Vasilicò Giuliano
Reggio Emilia – 21/05/1936
- Professione: Regista e Autore
- Attualmente: Regista e Autore
Giuliano Vasilicò, nato a Reggio Emilia, entra in contatto negli anni Sessanta, durante una sua lunga permanenza in Svezia, con esperienze artistiche di avanguardia (letteratura, cinema, teatro). Nel 1969 a Roma dopo una decisiva esperienza al Teatro La Fede con Giancarlo Nanni, forma con altri artisti (Agostino Raff, Fabio Gamma, Ingrid Enbon e la sorella Lucia) una Compagnia con la quale mette in scena due propri testi, Missione Psicopolitica e L’occupazione in cui è impegnato anche come attore. Nel 1971 realizza una versione dell’Amleto con solo quattro personaggi. Lo spettacolo, con scene, costumi, musiche di Agostino Raff (e in cui il regista interpreta anche la parte del protagonista) è inserito in alcune rassegne (Festival di Chieri, ETI Ricerca, ecc…) e suscita l’interesse della critica e del pubblico. Da allora il teatro di Vasilicò si rivolge principalmente alla trasposizione teatrale di importanti opere letterarie. Nel 1972 la Compagnia allestisce Le 12 giornate di Sodoma (da De Sade) scene, costumi e musiche di Agostino Raff, e nel 1976 Proust (da Alla ricerca del tempo perduto) scene e costumi Goffredo Bonanni, quali metafore, a carattere prevalentemente gestuale, della violenza della “ragione” e dell’irrazionalità del “cuore”.
Questi lavori riscuotono un successo internazionale Le 120 giornate partecipa al “Festival Mondiale del Teatro” di Nancy e viene rappresentato successivamente, con tenute da record, in importanti teatri a Londra, Amsterdam, Parigi (con critiche positive anche di Roland Barthes). Il teatro di Vasilicò viene scelto per rappresentare l’avanguardia teatrale europea alla “Rassegna dell’Arte Europea” a Buenos Aires. Il Proust, presentato nelle rassegne dell’Ente Teatrale Italiano, riscuote un grande successo. Nel 1978 riceve il premio Mondello per il migliore spettacolo di ricerca dell’anno. I due lavori vengono replicati complessivamente per cinque stagioni. Dal 1978, dopo l’allestimento di un proprio testo, L’uomo di Babilonia (che partecipa con successo alle Rassegne dell’ETI) Vasilicò si impegna con il suo Gruppo in un progetto ambizioso: la teatralizzazione del romanzo di Robert Musil, L’uomo senza qualità. Nel 1984, dopo un lungo e complesso “work in progress”, il Gruppo di Vasilicò, con Goffredo Bonanni, Teresa Pedroni, Fabrizia Falzetti, Bruno Sais, Agostino Raff, mette in scena al Teatro Valle di Roma (protagonisti Massimo Foschi e Lucia Vasilicò) la Parte Prima de L’uomo senza qualità. Il lavoro viene invitato alla Biennale di Venezia.
Nel periodo dal 1985 al 1988 le principali opere realizzate sono Il ritratto di Dorian Gray (con Maurizio Donadoni), il Mago di Oz (con Fabrizia Falzetti, Lucia Vasilicò, Riccardo Barbera), spettacoli in cui la vicenda scenica diviene un percorso per approfondire delicati “passaggi” della vita interiore. Nel 1989 il Gruppo di Vasilicò affronta nuovamente un’opera di Musil teatralizzando il racconto Il compimento dell’amore. Il lavoro, rappresentato in vari importanti teatri italiani (il Quirino di Roma, il Teatro Duse di Bologna, il “Parenti di Milano, ecc…) viene invitato anche a Vienna, in occasione del “Cinquantenario” della morte dell’autore. Nelle stagioni successive, l’opera viene ulteriormente sviluppata e rappresentata in versioni sempre più avanzate. Nel 1995 Vasilicò riceve dal Senato di Klagenfurt, città natale dell’autore, il prestigioso “Premio Internazionale Robert Musil”. Da quel periodo il teatro di Vasilicò diviene un “cantiere”, una “fucina” sempre accesa in cui spettacoli, laboratori, lavori didattici sono finalizzati all’approfondimento e alla teatralizzazione della “seconda parte” de L’uomo senza qualità , la cui messinscena definitiva è vista da Vasilicò come un’occasione per addentrarsi ulteriormente nel Mistero del Teatro e nelle sue capacità di coinvolgere mente e cuore degli spettatori. In questa linea di “spettacolo aperto” la compagnia realizza, nel periodo 1997-2000 una Trilogia composta da Il Regista in scena, Il Percorso artistico, La ragione e il Sentimento, spettacoli teatralmente autonomi, ma legati fra loro dal filo rosso. Vengono condotti anche numerosi laboratori: all’Università di Parigi, al Palazzo delle Esposizioni a Roma, al Teatro Fondamenta Nuove di Venezia (Università Cà Foscari), al Teatro Studio di Scandicci (a cura di Franco Quadri), all’Università di Napoli, presso gli Istituti Austriaci di Cultura di Roma e di Milano, con il Teatro Argentina di Roma (a cura di Dacia Maraini), al Dams di Roma Tre, ecc…, incentrati sull’essenza del teatro e sulle funzioni dell’arte scenica.
A partire dalla stagione 2003, la compagnia inizia un viaggio a ritroso nei suoi più importanti lavori “storici”, ricreando al Teatro India di Roma lo spettacolo ispirato a Marcel Proust, un ritorno alle radici per ricongiungersi e completare la Seconda Parte, mai teatralizzata, de L’uomo senza qualità. Dal 2006 Vasilicò si impegna in spettacoli di argomento religioso mettendo in scena i lavori: La Fede del Trecento, ispirato alle lotte tra potere temporale e potere spirituale che insanguinarono l’Europa di quell’epoca; Santa Caterina da Siena tratto dalle lettere della Santa, testimoniandone la straordinaria esperienza politica e mistica; Dal Vangelo secondo Giovanni vincitore del Bando di Concorso Nazionale “I Teatri del Sacro ’09”; Il regista in scena (testo di Vasilicò con Manuel Fiorentini). Giuliano Vasilicò muore a Roma il 15 febbraio 2015.
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