Mazzoni Gian Franco
Torino –
- Professione: Attore, Regista
- Attualmente:
Dopo essersi diplomato nel 1964 all’Accademia d’Arte drammatica di Roma, Gian Franco Mazzoni partecipa come attore ad alcuni allestimenti di testi di Brecht e Plauto, per poi nel 1967 impegnarsi nelle attività del Teatro cabaret “L’Armadio” e, nel 1968, fonda il Gruppoteatro. I primi spettacoli della compagnia sono L’amore di don Perlimpino e Don Cristobal di Federico Garcia Lorca, dei quali Mazzoni è sia regista sia interprete, un doppio ruolo che ha poi quasi sempre mantenuto in tutta la sua carriera artistica.
Inizia allora la sua collaborazione con il Beat 72 e, nel 1968, Mazzoni mette in scena Il Re Nudo di Schwarz, nel 1969 il Woyzeck di Büchner, Bertolt Brecht e gli anni della lotta e, nel 1971, Cappelli e berretti. Controstoria del brigantaggio meridionale. Proprio dalle repliche di quest’ultimo, si aprono delle vie molto importanti per Mazzoni e la sua compagnia: da un lato, l’idea per lo spettacolo successivo, un lavoro essenzialmente musicale con canti e musiche popolari, dal titolo, appunto, di Bassa macelleria; dall’altro, un tipo di lavoro basato sulle fonti orali raccolte o sui repertori popolari locali, che caratterizzerà buona parte della successiva ricerca di Mazzoni; e infine una collaborazione con la cooperativa Teatro di Sardegna già iniziata nel 1970 con l’allestimento dell’Eccezione e la regola e La bottega del pane di Bertolt Brecht. Dopo aver realizzato a Roma con il Gruppoteatro Discorso sul Viet Nam (1972) Marat-Sade (1973, con scene e costumi di Marcello Sambati) e Mokinpott (1976) di Peter Weiss e Sparatrap (1980), Mazzoni è chiamato dal Teatro di Sardegna per dirigere il testo di Romano Ruju, Su connottu, che avvia un lungo lavoro sempre più radicato nel territorio e nella cultura popolare sarda. E’ un periodo felicissimo di progettualità, di cui in particolare Parliamo di miniera di cui è anche autore (1976) e Carasegare (testo di Masala e Mazzoni) sono i frutti più importanti e riusciti (con Su connottu e Parliamo di miniera Mazzoni sarà alla Biennale di Venezia).
Dello stesso periodo ricordiamo anche: Bertoldo a corte, Di Schweik, il buon soldato (testo di Mazzoni, da Hasek, 1978). Di nuovo a Roma con il Gruppoteatro presenta Sparatrap , Sbacì – azzione ‘n prosa e musica pe’ sto carnovale de l’anno Dommini 1850 (1981), La croisade des enfants – misteriosa crociata del XII secolo (1983), Ridere – vita e morte del caffè sciantante (1986). Intanto, nel 1979, Mazzoni aveva iniziato anche un collaborazione con la Compagnia di Raffella De Vita per la quale Mazzoni firma le regie di Edith Piaf, una donna, una vita, una voce (1979), L’opera del mendicante di J. Gay (1981). È del 1984 la regia della Cantatrice calva di Ionesco a Cagliari per la Sezione Teatro&Musica, ripresa poi a Roma nel 2001.
Con un estremo rigore, una passione intellettuale e una tensione politica sempre viva anche negli ultimi anni Mazzoni prosegue lungo il canale che si è tracciato: una nuova edizione di Su connotu (1998), una nuova regia del Woyzeck (2003), Federico è sulla luna (2006), Bentornato signor Bertolt Brecht (2008), Courteline mon amour (2010), fino a Un friccico di Roma del 2011, in cui è ancora regista e interprete. Infine nel 2014 interpreta in una lettura drammatica insieme con l’attrice Clara Murtas Il re si diverte di Victor Hugo presso il Posada Festival (NU).
- Doplichr, F.
- 1974 Dobbiamo fare un teatro leggibile, Intervista con Gian Franco Mazzoni, «Sipario», luglio, p. 36
- Quadri, F.
- 1977 L’avanguardia teatrale in Italia, Einaudi, Torino, II, pp. 637-39