo, fermandosi di fronte al tavolo dove era seduto il sindaco, non riuscì a trattenersi e defecò proprio sopra il tavolo. | 
| 00:35:20 Aneddoto dell’esercito della mutua | M.P. racconta di quando andarono a cantare nelle Marche, a Morro D’Alba. Uscendo dalle mura del paese, vestiti da maggiarini con spade e scudi, una signora li guardò stupita e chiese: «Ma di che esercito siete?» A quel punto, Guido Bondi, con un sorriso, rispose: «Siamo l’esercito della mutua!» e tutti scoppiarono a ridere. | 
Interview Duration: 00:37:30
Registration Duration: 00:37:34
Format: mp3
Type: Audio
Language: Italiano
Subjects:
Original Document Placement:
- ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma
- Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova
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Citation
Intervista a Pozzi Mauro, di Fontanini Silvia, Castellarano (RE), Emilia Romagna, il 21/12/2022, Progetto “I Maggi drammatici: la Compagnia Val Dolo”, Collezione Ormete (ORMT-16a), consultata in URL:< https://patrimoniorale.ormete.net/interview/intervista-a-pozzi-mauro/ >, (data di accesso).
Relation:
Bibliography:

