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00:00:00 La prima era: la nascita |
Il CTU ferrarese vede la luce nel 1992, nasce in un contesto universitario, urbano e sociale profondamente diverso da quello dei giorni nostri. Daniele Seragnoli insegnava presso l’ateneo ferrarese già dal 1987. La costituzione del centro teatro universitario fu un’idea e una richiesta del prof. Pietro Dalpiaz, docente di Fisica eletto Rettore nel novembre del 1992. |
00:04:21 Nuove prospettive |
Dalpiaz mise in atto una revisione completa degli statuti vigenti e dell’ateneo in generale. Quando Daniele Seragnoli, in occasione dell’organizzazione di un convegno su André Antoine, si recò dal nuovo rettore, fu incaricato da questi alla progettazione di un centro teatrale. La richiesta nasceva dalla volontà di istituire vari centri d’ateneo per la divulgazione scientifica e culturale a servizio degli studenti. Seragnoli chiese un anno di tempo per poter progettare un piano di attività valido. |
00.08:04 Formare attraverso il teatro |
Il Rettore, assiduo spettatore teatrale sin dall’adolescenza, era fermamente convinto che il teatro “formasse le persone”. Voleva perciò offrire agli studenti un mezzo, utile anche ai fini professionali, per poter migliorare la propria capacità di relazionarsi con gli altri e acquisire maggiore consapevolezza di sé. |
00.10.20 Il modello bolognese |
Mentre le attuali attività del CTU sono aperte agli studenti e ai cittadini, alla nascita il centro era rivolto unicamente agli studenti universitari dell’ateneo e a quelli residenti a Ferrara, seppur iscritti ad università esterne. Come punto di riferimento nella progettazione del CTU, Daniele Seragnoli, prese ad esempio il CIMES diretto da Gerardo Guccini, con cui avviò un gemellaggio durante il primo anno di avvio delle attività ferraresi. |
00.12.20 Prime attività |
Le attività sperimentali vennero svolte in spazi teatrali non deputati, vari luoghi della città, dai cinema ai giardini pubblici. Vanda Monaco Westerståhl quell’anno lavorava con un gruppo teatrale interculturale di Stoccolma e il loro spettacolo fu ospitato in una delle sale della Facoltà di Lettere. Per distinguersi dall’offerta formativa bolognese, prettamente attoriale, si avviò un laboratorio di Drammaturgia che però non ebbe successo e venne soppresso il secondo anno. Dal 1993 iniziò la fase di promozione delle prime attività volutamente ideate come extra curriculari, trasversali e serali. |
00.18.22 Percorsi dei/nei teatri ferraresi |
Ferrara era un contesto vivace e fertile per l’investimento di nuove attività teatrali. La prima cattedra di Storia del Teatro nell’ateneo ferrarese venne attivata nel 1987, dal 1988 venne fu creata la rassegna “Percorsi nel teatro” gestita dal Teatro Comunale, progettata dal Teatro Nucleo e da Daniele Seragnoli come consulente scientifico. L’onda lunga del teatro di ricerca era fortemente sentita, il Teatro Nucleo, attivo già da un decennio fu chiamato da uno dei collaboratori di Franco Basaglia, Antonio Slavi, a tenere dei laboratori presso il manicomio della città, facendosi promotore del cosiddetto “terzo teatro”. La rassegna ospitava spettacoli alternativi (come quelli di Leo de Berardinis, Antonio Neiwiller, la compagnia Santagata-Morganti e l’Odin Teatret) ma anche seminari e incontri con studiosi (come Fabrizio Cruciani, Claudio Meldolesi, Franco Ruffini ed Eugenio Barba). |
00.25.00 Il rapporto con le istituzioni |
Le aule che accoglievano le iniziative vedevano molti cittadini e studenti partecipi, fu invitato anche il neoeletto vicesindaco e assessore alla cultura, Dario Franceschini, ad ascoltare una giornata seminariale in cui varie esperienze teatrali si confrontavano. In tale occasione, dato che il Teatro Comunale di Ferrara stava cambiando status giuridico, fu proposta la nomina di membro del comitato amministrativo a Daniele Seragnoli, il quale rimase in carica dieci anni. |
00.30.04 Rete di collaborazioni |
Nacque qualche diffidenza in ambito universitario per il molto operare del neodirettore del CTU. Remo Pagliarini l’allora responsabile dell’area cinema notò come velocemente si stesse istituendo una rete di nuovi rapporti e collaborazioni rispetto a prima dell’arrivo di Seragnoli. |
00.35.50 Primi docenti del CTU |
Fra i primi ad essere chiamati come collaboratori ci furono: Antonio Utili, damsiano bolognese collaboratore del Prof. Giuliano Scabia, membro del gruppo Il Gorilla-Quadrumàno, allora docente presso l’Istituto d’Arte Dosso Dossi, dove successivamente divenne direttore, per progettare attività legate alla scenotecnica e alla sperimentazione nello spazio; il Teatro Nucleo per occuparsi del Laboratorio centrale del CTU incentrato su specifiche tecniche corporali attoriali. |
00.38.02 Inventare e trasformare luoghi |
Sebbene senza sede o spazi affidati la partecipazione era numerosa. C’era la cultura dello stare insieme, andare a teatro ed eventi, condividere e confrontarsi culturalmente. La problematica principale dei primi 5 anni del CTU è stata quella di non avere una sede, di doverla settimanalmente cercare, e a volte occupare abusivamente, ogni settimana. Si occuparono spazi di periferia e sale bibliotecarie, Palazzo Golinelli – sede degli studi dei docenti ferraresi- e sale del Teatro Comunale di Ferrara. Anche per questa difficoltà, dei numerosi partecipanti alla presentazione dell’apertura del CTU solo una ventina si sono poi iscritti al laboratorio centrale di “Linguaggi dell’attore” tenuto da Horacio Czertok di Teatro Nucleo. L’esito finale del primo laboratorio fu presentato nei giardini di Palazzo Golinelli, insieme ad altre dimostrazioni tenute dal CIMES bolognese. |
00.47.45 La costruzione del CTU |
Seragnoli ha sempre assistito come osservatore, dove possibile, ai laboratori tenuti nei venticinque anni di attività del centro. Durante il suo secondo mandato, il rettore decise assegnare come sede del centro uno spazio acquisito dalla Provincia, l’ex ospedale pediatrico. Il progetto di totale ristrutturazione dello spazio scelto fu ideato dalla giovane geometra Erica Lombardi, Seragnoli e i il Teatro Nucleo. I lavori si svolsero velocemente, tra la primavera e l’autunno del 1998, per consentire a Dalpiaz, a termine mandato, di poterlo inaugurare il 28 ottobre 1998. |
01.01.24 Ospite d’onore |
Per l’inaugurazione fu invitato Jack Lang, ex ministro della cultura francese, fondatore del gruppo teatrale universitario di Nancy, ideatore del primo Festival Teatrale mondiale di Nancy e promotore durante il suo mandato al governo Mitterand di una politica di svecchiamento culturale. In quell’occasione, gli fu consegnata una laurea ad honorem. |
01.10.00 Una festa in città |
Dopo la cerimonia dedicata a Jack Lang avvenne l’inaugurazione del CTU. Fu un evento festivo che si svolse per le strade. Il nuovo spazio poté da allora accogliere sia gli incontri divulgativi e laboratoriali che gli spettacoli, aperti anche alla cittadinanza, previsti nella rassegna “Percorsi nel teatro”, ospitati prima di allora dal Teatro Comunale o in luoghi più piccoli come la sala oratoriale dei Padri Francescani. Spettacoli come quello del 1996 di Marco Paolini, Il racconto del Vajont, teatro sperimentale che non avrebbe potuto riempire la sala da mille posti comunale. |
01.18.00 La seconda era: la crescita |
Il CTU, centro interdipartimentale che ha visto nella sua costituzione iniziale la partecipazione di più Facoltà d’ateneo, non ha mai beneficiato dell’assegnazione di personale tecnico amministrativo. L’attività è stata svolta da volontari/studenti, alcuni dei quali dopo un ventennio sono ancora legati al centro, da collaboratori 150 ore e da Daniele Seragnoli il quale, insieme ad altri collaboratori, ha dedicato anche giorni festivi per portare avanti progetti e rispettare le scadenze dei bandi di finanziamenti utili. |
01.26.40 Le linee di lavoro |
Accanto alle incombenze obbligatorie d’ufficio, però, il CTU è stato luogo di incontri con artisti di tutto il mondo, come Karunakaran del Kathakali Theatre o Peter Brook e la sua storica segretaria Nina Soufy. In vent’anni il CTU non si è mai strutturato seguendo un’unica linea guida fissa, fatto salvo l’obiettivo di formare gli studenti, ha sempre seguito ciò che culturalmente e artisticamente succedeva intorno ad esso. Solo negli ultimi sette anni, con la presa in carica fissa del laboratorio “Linguaggi del teatro e dell’attore” da parte di Michalis Traitsis – Associazione Balamòs- si può riconoscere la costante direzione verso un’attività teatrale applicata al sociale. Il CTU non ha seguito la tendenza degli altri centri universitari nel costituire una compagnia di attori amatoriale e mettere in scena classici, come La Locandiera di Carlo Goldoni. Ha preferito impiegare tempo e risorse creando collaborazioni con enti esterni e comunità universitarie anche scientifiche. |
01.30.20 Gli altri CUT e l’estero |
I rapporti con gli altri CUT sono stati sporadici, legate ad inviti di partecipazione a rassegne come per due anni avvenne per Universo Teatro a Benevento, poi a Salerno. All’estero l’esperienza più significativa fu quella fatta a Lisbona nel 1996, gli allievi del CTU furono invitati a partecipare a una rassegna di teatro internazionale universitario. L’ateneo portoghese li aveva scelti tra gli altri centri italiani per il taglio non amatoriale delle loro attività. Presenti anche un gruppo francese e uno dell’Università Pontificia brasiliana. Portarono dei frammenti del Woyzeck e vinsero un premio. |
01.35.09 Ricerca e sperimentazione |
Le richieste per collaborazioni ad attività con altre istituzioni e altre Facoltà sono sempre state attive ma, per mancanza di risorse operative, tempo e personale, non sono state nella maggior parte dei casi purtroppo accolte. Alcune attività sono durate mesi, altre iniziative durano da anni. Ad esempio, su richiesta dello IUSS, il CTU ha tenuto per anni una giornata legata alla comunicazione e alla corporeità aperta a tutti i dottorandi dell’ateneo ferrarese. Il dialogo con le realtà artistiche locali ha sofferto della mancanza di tempo a disposizione. Si è però creata una rete di relazioni che sebbene non attiva ancora resta: per tre anni il CTU aveva collaborato con la compagnia Diablogues (Randisi-Vetrano), partecipando anche a due edizioni del loro Festival delle Colline, e dopo otto anni di interruzione dovuta a impegni da entrambe le parti, recentemente Enzo Vetrano ha chiesto di poter di nuovo tenere un laboratorio a Ferrara. |
Da 01.40.16 Verso il sociale |
Le esperienze che vedono il CTU protagonista nel campo del sociale sono nate per caso e poi coltivate con interesse. Enrico Granieri, Professore emerito di Neurologia a Ferrara, sostenitore della musica terapia e di percorsi alternativi per la cura delle malattie neurodegenerative, prese contatti con il centro vedendo il tipo di attività svolte e per anni invitò Seragnoli in seguito anche Traitsis a parlare con i suoi studenti. Presente all’intervento di Seragnoli ci fu una psicologa dell’ASP di Ferrara che collaborava a un progetto di formazioni di caregiver, nello specifico di malattie come Parkinson e Alzheimer, che propose e attivò con il CTU per un triennio, ancora attivo nel 2018, un laboratorio teatrale condotto da Michalis per pazienti e caregiver. Il CTU ha inoltre ospitato la giornata annuale dedicata ai caregiver, invitando a partecipare Giuliano Scabia, Enrico Granieri, Claudio Bernardi. Il CTU ha inoltre partecipato a convegni vari, quello torinese organizzato dal Social Community Theatre o quello sulle Buone pratiche organizzato da Oliviero Ponte Di Pino. La registrazione si interrompe. |
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00.00.00 Ultimi ricordi |
Ripresa del colloquio. Se si dovesse scegliere alcuni dei progetti più significativi, tra questi figurerebbe il ciclo di incontri “Facoltà della Musica”. Inizialmente organizzati da Ferrara Musica in varie parti dell’università, con scarso successo, poi portati nella sala del CTU con un’impennata di adesioni, tra il pubblico Paolo Fabbri e i suoi studenti di Storia della musica. Vi parteciparono musicisti di calibro come il pianista Alexander Lonquich. L’Orchestra Mahler, Julian Budden. O ancora il progetto legato al Khatakali Theatre, proposto da Ferruccio Marotti a Seragnoli, che vide protagonista Karunakaran, consulente per Il Mahabharata di Peter Brook, di una settimana di laboratorio. |
00.05.22 Progetti memorabili |
Eldorado di Laurent Gaudé viene replicato da nove edizioni. Nelle varie edizioni vennero coinvolti studenti fissi e altri che cambiavano di edizione in edizione. Nelle ultime sono stati coinvolti anche i detenuti del carcere maschile di Venezia e registi come César Brie, Ascanio Celestini o Enzo Vetrano. Prima dello spettacolo-esito finale si è sempre creata una vera e propria simbiosi tra gli allievi del CTU e i detenuti, sebbene la loro conoscenza sia condensata nelle poche ore prima dello spettacolo, e dedicata all’integrazione delle proprie battute, provate nei mesi antecedenti separatamente. L’identità sociale scompare, non c’è più alcuna differenza. Al progetto si è legato anche un incontro “Progetto Eldorado” in cui sono stati invitati vari ospiti, tra cui associazioni e giornalisti. Fu chiamato a partecipare anche Ascanio Celestini, che si trovava a recitare presso il Teatro De Micheli di Copparo. Daniele Seragnoli, in questo, seguì l’insegnamento del fondatore del DAMS bolognese, Benedetto Marzullo, che negli anni Settanta, quando qualche artista era in zona, veniva da lui chiamato per incontrare gli studenti. Ed anche il progetto di ASP in cui c’è un incontro straordinario con gli anziani o il progetto con i pazienti psichiatrici di Ferrara. Il teatro non cura, ma fa bene. |
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Citation:
Relation: Bibliography:Intervista a Seragnoli Daniele di Gandolfi Roberta e Fuoco Ester, Ferrara, il 19/06/2018, Progetto “La memoria dei teatri universitari in Italia (PRIN 2015. Per-formare il sociale)”, Collezione Ormete (ORMT-07FEa) – consultata in URL:<https://patrimoniorale.ormete.net/interview/intervista-a-seragnoli-daniele/>, (data di accesso).