Intervista a Compagnia Teatro Viola

ORMT-04f

00:00:00 Presentazioni e dichiarazioni di rito da parte dell’intervistatrice Francesca Fava
00:01:50
Formazione al teatro e al femminismo delle tre giovani attrici (1971-1978): Elisa Mereghetti
Elisa Mereghetti (in Skype da Bologna) si presenta e parla della sua formazione teatrale a Roma nei primi anni Settanta, a 19 anni, studiava musica, poi parte un anno negli USA e in Messico. L’amicizia tra le tre risale all’infanzia, è precedente all’esperienza teatrale.
Quando torna dal viaggio si unisce al gruppo che aveva già iniziato a lavorare, prima come Chocobanane poi come Teatro Viola.
00:05:20
Formazione al teatro e al femminismo delle tre giovani attrici (1971-1978):
Maia Giacobbe Borelli
Maia Giacobbe Borelli illustra la sua formazione: lei, come le altre, si avvicina al teatro attraverso la creatività e i travestimenti dei cortei femministi, i corsi di teatro e musica al Liceo Sperimentale di Roma (insegnanti Vilda Ciurlo, Bianca Galvan, Meri Franco Lao, dal 1971 al ’76), poi, da sola, frequenta negli USA il circo del clown femminista Arina Isaacson, Berkeley, California (1976-77) e fa esperienza come attrice al Teatro Potlach, d’influenza barbiana (1977-78). Segue l’esperienza nel 1978 con D’Andreamatteo come Chocobanane a Zanzibar in via del Politeama, locale femminista a Trastevere, e infine con il Teatro Viola si trasferisce alla Casa delle Donne di via del Governo Vecchio di Roma.
00:10:00
Formazione al teatro e al femminismo delle tre giovani attrici (1971-1978):
Flavia D’Andreamatteo
Interviene Flavia D’Andreamatteo sulla storia del locale Zanzibar e sull’occupazione della Casa delle donne del Governo Vecchio.
D’Andreamatteo spiega la storia del circolo femminista Zanzibar e la sua formazione come attrice dal 1976 con il gruppo universitario di Angelo Maria Ripellino, debutto nello spettacolo Vaudeville-Cechov, Teatro Sangenesio e l’anno dopo al Teatro Spaziozero di Roma.
Per D’Andreamatteo la passione per il teatro è precedente all’incontro con Teatro Viola, ma per tutte nell’esperienza di quegli anni, oltre al teatro al Liceo Sperimentale, la politica s’intrecciava strettamente con il teatro come modo di comunicare la propria differenza.
Questa era la Roma della metà degli anni settanta, fra Università, militanza e teatro.
00:16:15
Fra teatro e militanza femministaASCOLTO
Mereghetti lega il suo agire per questa esperienza teatrale al percorso che tutte stavano effettuando nel piccolo gruppo femminista e all’esperienza politica. Il suo percorso esistenziale e professionale è stato, in quest’ordine: musica, teatro, drammaterapia, documentario. Il teatro faceva parte di un percorso di ricerca esistenziale.
00:18:00
drammaturgia non scritta, legata all’autocoscienza femminista.ASCOLTO
Interviene Borelli spiegando che gli spettacoli del Teatro Viola non usavano partire da un testo drammatico predefinito ma operavano un montaggio creativo di testi anche non teatrali, frutto dell’emotività e sensibilità personali. Nel primo periodo gli spettacoli erano a firma collettiva, sia il testo che la regia.
00:18:35
Origine del nome della compagnia, “Teatro Viola”
Origine del nome del Teatro Viola.
Per D’Andreamatteo, importante il viaggio di formazione femminista in America (1976-77), la partecipazione al Collettivo femminista di via Pomponazzi e ai gruppi di autocoscienza femminista di Roma.
Intervengono tutt’e tre sulle origini, poi Borelli legge dalla brochure della Compagnia la spiegazione del nome “Teatro Viola” (adottato nel 1979).
00:22:50
teatro femminista e gruppi di autocoscienza
D’Andreamatteo spiega che prima ancora di strutturare la compagnia teatrale c’era la militanza politica. Dopo il 1977 e il viaggio negli USA c’è un allontanamento dalla precedente doppia militanza, sua adesione al Collettivo femminista di via Pomponazzi, dove incontra Lia Cigarini, Annalisa Sapegno, Mariella Gramaglia, Biancamaria Frabotta e frequenta due gruppi di autocoscienza, uno a via Pomponazzi e uno a scuola.
Spiegazioni sulla pratica dell’autocoscienza.
00.26:00
focus sulle influenze estere e sui materiali scelti per gli spettacoli (psicoanalisi, creatività, follia liberatrice).
L’intervistatrice chiede di spiegare la relazione tra autocoscienza e teatro femminista, per Mereghetti nel Teatro viola questo legame non c’è, c’era piuttosto un legame con la psichedelia (precisa D’Andreamatteo che anche la chiave psicoanalitica era comunque uno degli elementi), insieme al tema della “creatività al potere”, della forza dell’immaginario personale e della follia come forza creativa.
Interviene Borelli sul tema dell’immaginazione e della psicoanalisi, dell’analisi dell’inconscio usata per selezionare i materiali utili allo spettacolo.
D’Andreamatteo: non eravamo capaci di teorizzare questo legame.
L’intervistatrice chiarisce che le generazioni più giovani non conoscono cosa sia l’autocoscienza.
Per capire l’autocoscienza, D’Andreamatteo consiglia di leggere il libro Colpire al  cuore – Storie del sessantotto di Anna Bravo sull’autocoscienza femminile come narrazione alternativa (l’intervistata confonde il titolo con Colpire al cuore che è invece un film).
Nel teatro si cercava una narrazione alternativa a quella dominante.
00:28:50
Teatro Viola in contesto, scelta di vita antagonista.  Le chiavi di lettura: femminista, creatività al potere e   movimento politico del ‘77, assurdo, teatri di gruppo….ASCOLTO
Interviene Mereghetti: la chiave femminista è una delle chiavi per capire Teatro Viola ma non l’unica. L’esperienza aveva un carattere creativo non catalogabile che era frutto dei tempi.
D’Andreamatteo: Teatro Viola è durato fino al 1989, prima c’era stato il viaggio di formazione americano che aveva lasciato un segno fondamentale. Rifiuto del percorso universitario, cui erano destinate per provenienza familiare: teatro come scelta antagonista e creativa. Chiave poetica dell’assurdo, della follia, dell’immaginazione, del viaggio… Influenza del liceo artistico, capacità di sintesi di linguaggi
Borelli: Teatro Viola era estraneo alle tematiche del teatro femminista più tradizionale, quello dei monologhi autobiografici e della pedagogia politica, anche per percorso esistenziale: le altre femministe erano più anziane e loro molto giovani. Era direttamente collegato al teatro di ricerca e di gruppo. .Inoltre,  immaginario che derivava dal movimento studentesco degli anni Settanta,.
00:32:15
Il dato generazionale: giovanissime….
Il dato generazionale:Borelli, “eravamo più giovani dell’altro teatro femminista”.  Aneddoto del ministero: un teatro ‘per bambine’ o ‘di bambine’?
00:33:18
Altre componenti del gruppo
Borelli e D’Andreamatteo: precedente esperienza di Borelli con il training fisico del Teatro Potlach di Fara Sabina d’ispirazione barbiana nel 1977-78 per un anno e formazione all’ISTA di Eugenio Barba a Volterra nel 1981.
D’Andreamatteo: si aggiunge Piera Albrizio nel trio iniziale, prima della strutturazione come Compagnia Teatro Viola. Altre componenti del gruppo teatrale, per un tempo più breve, furono: Pierfrancesca Albrizio, romana, Ginger Miller, americana che viveva in una comune milanese e Simonetta (Sim) Fantoni, veneta.
Origine californiana del primo nome del gruppo: le Chocobanane, scelto durante una permanenza alla comune di ProjectOne a San Francisco.
00:36:20
Primo spettacolo:
Viaggio a Zanzibar (1978)
D’Andreamattero: primo spettacolo, comico e surreale, Viaggio a Zanzibar allestito nei locali dell’omonimo circolo, in autunno 1978 dal trio Albrizio, Borelli e D’Andreamatteo.
Linea narrativa dello spettacolo.
Tutt’e tre ricordano questo primo spettacolo.
00:39:30
Storia senza memoria e Viaggio a Zanzibar
Mereghetti: partecipa dall’autunno 1978 al gruppo ed entra nel secondo spettacolo per bambini: Storia senza memoria, musica suonata in scena dalle stesse attrici, con Albrizio, Borelli, D’Andreamatteo e Mereghetti.
Mereghetti suonava la chitarra e il violino. Rappresentato nelle scuole e nei luoghi femministi, raramente in veri e propri teatri.D’Andreamatteo: Viaggio a Zanzibar era un testo di apparente non senso con una colonna sonora di montaggio di musica californiana e psichedelica, danze di cancan e tamburi, con canti delle balene di Paul Winter e Roger Payne, oltre a Tubular Bells di Mike Oldfield.D’Andreamatteo: era uno spettacolo antagonista e fuori da ogni canone, con volontà di condividere il divertimento con le altre donne.
Mereghetti: legge alcune parti del testo del primo spettacolo.
00:43:50
Per un pubblico di femministe
Borelli: Teatro Viola era interno al movimento delle donne, con lo scopo di divertire le femministe, e non pedagogico, per spiegare il femminismo a chi non lo era.
Dialogo di tutte: facevamo battute comiche sulle ideologhe del femminismo, lo spettacolo era presentato in un locale solo per donne, Zanzibar, frequentato essenzialmente da femministe.
00:47:20
Attività alla Casa delle Donne di Roma (1978)
D’Andreamatteo: nel 1978 decisione di strutturare formalmente l’associazione, il teatro diventa professione, nascita del nome Teatro Viola, trasferimento della sede del gruppo alla Casa delle donne del Governo Vecchio, tournée ai Festival dell’Unità e altri luoghi di piazza dello spettacolo musicale per bambini Storia senza memoria (stagione 1979-80).
00:48:00
Storia senza memoria (1979-80) e attività per bambini a Roma
Mereghetti: descrizione della genesi di Storia senza memoria ed esperienza al Carnevale di Venezia del febbraio 1980.
Mereghetti: nello spettacolo si usavano vari strumenti musicali suonati dalle attrici: fisarmonica, tromba, sax alto, chitarra, violino, percussioni.
00:51:00
Trama di Storia senza memoria e Carnevale di Venezia
D’Andreamatteo spiega la trama di Storia senza memoria e la costruzione dei costumi.

Mereghetti interrompe per mostrare foto scattate durante il Carnevale di Venezia per un giornale di femministe francesi “Femmes Hebdo”(?).

D’Andreamatteo riprende la narrazione della storia dello spettacolo, interrotta spesso dalle altre due.
Cantano insieme la canzone leitmotiv dello spettacolo. Tournée in giro per l’Italia.

In dialogo: riflessione sull’uso del teatro per bambini per poter finanziare tutta l’attività. Laboratori nelle scuole ed esperienza di Bambinopoli, centro estivo teatrale, gestito nell’ambito dell’Estate romana di Renato Nicolini.

00:58:50
Trasferimento a Bologna, attività in Emilia-Romagna
Borelli e D’Andreamatteo spiegano l’attività di Teatro Viola a Bologna e il trasferimento definitivo da Roma: partecipazione a Maestri e Margherite, corso di formazione teatrale biennale, dalla metà del 1980, residenza al Centro di Quartiere Caserme Rosse di Bologna, offerta dalla Regione Emilia Romagna con il Dams dell’Università di Bologna.
Contatti con il Teatro Nucleo di Ferrara e con Cora Herrendorf, con cui D’Andreamatteo lavorerà.
D’Andreamatteo spiega chi partecipò ai Maestri e Margherite e come fu l’inserimento a Bologna.
Albrizio abbandona il gruppo per seguire il gruppo di musiciste inglesi del FIG, Feminist Improvisation Group di Maggie Nicols.
A Bologna arriva nel gruppo Sim Fantoni. Nel gruppo ora lavorano Flavia D’Andreamatteo, Sim Fantoni, Elisa Mereghetti, Maia Borelli
Mereghetti legge un articolo di “Lotta Continua” sul Teatro Viola.
01:04:30
Shoe Show ovvero un mondo fatto con i piedi (1980)
Borelli: a Bologna obbligo d’intervento sociale sul territorio (spettacoli, parate nelle strade e laboratori al Centro handicap delle Caserme Rosse e all’Ospedale psichiatrico di Bologna e Ferrara).
Descrizione del terzo spettacolo, Shoe Show (1980), e lettura del Manifesto poetico e sociale del Teatro Viola, contro il piangersi addosso dell’auto-coscienza femminista e il maschilismo di grossa parte del teatro di ricerca, per la creazione di un nuovo linguaggio ottimista, emotivo e fantastico che deve inserirsi nel terreno sociale. Critica sia al teatro di Eugenio Barba sia al teatro tradizionale. Nello spettacolo tutto partiva da una grande quantità di scarpe che servivano alla creazione delle improvvisazioni.
01:08:00
Ricerca di un nuovo linguaggio del corpo femminileASCOLTO
Borelli legge l’introduzione allo spettacolo Shoe Show, spiega alcune scene e il filone assurdo-drammatico-irrazionale dello spettacolo, destinato agli adulti, definito “espressionista-metaforico-fantastico per tutti gli usi e le interpretazioni”, con testi tratti da Jean Genet e da altri autori. Ricerca di un nuovo linguaggio del corpo, musica, con visioni anche irrazionali.
Mereghetti: non era più teatro per bambini, questo spettacolo si carica di significati anche drammatici.
L’intervistatrice precisa due punti caratteristici del Teatro Viola: la prima domanda riguarda il linguaggio particolare delle donne nel rivendicare un linguaggio personale e diverso da quello dominante.
01:11:29
Complicità delle attrici del Terzo Teatro e il pubblico
La seconda domanda dell’intervistatrice riguarda la reazione del pubblico dei festival, essenzialmente composto dagli altri professionisti del teatro di ricerca, davanti agli spettacoli di Teatro Viola.
D’Andreamatteo spiega la reazione del pubblico nei luoghi della ricerca legati al terzo teatro, la complicità di attrici come Cora Herrendorf (Teatro Nucleo) e Daniela Regnoli (Teatro Potlach); il teatro di strada a Bologna e nel festival dell’Unità per l’8 marzo; ma anche quella del pubblico comune nei teatri del circuito teatrale regionale, come nell’esperienza della rassegna Teatrodonna a Pescara al Teatro Michetti per il circuito ARCI/UDI (14 aprile 1981).
Lo spettacolo funzionava meglio negli spettacoli di strada che nei teatri tradizionali.
Borelli menziona il finale con il fuoco in Shoe Show che era pericoloso fare nei teatri.
01:17:00
Altre compagnie e
attrici femministe con ricerche simili
L’intervistatrice chiede di elencare altri gruppi femministi di quegli anni.
D’Andreamatteo elenca altre compagnie con ricerca simile a Teatro Viola: Teatro del Guerriero di Bologna, e a Roma La Maddalena, TheATre di Marzia Mealli Ippolita Avalli, Gloria Guasti, Monica Gazzo di Roma, Circo Circa di Fiamma Lolli, Daniela Gara…
01:22:38
Vilda Ciurlo come mentore
D’Andreamatteo ricorda la figura di Vilda Ciurlo, insegnante di teatro che aveva fatto conoscere Dario Fo e Franca Rame nei primi anni del Liceo Sperimentale.
Come poetica, forse si sentirono più comprese all’estero che in Italia.
Poi ricorda la collaborazione con il Teatro Piccolo Parallelo a Bologna, che iniziò il suo lavoro scenico insieme a Teatro Viola con una parata ispirata al Balcone di Genet,
01:25:00
Parata agit prop a Bologna
L’intervistatrice collega le parate di strada di Teatro Viola con il teatro femminista inglese degli anni Sessanta di tipo Agit Prop.
Borelli ricorda un evento con azione scenica contro la pena di morte all’interno di una manifestazione politica di Bologna.
01:27:00
Teatri di gruppo e di base a Bologna inizi anni Ottanta
D’Andreamatteo ricorda Marinella Manicardi e Silvana Strocchi, attive sempre a Bologna.
Nei laboratori di formazione fatti nel teatro di gruppo di tutta Italia, c’erano altri partecipanti come Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, i Gemelli Ruggeri, Cabaret Voltaire, Gran Pavese, Susy Blady, un gruppo di Treviso.
01:29:00
Influenza della scena di New York, performance sulla seduzione a Bologna.
D’Andreamatteo: Secondo viaggio americano di Borelli a New York (1980): contatti con Emma Troupe, gruppo teatrale femminista di Eleanor Johnson e incontro con la Performance americana. Sull’influsso della performance americana, proposta e ideazione di un’azione scenica sulla seduzione della società dei consumi.
01:31:00
Formula conclusiva per Mereghetti
Formula conclusiva di cessione diritti per Mereghetti che si allontana temporaneamente dalla conversazione via Skype.

 

01:32:00
No stop sulla Seduzione: azione scenica, Bologna, agosto 1980.
Borelli: sotto l’influenza dell’avanguardia americana incontrata a New York, Teatro Viola propone una performance più strutturata, e nasce un intervento performativo al Festival Nazionale dell’Unità di Bologna sul tema della seduzione della società dei consumi, ispirata dai testi di Jean Baudrillard. Azione con Sim Fantoni, Elisa Mereghetti, Maia Borelli e costumista e tecnico del suono Flavia D’Andreamatteo. Musica di Roger Payne con Songs of the Humpback Whale (1975).
Esigenza di fare comunicazione critico-politica e non solo di esprimersi creativamente, contro il pericolo di essere sedotti dalla società che addormenta le coscienze e l’intervento politico.
Uso di tecnologie e registrazioni sonore di testi e musiche. Un tipo diverso di ricerca teatrale.
Intanto il movimento femminista e quello politico cominciano la fase del riflusso.
01:39:00
Shoe Show a New York, 1981
D’Andreamatteo illustra la seconda versione di Shoe Show presentata a New York per il festival WOW (Women’s One World Festival) solo in due con D’Andreamatteo e Mereghetti (settembre 1981), con grande successo: tournée e seminario alla New York University (di questa versione dello spettacolo con sole due attrici esiste un video) e spettacolo al Westbeth Theatre.
Nel frattempo Borelli resta in italia per partecipare alla formazione dell’ISTA di Eugenio Barba nell’estate 1981.
D’Andreamatteo e Mereghetti iniziano il lavoro con Alessandra Belloni per i Giullari di piazza per il pubblico degli italiani di New York.
01:48:00
Dopo il Teatro Viola: Flavia D’Andreamatteo
D’Andreamatteo racconta la fine dell’esperienza del Teatro Viola, lei in scena con il Teatro Stabile di Catania, nel ruolo di Crisotemi in Elettra di Hugo von Hoffmannsthal.
Borelli: ultimo spettacolo insieme come Teatro Viola è stato La lupa di Giovanni Verga, monologo di D’Andreamatteo con regia di Borelli (1983).
Poi esperienze successive di D’Andreamatteo con la drammaterapia negli Ospedali psichiatrici, sempre con l’etichetta Teatro Viola. Laurea e realizzazione di un video che ha vinto alcuni Festival. Lavoro con danzaterapeuti. Conoscenza di James Hillman e ingresso nell’albo degli psicologi.
00:01:54:00
Sul successo a New York
Mereghetti via Skype da Bologna rientra nella conversazione per spiegare il successo americano di Teatro Viola a New York con Shoe Show, dovuto forse proprio al suo carattere non verbale, alla fisicità, alla comprensibilità delle interazioni, all’espressione musicale e simbolico. Pubblico misto, non solo donne.
L’intervistatrice riflette sulla fine dell’esperienza nel 1982, con la dispersione delle sue componenti per strade molto diverse.
01:59:00
Dopo il Teatro Viola: Borelli
Borelli spiega le successive esperienze a Bologna sotto la sigla del Teatro Viola con una rassegna, “Il teatro difficile” invitando la clown Arina Isaacson, poi laboratori e un paio di spettacoli più simili all’esperienza del teatro di gruppo, con la regia di Sandro Mengali La morte bussa chiani basato su canti tradizionali italiani. Nel 1985 realizza il Progetto Melusina, spettacolo, convegno e laboratori al Collegio Armeno di Venezia con una pubblicazione dedicata agli atti del convegno svolto al Centro Donne di Mestre.
02:01:31
Dopo il Teatro Viola: Mereghetti e D’Andreamatteo
Mereghetti lavora in America altri 5-6 anni con la compagnia italiana dei Giullari di Piazza, un’esperienza divertente e interessante dal punto di vista musicale. Poi studia la drammaterapia e lo psicodramma e infine si allontana dal teatro. Pone l’accento sull’aspetto giovanile e le relative continue distrazioni esistenziali che portarono alla chiusura dell’esperienza comune.
Ricorda la grande creatività di cui rimane traccia nei quaderni usati per segnare le improvvisazioni, le riflessioni o le esperienze dei laboratori.D’Andreamatteo si laurea e intraprende la formazione psicoanalitica, con vari laboratori di drammaterapia nelle istituzioni pubbliche.
02:05:00
Rapporti con il Teatro La Maddalena e con il movimento femminista romano
D’Andreamatteo: al Teatro La Maddalena avevano rapporti con Dacia Maraini, con la quale lei fece dei laboratori di scrittura, e con Carmen Pignataro, ancora oggi produttrice di spettacoli di donne. Lei e Borelli avevano lavorato come attrici in Il bambino di ricotta regia di Anna Piccioni, produzione Teatro La Maddalena e nel primo periodo avevano animato varie manifestazioni politiche di Roma, anche in sostegno delle femministe arrestate al circolo Zanzibar.  Ci fu una grande manifestazione di sostegno al Teatro in Trastevere di Roma (ora cinema in Trastevere).

Riflessioni di tutte sulla conclusione dell’esperienza di Teatro Viola, per la mancanza di tenuta personale, di una struttura produttiva di coordinamento e per lo scarso appoggio delle istituzioni e dei teatri.
Successiva deriva laboratoriale dell’intero teatro di ricerca per giustificare l’appoggio delle istituzioni.

02:12:30
L’attuale situazione del teatro delle donne
Borelli e D’Andreamatteo rispondono alla domanda sull’attualità del teatro delle donne oggi: vedono grandi personalità attoriali, Piera Degli Esposti, Lucia Poli e altre singole attrici. Come gruppo solo quello di Sista Bramini ha in parte continuato il lavoro insieme.
E loro hanno collaborato con questa compagnia.
Mereghetti conclude con una riflessione sulla difficoltà di fare cultura oggi, per la difficoltà di trovare i contenuti e i giusti canali di comunicazione, per la predominanza oggi del multimediale nella comunicazione di massa e per la difficoltà a trovare finanziamenti.
Conclusione dell’intervistatrice che richiama gli spettacoli legati al movimento di oggi: Se non ora quando e i Monologhi della vagina.
02:18:00 Dichiarazione finale di cessione dei diritti.
Listen Audio Vai alla Scheda Biografica
Interview Duration:
  • 3:00:00
  • Registration Duration:
  • 2:18:00
  • Format: wav
    Type: Audio
    Language: Italiano
    Subjects:
    Original Document Placement:
  • ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma
  • Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova
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    Citation:

    Intervista a Flavia D’Andreamatteo, Maia Giacobbe, Elisa Mereghetti di Fava Francesca, Roma, il 14/02/2015, Progetto “Donne di teatro a Roma ai tempi della mobilitazione femminista (1965-1985)”, Collezione ORMETE (ORMT-04f) – consultata in URL:<https://patrimoniorale.ormete.net/en/interview/intervista-a-compagnia-teatro-viola/>, (data di accesso).

    Relation:
  • Donne di teatro a Roma ai tempi della mobilitazione femminista (1965-1985)
  • Bibliography:
    • Barbara Baracks, WOW Festival: Funky and Feminist, “Village Voice”, october 7-13, 1981, p. 93.
    • Jill Dolan, Teatro Viola’s Shoe-Show, “TDR, Theatre Drama Review”, vol. 26, autumn 1982, pp. 111-114.
    • Maia Giacobbe Borelli, Riattivare l’immaginario del teatro, “Alfabeta”, luglio 2017, al link https://www.alfabeta2.it/2017/07/15/speciale-la-memoria-del-teatro-1/
    • Barbara Ravarino, Un teatro femminista e nomade: storia del Teatro Viola (1978-1989), tesi di laurea (inedita), discussa all’Università di Parma nel luglio 2017, relatrice Roberta Gandolfi
    • Francesca Fava, Donne di teatro a Roma ai tempi della mobilitazione femminista (1965-1985), in Donatella Orecchia e Livia Cavaglieri (a cura di) Fonti orali e teatro. Memoria, storia, performance, Arti della performance n. 8, Alma DL, Bologna, 2018, pp. 146-157.
    • Maia Giacobbe Borelli, Attrici d’avanguardia e teatro femminista a Roma negli anni Settanta: nuovi luoghi e linguaggi, in Gurgul M., Surma-Gawlowska M., Megale T., a cura di, Donne del/nel teatro italiano: nodi storici, pratiche d’arte e di vita, n. monografico della rivista “Italica Wratislaviensia”, 2019, vol. 10, pp. 257-273.
    • Roberta Gandolfi, Teatro e danza su “effe” (1973-1982): la rivista come archivio del discorso femminista sulla corporeità, “ITINERA” n. 18, dic. 2019, al link: https://riviste.unimi.it/index.php/itinera/issue/view/1468