Intervista a Ambrosini Flavio

ORMT-07PR-Ab

PRIMA INTERVISTA – DESCRIPTION file a
00:00:00
La contestazione studentesca a Parma
Il movimento studentesco di Parma si lega a personalità politiche di sinistra (ex. Roberto Taverna e Giacomo Conserva) e mantiene un carattere istituzionale oltre che di contestazione. L’ateneo occupato già nel dicembre del 1967. Durante l’occupazione del 1968 tanti docenti affiancano gli studenti e anche la cultura resistenziale della città sostiene la contestazione. Il clima di protesta si sviluppa su radici esistenti; il CUT era conosciuto e godeva di fama europea.
00:03:31
Il CUT al Festival di Erlangen
Il CUT nel 1964 vince il Festival di Erlangen (Studententheaterwoche ndr.) con l’Ubu re: lo spettacolo è ripreso e trasmesso dalla TV tedesca. A quell’altezza cronologica la natura del CUT è “para-professionale”.
00:04:13
L’arrivo a Parma e l’ingresso nel CUT
L’arrivo a Parma nel 1967: proviene dall’Università Cattolica di Milano e a Parma si scontra con Taverna perché contrario all’istituzione di un sindacato del movimento studentesco. Incontro con Roberto Costantini e Gigi Dall’Aglio: Ambrosini ha esperienze attoriali, è appassionato di teatro e interessato a collaborare con il CUT, di cui ha visto qualche spettacolo. Cesare Molinari lo sollecita a prendere contatti con il CUT, a cui si aggrega per la tournée svizzera di Uccellacci Uccellini.
00:08:27
I Festival europei
Tra il 1966 e il 1969, grazie alla coordinazione dell’UITU, i Festival teatrali europei sono occasione di incontro e scambio culturale, sociale e politico tra giovani di diversa provenienza. Nel 1968 il CUT di Parma partecipa al Studententheaterwoche con Uccellacci e uccellini e prevalgono temi politici.
00:10:10
Il FITU del 1968
Lo stesso accade alla rassegna FITU di quell’anno. Ambrosini ricorda il manifesto [quello di cui parla in realtà è quello del 1969] e la partecipazione della compagnia di Utrecht (Oekumenish Studenten Toneel) con uno spettacolo che denuncia il razzismo.
00:11:09
Il Supermaschio
Nel 1968 il CUT ha in programma di mettere in scena Il supermaschio di Jarry con la regia di Bogdan Jerkovic: la compagnia vi lavora molto, ma lo spettacolo non viene mai realizzato.
00:11:47
La frattura interna al CUT
La non realizzazione è legata alla rivolta interna al CUT, contemporanea alla contestazione. Il CUT nasce in ambito universitario, ma vive come organismo autonomo, il leader e alcuni membri sono extra-universitari: all’arrivo di Ambrosini è diretto da Renato Falavigna e tra i membri vi sono Giancarlo Ilari, Tito Livio Rossi e i fratelli Casoli. Nel 1968 un grande scontro tra gli attori porta alla fuoriuscita degli elementi più anziani e “politicamente più retrivi”. Dall’Aglio, Giorgio Gennari e Paolo Bocelli decidono di rilanciare le attività del CUT su nuove basi ideologiche.
00:14:46
La scuola di recitazione del CUT
Autunno 1968: la scuola di recitazione del CUT viene organizzata con maggior organicità. Vi prenderanno parte importanti personalità (ex. il sindacalista Claudio Sabattini e Gian Roberto Cavalli)
00:16:09
Le due regie di Orazi e Curiazi
Dopo l’occupazione dell’Ateneo, Dall’Aglio guida il CUT verso una nuova linea di lavoro: le prove di Orazi e Curiazi di Brecht avvengono su praticabili allestiti nei prati del quartiere Montanara. Dall’Aglio e Ambrosini sono discordi sul futuro del CUT. Il primo è contrario alla sua professionalizzazione a differenza dell’intervistato che, durante la leva di Dall’Aglio, diviene il responsabile della scuola di recitazione e propone una regia di Orazi e Curiazi che mette in scena con gli allievi. La sua versione, più adatta ad un palco teatrale, riscuote più successo rispetto a quella di Dall’Aglio sulle spiagge di Rimini. [Breve interruzione].
00:19:35
Orazi e Curiazi in Belgio
Ambrosini, con Danilo Sardella, porta al Festival di Bruxelles la sua versione di Orazi e Curiazi: lo spettacolo funziona grazie ad una forte componente ludica e interattiva e viene replicato anche all’Università di Lovanio.
00:21:46
Verso la cooperativa
Di ritorno dal Belgio Ambrosini e Sardella contattano Italo dall’Orto del Gruppo della Rocca per poter consultare il suo statuto: vogliono istituire una cooperativa teatrale anche a Parma.
00:22:31
Il XII Congresso del PCI
Il CUT segue il XXII Congresso del PCI: Ingrao e Rossanda gettano le basi per una scissione e un gruppo di sindacalisti – tra cui Sabattini – è favorevole all’inserimento di una linea anti-PCI istituzionale nell’ambiente universitario. Il CUT, in seguito, riconfluirà nell’ambito di produzione locale.
00:23:23
L’incontro con Bosio
Il CUT conosce Gianni Bosio tramite Dario Fo. Lo storico propone al CUT uno spettacolo dedicato all’occupazione delle fabbriche del 1920: possiede i verbali delle Camera del Lavoro di Milano di quell’anno. Una linea di scambio tra teatro e politica diventa possibile.
00:25:50
La grande paura
Si immagina una forma di spettacolo popolare con simboli semplici e “di massa” (ex. drago cinese di tela che abbatte muro della fabbrica occupata). [Breve interruzione]. Il lavoro sui verbali consente ai singoli attori di calarsi nella parte dei dirigenti storici del movimento operaio: Ambrosini è Egidio Gennari, Bocelli è Ludovico D’Aragona, Gennari è Amedeo Bordiga. La grande paura ha più di 100 repliche e viene scelto dall’ARCI per essere distribuito nel circuito.
00:28:50
La nascita della cooperativa (1969)
Nell’autunno del 1969, con atto notarile, nasce la Compagnia-Collettivo: Gennari ne è presidente e Ambrosini vice-presidente.
00:29:13
Lo spettacolo mai realizzato
Avvio di una collaborazione con il Canzoniere Internazionale di Leoncarlo Settimelli per produrre uno spettacolo sugli Arditi del popolo (1921. Arditi del popolo). Intellettuali di PCI e ARCI assistono alle prove e lo contestano: è contro gli interessi della classe operaia. Il legame con l’ARCI va avanti, ma nel 1972 – in concomitanza con la campagna elettorale – il clima all’interno del Collettivo diventa divisivo.
00:32:18
Lo scontro con LeMoli e l’abbandono del Collettivo
Walter LeMoli non partecipa alla produzione dello spettacolo: è a Roma per chiedere l’esonero alla leva. Tornato a Parma concorda con l’idea che lo spettacolo non debba essere distribuito. Nel 1973 Ambrosini lascia il Collettivo, prima va a Roma e poi a Torino, dove lavora con Mario Missiroli.
00:33:40
Dalla cultura di opposizione alla “strada populista”
La cultura popolare si esprime in forme storicamente determinate e autonome e in opposizione a quella egemone. Nel dopoguerra cultura egemone passa per tv, cinema e teatro ufficiale, ma si mantiene viva una cultura alternativa che riprende il folklore e i suoi elementi. Ambrosini ricorda la tesi di laurea di Dall’Aglio sui maggi drammatici, mentre lui si laurea con una tesi sul teatro di Giordano Bruno. Il CUT prende la “strada populista”: difende e amplifica gli elementi della cultura popolare da Il figlio di pulcinella di Eduardo de Filippo al ciclo shakespeariano. Ambrosini quando si era accorto che il teatro politico non aveva possibilità di crescita aveva già proposto itinerario shakespeariano.
00:38:05
Orazi e Curiazi e L’eccezione e la regola
Orazi e Curiazi e L’eccezione e la regola toccano il tema del colonialismo. Dall’Aglio nel primo spettacolo affronta il tema “attraverso la mediazione scenica”: Ambrosini ne descrive alcune scene. L’eccezione e la regola è presentato al FITU del 1969, nella palestra del liceo Marconi. Orazi e Curiazi di Ambrosini si concentra sul dibattito tra sinistra rivoluzionaria e revisionista.
00:44:11
Contestazioni di Santo Stefano e l’uscita del FITU dal Regio nel ‘68
1968: il CUT non contesta la prima di Stiffelio perché Falavigna è il revisore della partitura. All’inizio del 1969 tutto il CUT prende parte alla produzione di Un quarto di vita di Giorgio Gaslini, ma il FITU esce dal Regio: l’istituzione ha perso la sua funzione rappresentativa e il teatro deve “arrivare dappertutto”. Nell’estate del 1968 Orazi e Curiazi viene messo in scena tra i campi di Campegine.

 

PRIMA INTERVISTA – DESCRIPTION file B
00:00:00
Quartiere aperto ’70 e il Convegno di Porretta Terme
Quartiere aperto ’70 nasce da un’idea dell’intervistato in collaborazione con ARCI e si volge nel quartiere Montanara: è un progetto di formazione teatrale rivolto alle scuole e ai giovani, ma prevede anche proiezioni cinematografiche. Intervistato e intervistatrice discutono di alcuni documenti: tra questi l’intervento scritto da Ambrosini per il Convegno di Porretta Terme del 1971. Ricordo del mediometraggio Apollon di Ugo Gregoretti.
00:04:38
Da CUT a Compagnia del Collettivo
Negli anni ’70 il CUT diviene Compagnia del Collettivo su spinta di Ambrosini: dal teatro universitario si guarda al professionismo e al circuito. Per volere dell’intervistato da La grande paura i cartelloni non menzionano più né i singoli interpreti né la regia come simbolo di antagonismo nei confronti della cultura teatrale borghese. L’abolizione dello stipendio a cachet in luogo di un compenso minimo fisso viene decisa durante una tournée in Svizzera. [Breve interruzione].
00:06:14
Il documento dei CUT italiani
Il documento dei CUT italiani firmato a Monticelli durante un dopo-festival: aderiscono il CUT Bari e il CUT Piccolo teatro La Fonte Maggiore di Perugia. Il segretario dell’associazione è Roberto Bacci e l’intenzione dei CUT è di superare il dilettantismo, produrre spettacoli e costruire un circuito di distribuzione proprio. Il progetto scema in breve tempo.
00:09:23
Ricordo di Tommaso Carcelli
L’intervistatrice sottopone a Ambrosini un documento che l’intervistato attribuisce a Tommaso Carcelli, esponente del Pcd’i (l-m) che aveva sede in via Imbriani. Carcelli raramente assiste agli spettacoli del Collettivo e, se accade, non manca di accusare il gruppo di revisionismo. [Breve interruzione].
00:13:02
L’influenza di Grotowski e Barba
Nell’estate del 1965 Ambrosini e Diego Maj vanno a Wrocław per conoscere Grotowski: l’incontro non avviene perché il regista è alla Biennale di Venezia con Il principe costante. L’influenza di Grotowski e Barba sulla Compagnia del Collettivo è forte: li educa all’importanza della ricerca della verità a teatro.
00:14:57
Il CUT alla Biennale di Venezia
Nel 1967 il CUT – di cui Ambrosini non fa ancora parte – partecipa alla Biennale di Venezia con Uccellacci Uccellini di Pasolini. L’intervistato ricorda il disappunto di Pasolini che assistette allo spettacolo e lo criticò duramente.
00:16:49
Biennale e contestazione
La contestazione alla Biennale del 1968. L’invito al CUT dell’anno precedente è da leggersi come un segnale di cambiamento, ma è azzardato l’intento di apparentare il teatro universitario-non professionista a quello professionista e di ricerca. Ambrosini partecipa alla Biennale del 1974 con un film sulla disabilità.
00:18:00
Il teatro sperimentale di Ricci
Mario Ricci è ottimo esempio di teatro sperimentale professionista; ricordo de Il barone di Münchhausen nel ridotto del Regio.
00:19:00
FITU e contestazione studentesca
Il CUT, grazie al cosmopolitismo del FITU, fa esperienza di istanze di profondo cambiamento già prima del 1968, ma solo dopo le contestazioni studentesche la protesta si materializza in un teatro più impegnato politicamente. L’arrivo a Parma nel 1967, l’incontro con Dall’Aglio e ricordo dell’“atteggiamento politico generico” dei membri del CUT.
00:19:59
Il decentramento e il Teatro Due
Il Teatro Due è il risultato della forte passione della Compagnia Collettivo per il teatro e dell’efficacia del decentramento della cultura. Nel 1971 Occhio operai viene messo in scena per due settimane e il pubblico in sala aumenta sera dopo sera.
00:22:00
Spriano contro La grande paura
La grande paura si rivolge ad un pubblico operaio e alimenta il dibattito “di classe”. Il PCI non ha atteggiamento censorio ma ostativo: allo spettacolo di Bologna invia Paolo Spriano che stronca lo spettacolo da un punto di vista storico-ideologico. Il PCI – cui Ambrosini aderirà in seguito – si oppone alla circolazione dello spettacolo 1921. Arditi del popolo.
00:24:33-00:25:01

00:25:02
Percorso di studi e commiato

Brano non ascoltabile per tutela della privacy.

 

Ambrosini ha studiato pedagogia e si è laureato in filosofia.

 

 

SECONDA INTERVISTA – DESCRIPTION FILE A
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La dialettica con il PCI
[Breve interruzione]. Il numero di intellettuali di sinistra a Parma è esiguo: ricordo del padre di Taverna e del pittore Remo Gaibazzi. Nel 1968 giovani piccolo-medio borghesi formatisi in ambienti culturali di orientamento cattolico, che hanno ridotto il cristianesimo ad uno strumento di potere, scoprono l’impegno militante nella sinistra: è maniera hegeliana di inverare la fede cristiana. La carità può sussistere attraverso la rivoluzione proletaria. Il movimento studentesco di Parma inizialmente è anti-PCI. Riflessione/Digressione su Renato Curcio e sulle Brigate Rosse. Il CUT, in quanto associazione culturale che contiene “germe di progressismo”, viene accettato dal PCI. Ambrosini ricorda la coraggiosa scelta di Falavigna di chiamare a Parma il regista jugoslavo Jerkovic. [Breve interruzione]. Alberto Rusconi direttore degli ultimi FITU: il festival si svolge in associazione con il CUT – che ha ruolo organizzativo – e viene visto di buon occhio dal PCI poiché è occasione di scambio culturale.
00:10:42
Teatro della crudeltà e politicizzazione
L’intervistato ricorda il numero di “Teatro Festival” dedicato al convegno su Artaud: i contributi sono di intellettuali di spessore, tra questi anche Andrea Calzolari. L’Amleto di Charles Marowitz al FITU: il teatro della crudeltà come anticipazione della politicizzazione del teatro giovanile.
00:13:15
Addio, addio amore
Nonostante il CUT non avesse atteggiamento antagonistico, il PCI teme il brusco passaggio dei giovani da una società democratico-borghese cattolica al mondo della sinistra. Maria Bocchi richiama Ambrosini per l’organizzazione di una veglia studentesca per il Vietnam e l’integrazione dei popoli del terzo mondo. [Breve interruzione]. La nascente Compagnia del Collettivo realizza uno spettacolo di canti popolari, Addio, addio amore, a supporto alla campagna elettorale del partito per le amministrative del 1970.
00:17:39
Le incongruenze interne al CUT
Ambrosini entra nel CUT nel 1967, ma non ne diviene socio; gli associati erano 10/15 extra-universitari, spesso con idee politiche dissonanti, che prendevano le decisioni per l’intera compagnia. Le divergenze ideologico-politiche venivano vinte per amore del teatro. [Breve interruzione].
00:19:24
Rapporti con il PCI
L’ex moglie (Tania Rocchetta) canta per la campagna elettorale del PCI, con cui i rapporti si pacificano grazie allo spettacolo di canti popolari. Nel 1969 Ambrosini aveva rifiutato di entrare nella lista PCI per le elezioni comunali.
00:23:35
Il sostegno alla campagna elettorale nel Sud Italia
Addio, addio amore viene proposto per un costo esiguo. Sulla scorta di questo spettacolo sono le regie che Ambrosini cura nel 1972 per la campagna elettorale del PCI in Campania e Basilicata. Il drastico cambio di atteggiamento nei confronti del partito avviene dopo il fallimento di 1921. Gli arditi del popolo. I membri del Collettivo che non seguono Ambrosini al sud, avviano collaborazione con il PCI di Parma.
00:28:23
L’ingresso nell’ARCI
Ingresso nel circuito ARCI con La grande paura. L’incrinarsi del rapporto tra Fo e l’associazione; il circuito alternativo comprendeva oltre 400 punti teatrali ed era coordinato da Nanni Ricordi.
00:31:02
Il supporto al circuito alternativo
Le tournée di Mistero buffo e di altri spettacoli di Fo e di Nuova scena: il Collettivo, forte dell’esperienza dei festival, supporta l’ARCI nell’organizzazione.
00:32:52
La rottura tra Fo e l’ARCI
Fine dell’estate 1970: Fo, che ha scritto Morte accidentale di un anarchico, rompe con l’ARCI. L’associazione – fortemente legata al PCI – allarga il circuito alla Cooperativa Compagni di Scena di Cristiano Censi, Isabella Del Bianco e Stefano Satta Flores, che revisiona i classici in chiave marxista (ad es. Coriolano di Brecht).
00:38:50
Il clima nel circuito alternativo
Il Collettivo entra nel circuito mentre Nuova scena non riscuote molto successo. La grande paura è uno spettacolo non in linea con il PCI; Ambrosini ricorda la critica di Italo Moscati. Descrizione della scena finale dello spettacolo e ricordo dell’intervento di Spriano alla replica bolognese.
00:45:30
Critiche a La grande paura
Segretari dell’ARCI di Firenze e Bologna criticano duramente anche l’estetica dello spettacolo: è troppo rozzo.
00:46:29
Dibattiti dopo le messe in scena
La posizione ostile de La grande paura verso il PCI spiega la caduta dello spettacolo sugli Arditi. I dibattiti che seguono le messe in scena sono molto accessi e coinvolgono studenti e operai che possono esprimere il loro dissenso verso il partito.
00:47:31
L’incontro con Ghiglia e Martino
Le contraddizioni in Addio, addio amore sono implicite; Benedetto Ghiglia e Adriana Martino assistono allo spettacolo.

 

SECONDA INTERVISTA – DESCRIPTION FILE B
00:00:00
L’incontro con Ghiglia e Martino
Ghiglia e Martino registrano le canzoni dello spettacolo: la cantante vuole integrarne alcune con il proprio repertorio. La ricerca sul popolare come scoperta della verità antagonistica della classe.
00:00:21
Il significato politico de La grande paura
La grande paura: occasione per dimostrare che la classe può essere una guida politica (gli atti del convegno denunciano la burocratizzazione delle forme politiche della classe). I verbali inediti sono reperiti da Bosio e confluiscono in un volume curato da Cesare Bermani. Costituiscono materiale esplosivo: la dirigenza social-democratica del sindacato CGdL, decidendo contro lo sciopero generale, sanciva la resa della socialdemocrazia al potere.
00:02:16
Bosio, il Nuovo Canzoniere Italiano e i contatti con l’ARCI
Bosio responsabile del Nuovo Canzoniere Italiano; nel 1964 al festival di Spoleto, con Pippo Crivelli e Fo, mette in scena Bella Ciao con mondine, cantanti popolari, Giovanna Marini e il duo di Piadena. L’operazione di raccolta, catalogazione e valorizzazione di canti tradizionali e di protesta del Nuovo Canzoniere. Bosio mette il Collettivo in contatto con l’ARCI: dopo Spoleto mantiene dei rapporti con l’associazione. [Breve interruzione].
00:05:26
Verso il professionismo
Con la preparazione e la distribuzione de La grande paura il Collettivo si avvicina il professionismo. Ricordo del tentativo di persuadere Bocelli a rientrare nella compagnia: nel 1969 aveva fatto con Missiroli Il matrimonio di Gombrowicz.
00:06:39
Istituzionalizzazione
A Chianciano Terme il Collettivo respinge la RAI che vuole riprendere lo spettacolo. La visione di integrazione istituzionale comincia in seguito a Le pieghe della santa repubblica e Il re è nudo.
00:08:35
La democraticizzazione del circuito alternativo
Nel 1971 Fo si mette in proprio e il circuito alternativo diventa “democratico”, appoggiandosi ai Comuni: in Emilia-Romagna si implementa l’ATER. La nascita e la diffusione dei circuiti regionali grazie alla presenza dei teatri stabili e la futura contestazione all’ETI.
Vai alla Scheda Biografica
Interview Duration: 02:15:23
Registration Duration: Prima intervista, File A 00:49:14, File B 00:24:50 (00:25:18) Seconda intervista File A 00:49:36 File B 00:11:15
Format: mp3
Type: Audio
Language: Italiano
Subjects:
Original Document Placement:
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Citation

Intervista a Ambrosini Flavio, di Becchetti Margherita, Parma, ristorante Parizzi il 25/07/1999 – casa dell’intervistatrice il 02/09/1999, Progetto “La memoria dei teatri universitari in Italia (PRIN 2015. Per-formare il sociale)”, Collezione Ormete (ORMT-07PR-Ab),

consultata in URL:< https://www.patrimoniorale.ormete.net/../..>, (data di accesso). 

Relation:
Bibliography:
  • Ambrosini F., Bearbeitungen Drammaturgie. Il lavoro teatrale, s.l., Orizon-New, 2020.
  • Ambrosini F., Scherza coi santi…, s.l., Orizon-New, 2020.
  • Ambrosini F., Scritture per il teatro, s.l, Orizon-New, 2020.
  • Ambrosini F., Teatro di propaganda o teatro d’arte, in Per una nuova cultura teatrale. Per una riforma democratica del teatro drammatico e musicale (atti del Convegno di Porretta Terme, 18-20 giugno 1971), Bologna, Ufficio Stampa della Regione Emilia-Romagna, 1971, pp.51-52.
  • Ambrosini F., Traduzioni di teatro: Molly Sweeney, La Serva Zerlina, s.l., Orizon-New, 2020.
  • Becchetti M., Il teatro del conflitto. La Compagnia del Collettivo nella stagione dei movimenti. 1968-1976, Roma, Odradek, 2003
  • Becchetti M. et alii, Parma dentro la rivolta. Tradizione e radicalità nelle lotte sociali e politiche e di una città dell’Emila rossa, Milano, Punto Rosso, 2000.