Intervista a Adami Milo

ORMT-11a

00:00:00-00:04:53 Chi è Milo Adami e il suo incontro con il teatro (e Ronconi). Dichiarazione iniziale da parte delle intervistatori. AM. Quali le coordinate di Milo Adami: studi passati e lavoro presente; la passione per il teatro. MA. Spettatore abituale di teatro durante il periodo di Luca Ronconi Direttore del Teatro di Roma. La sua famiglia ha vissuto da testimone l’esperienza rivoluzionaria degli anni Sessanta. Fondativa, per i suoi studi e carriera futuri, l’esperienza liceale di ‘recensore’ di spettacoli allestiti all’Argentina. Sandro Piccioni, “mentore”, lo ha introdotto e guidato nel mondo del teatro. Primo ingresso nel teatro da studente: Teatro Eliseo. Diversità di pubblico tra l’Eliseo e l’Argentina: il primo ‘impellicciato’, cellulari che suonavano; il secondo completamente diverso, più ‘aperto’, prima con la direzione artistica di Luca Ronconi e poi con quella di Mario Martone. Oggi Milo Adami è un regista di cinema documentario e docente universitario. Il teatro continua a essere la sua prima esperienza di iniziazione all’arte scenica, alla drammaturgia, alla composizione visiva e cura di dettagli.
00:04:53-00:09:39 La curiosità e l’approfondimento dei testi. AM. Spettatore curioso nella dimensione ronconiana. MA. Progetto editoriale organizzato da Sandro Piccioni. Conoscenza del braccio destro di Ronconi, Claudio Longhi. Il lavoro approfondito sui testi in allestimento scenico: la passione per i testi, le letture e l’approfondimento; la cura al dettaglio. Entrare in “empatia” con la produzione di uno spettacolo. “Come se il teatro prendesse vita attorno a quei testi” (00:06:58). Sei personaggi in cerca d’autore [In cerca d’autore. Studio sui Sei personaggi. Prima rappresentazione: Festival dei 2 Mondi – Teatrino delle 6, Spoleto (Pg), 7 luglio 2012] ricordo vivo. Visione dall’alto (seduto in un palchetto). La figura del regista posto su una sedia da “arbitro da tennis”: sviluppo verticale. Differenza con la produzione teatrale dell’Eliseo: recitazione un po’ impostata. Lavorando con Ronconi, gli attori mostravano un altro modo di stare sul palco; “persone capitate lì sopra, si sentiva meno l’attore con la A maiuscola, ma si sentiva un coro di personalità, coro scenico” (00:08:03). Informalità. Dalle pellicce dell’Eliseo alla conoscenza di un teatro altro, grazie a Ronconi. Il testimone è poi passato alla direzione artistica di Mario Martone. Un viaggio: le esperienze si completano.
00:09:39-00:12:25 MD. Apprendere dalla regia teatrale di Ronconi. Messinscena di testi non teatrali: capacità di tirare fuori altri significati del testo. MA. Lolita [Lolita – Sceneggiatura. Prima rappresentazione: Teatro Strehler, Milano, 22 gennaio 2001] al Piccolo di Milano. Visto il film di Stanley Kubrick, mai letto Vladimir Nabokov (letto dopo lo spettacolo per capire il lavoro di trasformazione). Idea di trasformazione: testo malleabile quando passa ad altri linguaggi. L’esperienza degli spettacoli di Ronconi: nascere in lui la curiosità di come si può trasformare, ‘riadattare’, fare tuo, fare nostro un testo del passato. Walter Benjamin, le teorie sulla storia: un qualcosa del passato che improvvisamente si illumina e torna a parlare nel presente. Esperienza giovanile radicata in Milo Adami, che lo accompagna tutt’ora nei suoi lavori cine-documentari.
00:12:26- 00:18:03   Il primo ricordo di Ronconi e la ‘frastornazione’ dello spettatore ronconiano. AM. Il primo incontro con Ronconi: Sei personaggi in cerca d’autore. Quali le sensazioni. MA. Una maggior consapevolezza degli spettacoli dovuta al lavoro preliminare: strumenti della conoscenza, un corpo che prende forma. “Esperienza potente, perché ne sentivi la stratificazione, anche dentro di te. Era anche il tuo spettacolo” (00:14:09). La sensazione forte di uscire dal teatro in silenzio. Rimanere positivamente frastornati: esperienza “primitiva, primigenia”. MD. Un teatro che porta a un sovraccarico di percezioni. Qual il ruolo svolto dalla scenografia. MA. Scenografia essenziale. Lavoro di sintesi visive. In Lolita complessità enorme: scenografia mobile, un teatro “fluttuante”. “Sembrava un po’ il cinema, un montaggio in diretta” (00:16:31): accostamento alle scenografie mobili e mutevoli di Erwin Piscator. Istruzioni sceniche di Ronconi “azzeccate” rispetto al testo. Non intenti naturalistici, non classica messinscena in costume: rilettura completa di immagini passate in dialogo con la contemporaneità. “Una specie di tempo terzo: spettacoli né ambientati in quel presente, né ambientati in quel passato. Stavano in un non tempo” (00:17:21).
00:18:03-00:20:09 Luca Ronconi Direttore del Teatro di Roma: significati. AM. Il contributo di Ronconi alla direzione artistica del TdR. MA. Teatro più “asciutto”, con meno orpelli e “star”. Più informale, “democratico”, meno pomposo. Teatro Eliseo e Teatro Argentina al confronto: nel primo un pubblico codificato, in pelliccia; nel secondo una nuova generazione di spettatori conviveva con gli impellicciati. Un cambiamento generazionale accentuatosi con la direzione successiva di Martone. Diffusione in altri luoghi, decentrare la programmazione: Teatro India.
00:20:09-00:24:43 La dimensione temporale degli spettacoli di Ronconi. MD. La lunga durata degli spettacoli di Luca Ronconi. Esempio: I fratelli Karamazov e Infinities  [Prima rappresentazione: Spazio Bovisa (ex laboratori del Teatro della Scala), Milano, 8 marzo 2002]. MA. Vago ricordo della messinscena de I fratelli Karamazov [Prima rappresentazione: Teatro Argentina, Roma, 23 gennaio 1998]. Molto vivido, invece, il ricordo del lavoro sul testo, testo capace di evocare immagini. Trasmissione di saperi, da Ronconi a Piccioni passando per Longhi, che si infilava nei corridoi del teatro. “Lettura rivoluzionaria”. Vivere il teatro all’interno. La lunga durata di Lolita. Mai provata la concezione di pesantezza per un’esperienza forte e immersiva come quella del teatro di Ronconi.
00:24:44-00:28:48 L’incontro formativo e fondativo con il teatro e Ronconi. AM. L’incontro con il teatro e la conoscenza di Ronconi: influenze nella vita. MA. Un grande impatto nella formazione e nel percorso futuro di Milo Adami. La cura al dettaglio. Non cercare sempre la strada più ovvia, ma interrogarsi, approfondire. Da Ronconi ha appreso l’ibridazione di più linguaggi: teatro, “cinema”, letteratura. Il Teatro Argentina degli anni Novanta descritto come un teatro di incroci, di linguaggi che si intersecavano. Un aspetto che ricorre e condiziona la produzione docu-filmica di Milo Adami: finzione e realtà; archivio, repertorio e presente. Un teatro, figlio della sperimentazione degli anni Sessanta/Settanta, estremamente largo di vedute, in anticipo rispetto all’epoca digitale. Al di là degli spazi convenzionali: contaminare spazi e linguaggi diversi. Il digitale rilancerà questa idea, spingendo al massimo livello possibile l’ibridazione.
00:28:48- 00:33:33 Essere spettatore del teatro di Ronconi: sensazioni. AM. Ronconi e l’uscita dagli spazi teatrali tradizionali, come ad esempio nell’Orlando Furioso [Prima rappresentazione: Chiesa di San Niccolò (Festival dei Due Mondi), Spoleto (Pg), 4 luglio 1969]. Ibridazione di più linguaggi ne Gli ultimi giorni dell’umanità [Prima rappresentazione: Ex Sala Presse del Lingotto, Torino 29 novembre 1990].L’esperienza da spettatore degli spettacoli di Ronconi: tranquillità o ‘spiazzamento’? MA. “Curioso, con i sensi aperti e la memoria al testo” (00:30:24): descrizione esperienza da spettatore. Disorientamento è fondamentale esperienza del fruitore di opere cinematografiche e teatrali. La messa in discussione delle certezze dello spettatore è il segreto di un’esperienza soddisfacente, non la riconferma del proprio sistema di valori. Il silenzio particolare che segue la visione degli spettacoli di Ronconi richiama le riflessioni di Walter Benjamin contenute in Silenzio e povertà, sul mutismo dei soldati tornati dall’esperienza in trincea: il silenzio come migliore espressione dell’intensità dell’emozione provata.
00:33:34-00:39:56 Possibili contatti nel presente con i ‘rappresentanti’ della scuola ronconiana. MD. È rimasto in contatto con il teatro della c.d. scuola ronconiana? MA. Pochi contatti con il teatro ronconiano, ma molto in contatto con il Teatro di Roma sotto la direzione artistica di Martone, che presenta tratti che discendono da una cultura teatrale alla quale attingeva anche il teatro di Ronconi. Esempio uno spettacolo di Giorgio Barberio Corsetti recitato in un capannone alla periferia di Roma, il Graal, o l’Edipo re diretto da Martone. Esperienza di Milo Adami con il teatro di ricerca. Auspici di una nuova stagione del teatro italiano all’alba della ripresa post-pandemia.
00:39:57-00:45:58 Immaginare: Luca Ronconi e il pubblico di oggi. AM. Il teatro di Ronconi avrebbe presa sullo spettatore di oggi? MA. Come docente, Milo Adami nota negli studenti una bassa soglia dell’attenzione e una refrattarietà alle pause e al silenzio. Formazione bizzarra dello spettatore, attenzione intermittente. Il teatro e il cinema come stanza deputata alla concentrazione e alla riflessione. Occorre fare un’ecologia dei sensi e dello sguardo. Approccio consumistico e bulimico verso le opere cinematografiche e teatrali. Importanza di un ‘consumo responsabile’ dei prodotti culturali.
00:45:59-00:50:48 Il teatro di Luca Ronconi visto con la lente del teatro sperimentale degli anni Sessanta/Settanta. MD. Teatro di Ronconi difficilmente categorizzabile e insospettabili legami con il teatro sperimentale degli anni Sessanta e Settanta. MA. L’Orlando furioso stimolava lo spettatore a operare un proprio montaggio e a scegliere verso quale oggetto rivolgere l’attenzione. Lo spettatore si muove in una sorta di teatro-piazza, privo di poltrone, che rimanda alle forme spontanee del teatro medievale. Nel saggio Extra media di Enrico Crispolti viene analizzato l’approccio di alcuni artisti, come Gianfranco Baruchello, che non scelgono un linguaggio specifico, ma adottano linguaggi diversi a seconda dell’idea che devono comunicare; tutto ciò è presente nelle scelte registiche di Ronconi, v. in Lolita. Anche se il teatro come ‘dispositivo’, come lo intende Foucault, è il medesimo. Ronconi sceglie dei testi irrisolti che cerca di risolvere attraverso la messinscena, ‘traducendoli’ nel linguaggio che ritiene più funzionale.
00:50:49-00:53:34   La mutevolezza di Ronconi. Il significato della morte del Regista. AM. Ronconi mai uguale a se stesso, v. diverso modo di concepire la scena in Lolita, Orlando furioso e Sei personaggi in cerca d’autore. Significato della scomparsa di Ronconi, a livello culturale. MA. Morte di un artista è sempre una grande perdita (Cecilia Mangini, Franco Battiato). L’artista mette a disposizione degli altri la propria vita. Ronconi non sarà dimenticato, ma altri artisti non sono stati così fortunati.
00:53:35-00:56:18   Fine dell’intervista. AM. Ringraziamenti finali e lettura formula di chiusura dell’intervista.
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Interview Duration: 01:00:00 circa
Registration Duration: 00:56:18
Format: M4A
Type: Audio
Language: Italiano
Subjects:
Original Document Placement:
  • – ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma (www.icbsa.it)
  • – Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova (www.museoattore.it)
  • – Archivio Teatro di Roma
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Citation Intervista a Adami Milo, di Davies Massimiliano e Morganti Arianna, Piattaforma zoom (Roma-Parma), il 01/06/2021 Progetto “Ronconi a Roma”, Collezione ORMT-11, consultata in URL:< https://www.patrimoniorale.ormete.net/../.. >, (data di accesso).

Relation:
Bibliography:
  • M. Adami, La forma video. Tra cinema e arti visive dopo il digitale, Postmedia Books, 2020.