Ranzi Galatea
Roma – 24/01/1967
- Professione: Attrice
- Attualmente: Attrice
Da quando Luca Ronconi, che era stato suo insegnante all’Accademia Silvio D’Amico e aveva diretto il suo saggio finale, Amor nello specchio, un fascinoso testo barocco secentesco di G. B. Andreini, la fece debuttare appena diplomata, nell’88, come protagonista della Mirra di Vittorio Alfieri allo Stabile di Torino, Galatea Ranzi non ha mai perso l’occasione di confermare la sua naturale classe e il suo straordinario talento d’attrice: una miscela rara di immedesimazione quasi viscerale e di perfetto controllo della voce capace di rendere chiare, comprensibili in ogni sfumatura le battute e i versi più impervi. Con Ronconi, naturalmente, che da allora le ha sempre affidato ruoli importanti nei suoi successivi spettacoli, da Gli ultimi giorni dell’umanità, Strano interludio, Misura per misura, Questa sera si recita a soggetto a Lolita e Il candelaio. Ma anche con altri registi come il greco Theodoros Terzopoulos nell’Antigone, Cesare Lievi in Donna Rosita di Lorca, o Massimo Castri che le fece interpretare accanto ad Anna Maria Guarnieri un’Elettra deformata perfino fisicamente dal lutto e dall’ansia della vendetta. E la sua bellezza diafana, al tempo stesso moderna e da cammeo ottocentesco, dei suoi grandi occhi trasparenti e ombrosi, del suo fuoco interno sotto l’aspetto angelicale, fragile, e il riservato distacco borghese, della sua misteriosa duplicità, i primi ad accorgersi nel mondo del cinema furono i fratelli Taviani che le affidarono nel loro Fiorile, saga della famiglia Benedetti in odore di maledizione, le parti della selvatica contadina Elisabetta e di una sua parente di città, Elisa, incline a preparare cene per i fratelli a base di funghi avvelenati. Rubando spiccioli di tempo al palcoscenico è, in seguito, tornata sul set con Cristina Comencini in Va’ dove ti porta il cuore.