Part 01 (durata: 01:48:27) |
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00:00:00 Gli esordi a Genova: attore nella compagnia universitaria |
Università di Genova, facoltà di Economia e Commercio; lavora all’Istituto Gaslini come Capo dell’Ufficio Ospitalità Il giovane Prof. Franco Della Corte, figlio di Andrea Della Corte (critico musicale alla «Stampa» di Torino nel 1919, poi dal 1926 insegnante), lo instrada al teatro.Tra i compagni Vito Molinari e Paolo Villaggio.Rappresentano come compagnia universitaria i processi celebri greci e latini: Platone, Socrate (suo cavallo di battaglia). Tournées nelle Università del Nord. |
00:03:02 Guerra e dopoguerra |
Origini sociali: media borghesia, solidità: il padre ha una fabbrica di scatole, legname, poi portata avanti dai fratelli della madre. La guerra: gli ultimi due anni vissuti nei rifugi, nelle gallerie; uscito da lì grattando tra le macerie. Il padre è morto a 27 anni; nelle file del fascismo Madre: lavora per uno studio legale. Nonno socialista, marito della nonna; lo alleva dopo la morte del padre. |
00:06:00 Gli insegnamenti della madre e il teatro lirico con il nonno |
Sua madre gli parlava in francese per togliergli ogni inflessione dialettale Il nonno lo portava a vedere l’opera, a 7 anni ha visto tutto l’Anello del Nibelungo di Wagner al Carlo Felice di Genova. Le canzonette di Sanremo erano le arie di Verdi, Puccini, Rossini nell’800. |
00:08:00 Basi culturali: il teatro di prosa e l’opera |
Prima dei bombardamenti, il ’41-’42, i primi due anni di guerra; la madre gli fece l’abbonamento al Teatro Augustus: compagnia di Renzo Ricci, Eva Magni e Giulio Oppi. Numero poltrona 31, aveva 14 anni, si andava a teatro alle 18.30, perché alle 20.30-21.00 scattava l’oscuramento e il divieto di uscire Re Lear Otello Il teatro faceva parte della cultura di base, insieme con la musica: si ricorda le lezioni del nonno prima di andare al teatro dell’opera Ha visto una Cavalleria rusticana diretta da Mascagni al Carlo Felice. |
00:11:00 | La nonna da parte di mamma si chiamava Olcese di Coronata collina sopra San Pier D’Arena, ottimo vino allora, ora distrutto tutto dall’Ansaldo. Malinconia adesso che passa da Genova. La riviera di ponente (Pegli, Pra, Voltri) ora è tutta rovinata |
00:12:07 I primi estimatori |
Cesare Giulio Viola, Ludovico Zorzi, Gigi Michelotti lo vedono in una recita universitaria; nessuno insegnò loro, ma il retroterra culturale era solido: Vito Molinari, anche lui era molto acculturato, di famiglia molto democristiana e cattolica. |
00:14:14 A Torino in radio |
Michelotti lo invita nel 1953 (1° novembre) a Torino per un provino alla radio. Allora a Genova all’Università agiva la compagnia Baistrocchi, che faceva il varietà “boccaccesco”: Enzo Tortora faceva la primadonna. Desiderio di uscire da uno schiacciamento familiare, anzi di ciò che gli stava attorno, del “programmato” che gli stava stretto.Fotografia de Le danaidi, lui era il Nunzio: regalo alla madre come ringraziamentoIn radio: Gino Mavaria, Anna Caravaggi, Lina Acconci, Misa Mordeglia Mari, vedova di Febo Mari. «Tutta gente dalla quale potevi rubare». |
00:17:42 Le basi del lavoro dell’attore e il suo obiettivo |
In ditta con Aroldo Tieri, ogni sera stava in quinta e beveva le sue parole… tecniche basilari che non ti insegnerà mai nessuno, avere l’umiltà La musica alla base del lavoro (lirica e sinfonica) la Callas Il narcisismo dell’attore. La generosità di darsi. Passaggio tra il pensiero dell’autore e il pubblico che lo riceve: l’attore è il mezzo di comunicazione |
00:20:00 Sul mestiere dell’attore |
Pubblico . Le scolaresche. Mestiere bellissimo, ma bisogna togliere tante sovrastrutture. |
00:22:04 I finti maestri |
Metodo Stanislavskij: non Immedesimazione ma centralità del testo; finché fai le prove sì, poi devi scegliere qual è la strada migliore e tecnicamente ridarla se no ogni sera sbagli. |
00:23:28 I primi tempi a Torino in radio |
Ai tempi della radio con Franco Passatore si trovavano a casa di Ernesto Cortese in via Nizza a Torino. i programmi erano: la commedia in 3 e in 1 atto e tante recite per le scuole, con autori che scrivevano apposta per i vari gradi scolastici |
00:26:13 Passatore e Cortese e il gruppo di intellettuali comunisti |
Cortese e Passatore legati a Franco Antonicelli, Mario Zanoletti (direttore della Sipra, pubblicità in radio, aneddoto sull’Algida), Diego Novelli, Giorgio Guazzotti (critico de «l’Unità»). |
00:27:50 Le letture all’Olivetti di Ivrea |
Aiutati dall’Olivetti di Ivrea (Signora Maccotta, tesi di laura su T.S. Eliot, al caffè Florio a parlare di Eliot, il loro contatto con l’Olivetti. Poi Adriana con Testori si è trovata a fare i quartetti di Eliot), facevano letture, quasi tutte le sere, oltre a loro tre Annamaria Giromella (era la sua ragazza di allora), poi andata a insegnare a Roma all’Accademia dell’Arte drammatica, Andreina Levi, annunciatrice, Olga Fagnano, giovane attrice figlia del cassiere della radio, Ginko Ciniglio… Poi Marise Flach, Decroux, Lecoq erano i loro insegnanti che venivano dalla Bella Hutter che metteva a disposizione le sue aule, poi la Flach fu scritturata da Strehler. Con loro impararono il mimo. |
00:31:06 Passatore e Cortese militanti comunisti |
Da dove partono Les mises en espace Venne da Roma una compagnia con Sergio Tofano, Monica Vitti, che faceva il Prologo della Mandragola [prima rappresentazione: Roma, Teatro delle Arti, 19 novembre 1953; regia di Marcello Pagliero; Sergio Tofano (Messer Nicia), ndr] |
00:34:02 Le Mises en espace al Gobetti |
Mises en espace (Gennari, critico teatrale de «Il Popolo Nuovo» giornale democristiano) letture al Gobetti, ogni settimana di lunedì ne facevano una di un testo nuovo: San Francesco di Copeau; La Moscheta di Ruzante; La Celestina di Fernando De Rojas con la Lina Acconci, presa dalla radio; L’Anfitrione di Plauto (la prima mise en espace) Il soldato Tanaka di [Georg Kaiser, ndr]; Il misantropo di Molière Voulez-vous jouer avec moi? di Marcel Achard… |
00:36:05 I rapporti con le istituzioni e la politica |
Antonicelli e gli altri furono i sostenitori di queste serate. L’ultima sera fecero Lo zoo di vetro [(The Glass Menagerie) di Tennessee Williams, ndr], lui era protagonista, e c’era anche Franco Passatore; Gennari spingeva me da una parte e «l’Unità» spingeva dall’altra parte gli altri; venne fuori dal Gobetti Maria Tettamanzi dicendogli che non poteva dare la sovvenzione ai suoi colleghi che facevano comizi |
00:38:25 L’aneddoto della sovvenzione per la nascita del TST |
Visto che nel 1955 non era nevicato, c’erano i soldi per avviare il teatro pubblico cittadino: Nuti l’ha letto nel libro [Barbara Bertin, Il teatro della città, Celid, Torino 2002, ndr] e si definisce «spaventato» questa è la cognizione che i politici hanno della cultura… Tremonti ha detto che con la cultura non si mangia |
00:39:18 Il gemellaggio con Genova del 1954, la delusione |
Gemellaggio con Genova nel 1954, alle spalle del gruppo dei giovani di cui faceva parte Nuti (forse c’era Antonicelli di mezzo) Non è mai stato allo Stabile di Genova Il pubblico si era affezionato alle loro iniziative e questo gemellaggio era stato vissuto come un tradimento Nuti è stupito del fatto che il TST non abbia una sua compagnia, Anche a Torino Spettacoli di Gian Mesturino, di cui è direttore oggi, si fanno degli errori: Teatro Erba, Teatro Gioiello, Teatro Alfieri, a parte il Teatro Nuovo. Si sono creati dei Ministeri che hanno persino perduto la cognizione della loro utilità: questo Nuti rimprovera a questa città. |
00:42:34 Partenza da Torino |
Dopo la discussione con la Tettamanzi Nuti è scappato. La Svizzera Passatore poi se lo ritrova in Svizzera. Nuti era molto arrabbiato con Cortese e Passatore perché per seguire manifestazioni e scioperi avevano “buttato a mare tutto” per schierarsi politicamente. Nuti ruppe i rapporti con loro. Con Ernesto Cortese si sono poi rivisti dopo tanti anni «Il teatro è al di sopra di queste cose qua» |
00:44:30 Nascita del Piccolo di Torino e Nico Pepe |
A coronamento di tutto ciò Nico Pepe è stato nominato direttore del Piccolo di Torino (Messina è arrivato dopo, allora Nuti non lo conosceva) Nuti ha evitato “la prostituzione” di andare a chiedere di entrare nella compagnia di Pepe Da loro, giovani attori d’allora, Pepe non era considerato in grado di dirigere uno Stabile come quello di Torino; non ha saputo interpretare lo spirito della gente: Volevano fare le cose in grande e hanno chiamato tutte compagnie da fuori La moglie di Nico Pepe [Ada Prato, ndr] |
00:46:47 A Lugano in Radio Svizzera Italiana La compagnia “Teatro Prisma” con Franco Passatore e Alberto Ruffini |
In radio a Torino aveva conosciuto Fausto Tomei, comico radiofonico, che gli propose di andare a Lugano in radio, Radio Svizzera Italiana Franco Passatore e la decisione di fare teatro per rompere la noia. Tre atti senza amore: un atto unico di G. B. Shaw, Come lui mentì al marito di lei; un pezzo della Ronde [Girotondo (Reigen), ndr] di Arthur Schnitzler – uno con Passatore, uno con Alberto Ruffini –; e il terzo era La domanda di matrimonio di A. Čechov… e ci voleva una donna per interpretare i tre ruoli femminili dei tre atti. Le donne della radio si sono tutte rifiutate. |
00:49:20 L’incontro con Adriana Innocenti |
Volevano fare tutto in smoking; andarono da un sarto e chiesero a lui se conosceva un’attrice disponibile; fece il nome di Adriana Innocenti, che aveva appena finito di fare per la TV una versione dei Dialoghi delle Carmelitane di Georges Bernanos per la regia di Tatiana Pavlova. Sono i primissimi giorni del 1957. Appena arrivata a Lugano, Innocenti riceve una telefonata dalla sua pensione che le riferisce che Vittorio Gassman l’ha cercata e che la vuole incontrare per offrirle una scrittura. Nuti allora l’accompagna a Roma: Gassman la scrittura, ma le concede 10-15 gg a Lugano (già sotto contratto con lui) per onorare il suo impegno con Nuti & C. |
00:52:10 | Da allora stanno insieme: 58 anni In Svizzera è stato dal ’56 al ’58 Nell’estate del ’58 con Alessandro Brissoni La sala in cui facevano gli spettacoli di Teatro Prisma era nel casinò del Kursaal di Lugano: molto seguiti e amati dal pubblico svizzero. |
00:53:45 Comincia la carriera di imprenditore |
Comincia la carriera di imprenditore, a Roma, dove raggiunge Adriana che faceva l’Ornifle di Anhouil e l’Oreste di Alfieri Nuti andò al Ministero degli Esteri, al Ministro Giuseppe Pella che lo mandò da Franz De Biase – Direttore Generale dello Spettacolo – e chiese dei soldi per la sua compagnia e li ottenne |
00:54:53 I funzionari ministeriali |
Quando stava recitando il Lazzaro di Pirandello al Quirino di Roma [per il Teatro Popolare di Roma, stagione ’88-’89: con Adriana Innocenti, regia di Memè Perlini, ndr], ha ricevuto anche il premio Pirandello, una funzionaria gli chiese chi fosse; un’altra gli disse che non era riconoscibile da un punto di vista politico. |
00:55:57 Il risentimento verso Passatore e il TST |
La sovvenzione per il Teatro Prisma era giustificata dal fatto che il Ministero voleva tenere viva la lingua italiana in Svizzera, gli diedero 4-5 milioni Ma nel ’58, appunto se ne andò, perché con Passatore i rapporti non si aggiustarono mai veramente, il fatto di Torino a Nuti non andò mai giù veramente… Neanche i rapporti con il TST gli vanno giù, perché sente che hanno tradito le sue idee di che cosa era il teatro. |
00:56:38 La missione di un teatro cittadino secondo Nuti |
il teatro della città avrebbe dovuto far nascere qualcosa sulla città, Nuccio Messina lo fece poi con i Punti Verdi non come sbandierava Strehler che il teatro è per tutti, che poi ci ha rinunciato anche lui è un élite quella che va teatro, ma la devi costruire ma un’élite può essere formata anche da operai, dai più umili e ignorantiLa missione del TST avrebbe dovuto essere quella di portare la gente a teatro nel modo più semplice possibile, Socrate è l’esempio classico. La nostra cultura nasce da lì Gli operai dell’Olivetti ci capivano perfettamente Devi fare affezionare la gente a quel nucleo di attori Picasso faceva le donne con tre tette e quattro nasi, ma prima ti faceva vedere che sapeva dipingere. Il pubblico va guidato, ma il teatro deve nascere da qui, dagli elementi che la città produce. |
01:00:43 Il direttore ideale secondo Nuti |
Gianfranco De Bosio aveva costruito un suo gruppo a Padova e studiava Ruzante perché era della sua città: esempio di lavoro di persona onesta verso il suo pubblico e la sua città De Bosio, giovane anche lui, avrebbe potuto dirigere il gruppo di giovani di cui faceva parte Nuti e farlo andare avanti. |
01:02:00 Ritorno a Torino nel ’65-’66 |
Nuti è tornato a Torino nella stagione ’65-’66, perché chiamato da Franco Enriquez (direzione De Bosio-Messina) De Bosio era un democristiano, ma al di là della sua collocazione politica, sarebbe bastato averlo da subito, da subito avere Nuccio Messina, Giorgio Guazzotti anche lui è stato un ottimo amministratore Polemica contro la direzione di Pepe. |
01:03:50 | Il repertorio di cui la città avrebbe avuto bisogno al nascere del TST: all’epoca c’era fame di tutto, sia degli autori del passato, sia dei contemporanei: Beckett, Ionesco, erano sconosciuti. Dovette nascere il Teatro delle Dieci per farli conoscere; Gian Renzo Morteo. |
01:05:28 Enriquez, “La Compagnia dei Quattro” a Torino Gli anni con Dario Fo |
De Bosio, affermato regista, chiama Enriquez a collaborare: gesto di grandissima umiltà. Enriquez si è portato la sua compagnia, “La Compagnia dei Quattro”: con loro la gente correva a teatro; erano bravi; hanno fatto un Gabbiano che era la fine del mondo (Enriquez, Luzzati, Moriconi, Mauri) e poi è arrivata Adriana Innocenti con La locandiera a Venezia (Enriquez l’aveva “rapita” dal Teatro Stabile di Trieste).
Dopo la Svizzera Nuti andò in compagnia prima con Gino Cervi, poi con Dario Fo, per sei anni. Quando De Bosio lo chiamò, gli disse «sei stato sei anni con Fo, devi ripulirti»: perché De Bosio era molto più rigoroso; Dario è uno straordinario uomo di teatro, come autore era bravissimo a fare il primo tempo, poi non sapeva come andare avanti. |
01:08:03 L’esperienza con Fo |
Fo e Rame. Durante il governo di Fernando Tambroni: all’uscita dal Valle una scatola di cacca contro la compagnia che faceva Gli arcangeli non giocano a flipper [novembre 1959, ndr]: Se la prese la moglie del regista Pietrangeli. Con Fo dal ’60 [1959, ndr], fino al ’66. |
01:09:29 L’anno con De Bosio a Torino |
De Bosio era venuto a Lugano per fare la regia di Corruzione a Palazzo di Giustizia [di Ugo Betti, ndr], dove Nuti fece il giovane inquisitore, Erzi. Erano coetanei con De Bosio.
Poi, lasciato Fo, con Franco Parenti fece un’estate un Volpone di Ben Jonson a Castiglioncello: lo vide un gruppo di amici di Franco [Enriquez, ndr] – che Nuti già conosceva, perché Adriana aveva già fatto La locandiera – e lo segnalò a Enriquez. Messina quindi lo chiama a Torino. Enriquez non aveva un ruolo da dargli, quindi lavorò con Gianfranco De Bosio per un anno a Torino. |
01:11:15 Valeria Moriconi |
Valeria Moriconi: irrequieta Con la “Nuova Compagnia dei Quattro” Nuti stette tre anni: «soldi a palate», «successi strepitosi» Poi è saltato tutto «per un letto»: lui per questo ha detestato Valeria, mentre Adriana la difende In un libro che è stato scritto su Enriquez [Giorgio Tabanelli, Franco Enriquez e la Compagnia dei Quattro, Rai-Eri, Roma 2006, ndr], Nuti fa delle dichiarazioni violentissime sulla Moriconi… Ha fatto del male a Enriquez… si è ammazzato lui per lei. |
01:13:59 L’alluvione a Prato, durante le prove di Se questo è un uomo 4 novembre 1966 |
Se questo è un uomo di Primo Levi va in scena al Teatro Carignano di Torino, 18 novembre 1966, regia di De Bosio. Le prove si fecero a Roma, perché la compagnia del TST era a Roma per la tournée de [La tragedia di Re Riccardo II (Richard the Second) di William Shakespeare; Nuti sostituiva Alvise Battain nel ruolo di Sir Giovanni Bushy, Teatro Quirino, 30 settembre 1966, ndr]Insegnante yiddish che faceva fare una strana ginnastica Poi a Prato, per l’allestimento vero e proprio e lì ci fu l’alluvione Nuti accompagnava i colleghi che stavano in albergo a Firenze in centro, dove stava anche lui dalla madre di Adriana (Leda Negroni, due attori stranieri, Armando Spadaro…) Aneddoto su Leda Negroni in albergo in centro a Firenze: 6 metri di acqua |
01:18:27 Le prove con Primo Levi |
52 attori della compagnia Levi veniva alle prove l’adattamento l’aveva curato un certo Alberto [Pieralberto, ndr] Marché insieme a Primo Levi Nuti ha dovuto imparare il dialetto fossanese: De Bosio lo invitò a trovarsi qualcuno di Fossano Piero Nuti interpretava il ruolo di Pietro, Levi gli raccontò un po’ chi era, non era ebreo, non era un politico, un contadino, passava a Levi la sua minestra, faceva il muratore, infatti in teatro c’erano queste impalcature, lui era vestito da muratore e passava a Umberto Ceriani, che interpretava Levi (Aldo, nella finzione), la ciotola con la minestra Aneddoto sul suicidio di questo personaggio La cosa squallida fu che la sera di Capodanno lo Stabile fece fare una replica al Teatro Nuovo, c’erano forse 10 persone, per far risultare i bordeaux delle repliche. La tournée non si fece per via dei costi elevati |
01:22:35 Essere diretti da De Bosio |
Regia a tre mani: De Bosio, Giovanna Bruno e Marta Egri, che si occupava dei movimenti scenici De Bosio badava molto al senso della battuta, «voleva molta naturalezza» Fecero anche un lavoro di Roberto Lerici [Piano regolatore – parte di Teatro Uno. Vetrina di teatro contemporaneo, spettacolo presentato da Gianfranco De Bosio,Roberto Lerici, Emanuele Luzzati, regia di Giovanna Bruno, Marta Egri, RobertoLerici e Gualtiero Rizzi,scene e costumi di Carlo Giuliano – con Umberto Ceriani (Lui), Leda Negroni (Lei), Piero Nuti (L’ingegnere), Eligio Irato (Il geometra), ndr] poi anche degli atti unici di Arrabal De Bosio e Marta Egri facevano delle prove sugli attori, c’era anche Claudia Lawrence. |
01:26:04 Enriquez |
Aneddoto su Enriquez all’Olimpico di Vicenza in una rappresentazione de Le mosche di J. P. Sartre [debutto: Vicenza, Teatro Olimpico, 27 settembre 1968 (spettacolo presentato in prima assoluta italiana), ndr] |
01:26:56 Il regista deve essere dittatore l’attore è materia da plasmare |
De Bosio era innovativo, ma molto rigido con gli attori Nuti crede che il regista debba essere «dittatore» se no diventa un caos: «io [attore] sono materia nelle tue mani, tu [regista] devi dirmi cosa vuoi da me».Il suo regista d’elezione: Franco Enriquez: pretendeva tantissimo dall’attore; «era capace di provare anche venti volte una cosa finché non ti veniva»; metteva l’attore in condizione di tirar fuori il meglio di sé, De Bosio anche (seppure un po’ più «frigido» rispetto ad Enriquez, più caloroso, mediterraneo) |
01:30:0 La generazione passata dell’attore di tradizione |
Amleto di Vittorio Gassman molto segnato dal tempo. I fratelli Karamazov, regia televisiva di Sandro Bolchi [1969], con Salvo Randone, Enrico Maria Salerno, Glauco Mauri, Gianni Santuccio, sembra fatto oggi. Gassman era molto bravo ma legato al suo tempo, troppo trombone, peggio di Memo Benassi… Nuti impazziva per Memo Benassi, ma oggi non è più possibile. Randone invece lo vedi oggi ed è come era allora. |
01:32:20 Salvo Randone |
Aneddoto Miriam Mesturino e Pietro Longhi. Quando Nuti scritturò Randone al Teatro di Messina a fare Enrico IV era ubriaco fradicio in camerino, ma in scena ha retto tutto lo spettacolo, era grande come Aroldo Tieri Randone al cinema con Elio Petri; Nuti con Petri in Todo Modo. |
01:34:33 Elio Petri dirige Todo Modo |
Petri «era un teatrante mancato»: al mattino faceva fare le prove: «quando mai in cinema fai le prove?»; girava la scena d’insieme e poi nel pomeriggio girava tutti i primi piani, ma di conseguenza a tutte le prove del mattino, come un teatro. Anche Damiano Damiani era un grande regista. In Todo Modo c’erano anche Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonté. All’epoca Nuti era al Teatro Pololare di Roma da lui fondato e diretto (ci stette vent’anni): Petri amava molto il teatro e lo conobbe così. Gian Maria Volonté è i contrasti con Petri. La caricatura di Moro. |
01:38:25 Cooperativa Spettatori del Piemonte |
L’esperienza del gruppo dei giovani (Nuti, Passatore, Cortese) si concluse con La luna è tramontata di John Steinbeck al Teatro Carignano di Torino Amedeo Peyron, il sindaco, persona molto illuminata. |
01:40:00 Il rapporto del gruppo di giovani con le istituzioni e la politica negli anni ’50 |
Gian Maria Guglielmino che era alla «Gazzetta del Popolo» Non partecipò alla stesura del Manifesto della Cooperativa Spettatori del Piemonte (quello in cui si auspicava la nascita di un teatro cittadino) Le incursioni della politica in teatro La destra (la DC) di allora ha fatto nascere il TST, «però risparmiando sulla neve» |
01:42:23 I Teatri Stabili amati e odiati |
Un teatro pubblico al di là della politica era quello di Mario Giusti a Catania con Turi Ferro Ivo Chiesa a Genova, un dittatore; Paolo Grassi a Milano. |
01:44:00 Gli antefatti del ritorno a Torino con il Teatro Stabile privato di Mesturino |
Riunioni dell’AGIS a Roma per vent’anni, in qualità di direttore della Cooperativa Teatro Popolare di Roma, nata con Maurizio Scaparro, Adriana Innocenti, Pino Micol [1975, ndr], Nuti ne prese la direzione nel ’79, perché Scaparro ambiva alla direzione del Teatro Stabile di Roma Nell’ambito di quelle riunioni all’Agis sono nati i cosiddetti Teatri Stabili privati. [Fiorenzo] Grassi di Porta Romana, del Teatro dell’Elfo con Elio De Capitani, Tonino Conte alla Tosse di Genova… tutti in accordo con i Comuni.Quando venne a Torino, disgustato dai colloqui con i funzionari ministeriali contattò Guido Davico Bonino, l’allora direttore del TST, per proporgli l’Ifigenia in Aulide di Euripide, ma non quell’anno non era possibile; Nuti ricevette una telefonata da Gian Mesturino, che gli propose di portare lo spettacolo da lui. |
Part 02 (durata: 00:21:16) |
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00:00:00 I luoghi di Nuti |
Torino, Svizzera (Teatro Prisma), Roma (Teatro Popolare con Scaparro), Messina Conobbe un dirigente del Comune di Messina, il Teatro Vittorio Emanuele era chiuso; si andava in un teatraccio boulevardier, dove il repertorio era pessimo; Nuti e Innocenti andarono a fare Arsenico e vecchi merletti, il dirigente, persona molto colta gli propone di dirigere il Teatro stabile: volevano ristrutturare il Teatro Vittorio Emanuele. Per l’inaugurazione Nuti fece venire Salvo Randone. |
00:02:50 La proposta di Mesturino |
Quando Guido Davico Bonino non poté ospitare l’Ifigenia, Nuti fu chiamato da Mesturino. Nuti gli disse che avevano intenzione di chiudere il Teatro Popolare (anni ’97-’98) e Mesturino gli propose di venire a dirigere Torino Spettacoli Giuseppe Erba aveva ottenuto dal Ministero la possibilità di diventare “Teatro Stabile privato di interesse pubblico”: quando Erba morì, Mesturino eredita il riconoscimento, ma la sovvenzione era a rischio se non avesse trovato una direzione artistica qualificata. Al Ministero gli proposero Valeria Moriconi o Marina Malfatti. Nuti andò al Ministero e fece richiesta per la direzione torinese. Nel frattempo iniziano a lavorare anche a Torino. |
00:06:09 La fusione del Teatro Popolare di Roma con Torino Spettacoli Il trasferimento a Torino |
Ernesto Calindri si ammalò. Mesturino aveva formato con lui e Mario Chiocchio, organizzatore di Roma, una compagnia per Il borghese gentiluomo. Nuti sostituisce Calindri in tournée e nel frattempo arriva dal Ministero la notizia che avevano accettato la fusione del Teatro Popolare di Roma con Torino Spettacoli e Nuti assunse la direzione insieme a Germana Erba, moglie di Mesturino.
Fecero I lirici greci al Teatro Alfieri di Torino: Mesturino li scritturò per fare un mese di repliche, Dario Del Corno (traduttore e regista, per Glauco Mauri traduce Shakespeare) |
00:08:53 | Nella stagione ’65-’66 e poi ’66-’67 Nuti e Innocenti alloggiavano all’Hotel Sitea in via Carlo Alberto o all’hotel Fiorina, in piazza Solferino, sopra il bar Norman Allora l’attore stava nei grandi alberghi Proprio con Giulio Oppi al Sitea assisté alla morte di Kennedy. |
00:10:12 La stima profonda per Franco Enriquez |
Il periodo più bello è stato il periodo con Enriquez A Milano al Lirico Sogno di una notte di mezza estate con la regia di Peter Brook. Ancora su Enriquez |
00:12:37 La scuola per attori del TST |
Nuti e Innocenti diventano registi di se stessi; Enrico Fasella, colto, arriva dall’Accademia d’Arte Drammatica di Roma. Nuti è stato giurato a fine triennio della scuola del TST (due anni fa), diretta da Valter Malosti (subentrato a Mauro Avogadro); 20 ragazzi (uomini e donne); La ronde diSchnitzler, due spettacoli per occupare i 20 ragazzi; strepitosamente bravi, però nessuno di loro sapeva cos’è la tragedia greca, chi è Plauto o Alfieri; questi giovani non sono stati sfruttati; su 20, 19 erano validissimi. |
00:16:09 Le realtà torinesi del passato: energie sprecate |
Sistema fossilizzato sulle regole ministeriali; [Eugenio Allegri] Teatro Settimo, il Gruppo della Rocca, Roberto Guicciardini [nel 1969 è tra i fondatori della compagnia Gruppo della Rocca, con la quale ha messo in scena spettacoli come Perelà uomo di fumo da Il Codice di Perelà di Aldo Palazzeschi e Candido da Voltaire, ndr], altro grande regista. Spreco di energie. |
00:17:34 L’insegnamento |
Al Nuovo non è possibile; Nuti non ha pazienza; a Innocenti piacerebbe molto: la scuola va fatta seriamente, come quella del TST negli spazi di Moncalieri [le ex Fonderie Limone, ndr]. |
00:19:30 Lettura della liberatoria e saluti |
- ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma
- Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova
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Citation:
Relation:Intervista a Nuti Pietro, di Iracà Silvia, Roma, il 31/01/2015, Progetto “Il teatro, la memoria, la città. Torino”, Collezione Ormete (ORMT-01d) – consultata in URL:<https://patrimoniorale.ormete.net/intervista-a-nuti-pietro/>, (data di accesso).
- Il teatro, la città, la memoria
- Pietro Nuti allo Stabile di Torino
- Libretto di Se questo è un uomo, in “Quaderni del Teatro Stabile di Torino, n. 8, 1966
- Se questo è un uomo – Trailer
- Se questo è un uomo : Galleria fotografica
- Pietro Nuti in Piano regolatore (1966/67)
- Tabanelli, Franco Enriquez e la Compagnia dei Quattro, Rai-Eri, Roma 2006
- Pietro Nuti allo Stabile di Torino